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“25 aprile festa della liberazione, quale liberazione? Dopo 63 anni possiamo commemorare solo quella storica della lotta partigiana che ha sconfitto il fascismo di guerra alleato alle SS di Hitler, il regime di violenza delle leggi razziali e delle stragi nei lager; ma dal fascismo latente, sottocutaneo, del nostro tempo, diffuso dal Nord al Sud chi ci libererà?
Un fascismo intimo, di pensieri e di idee che oggi, più che mai, è presente in una larga parte del popolo italiano. E che mi atterrisce.
manipolo di politicanti dediti solo ad interessi personali e di casta, organici e spesso collusi con le mafie, preoccupati di difendere con piglio razzistico gli spazi di falsa democrazia accessibili solo a cittadini involuti, imbastarditi dal timore di perdere i propri privilegi economici e la propria identità culturale... Se è vero che il primo e più potente, altro non è che una specie di puffo grottesco, straricco, arrogante e irresponsabile, impunito e intrinseco con interessi deprecabili, che malgrado 5 anni di governo disastroso, è ricordato prevalentemente per una politica ad personam e per le gaffes sul palcoscenico del mondo , ma che incarna il mito del selfmademan, di un individuo dotato di grande spregiudicatezza con cui persegue il successo ad ogni costo, disposto a qualsiasi alleanza e che ha conquistato sempre più potere grazie al controllo dei media, delle tv e dei giornali, in barba ad ogni più elementare criterio di conflitto d'interessi...
Se è vero che questo Creso sempre in auge, gonfio di un'ego smisurata, incredibilmente, più si produce in becere manifestazioni di offese agli avversari, in battute ridanciane e in puerili show psicoisterici, più viene ammirato e osannato da una moltitudine di individui acritici, individualisti e arrivisti che vedono in lui l'esempio da seguire in quanto provvisti della medesima filosofia di pensiero o di una costante frustrazione per l'insoddisfazione della propria vita...”
Questo lo scrivevo 6 anni fa. Cosa è cambiato da allora? Niente! Solo che il puffo grottesco non governa più (ufficialmente), ora è un pregiudicato, condannato in via definitiva da tre tribunali per evasione fiscale, un reato non considerato tale da molti italiani marci come lui. E’ stato punito duramente da una magistratura timorosa, (che continua impunemente a denigrare e offendere), con i cosiddetti “servizi sociali… utili”- per lui. Come tutto quello che lo riguarda, anche questa pena è da barzelletta. Ma da barzelletta, sconcia, è pure il fatto che ancora del suo potere ha bisogno il nuovo governo di salute pubblica del “giovane fenomeno Renzi”. E da barzelletta è soprattutto la sua agibilità politica, di fare campagna elettorale dalla tv del suo fedele amico butterato, quel giornalista svolazzante e molesto come una vespa. Il Moloch che ha impestato l’Italia è ancora vivo. Chissà, forse sarà di nuovo in grado di dare un colpo di reni alla traballante posizione del suo storico partito privato, che porta un nome sinonimo di ben altri valori. Sarà interessante vedere quanti ancora sono gli italiani rincoglioniti o correi della sua filosofia, che continueranno a delegare la loro vita a un delinquente, tutt’altro che comune, in quanto schifosamente ricco, e perciò in grado di corrompere e comprare molte anime. Sarà importante capire se questo Paese dopo un ventennio in cui ha prevalso la cultura dell’egoismo più sfrenato, dell’impunità come valore, del potere sovrano della Casta, se dopo questo ammasso a perdere delle coscienze sarà di nuovo capace di trovare la via di una sana democrazia partecipativa e di un modus vivendi basato sulla solidarietà con la parte più disagiata e il rispetto delle diversità e minoranze. Certo il tentativo del governo di Renzi, stampellato dalla bestia nera e dalla parte più retriva della sua corte, potrebbe rappresentare un inizio di cambiamento; e il fatto di aver costretto questa destra a fare accordi per poter agire, potrebbe indebolirla definitivamente agli occhi dell’elettorato meno compromesso. Questa è la sola speranza della parte sana di questo disgraziato Paese, sorto dalle rovine di 69 anni fa, con una lotta sanguinosa in nome di un concetto di Libertà, che si è andato via via trasformando fino a perdersi quasi del tutto. Questa, oltre allo stato di crisi immensa e alle pulsioni secessioniste di individui troppo toccati dalla situazione, è la sola differenza significativa rispetto al 25 Aprile del 2008, se si eccettua la presenza sulla scena, come comparsa grottesca, di un Movimento di protesta duro e puro, capitanato da un comico incazzato, che aveva tanto illuso, e che non serve a nulla. Comunque, io che sono venuto in questo mondo nel 43, continuo, ottimisticamente, a sperare che nel prossimo settantesimo possa scrivere qualcosa di meglio.
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