La farfalla
L’ultima, proprio l’ultima,
Così ricca, smagliante, splendidamente gialla.
Se le lacrime del sole potessero cantare contro una pietra bianca…
Quella, quella gialla
E’ portata lievemente in alto.
Se ne è andata, ne sono certo, perché voleva dare un bacio d’addio al mondo.
Per sette settimane ho vissuto qui,
Rinchiuso dentro questo ghetto
Ma qui ho trovato la mia gente.
Mi chiamano le margherite
E le candele che splendono sull’abete bianco nel cortile.
Solo che io non ho visto mai un’altra farfalla.
Quella farfalla era l’ultima.
Le farfalle non vivono qui, nel ghetto.
Pavel Friedmann
(4-6-1942)
Terezin
***
A volte penso che il tempo non esista:
pensieri, azioni dilapidate
come la pioggia negli stagni,
fili che seguiamo per tradire le giornate,
interrotti, una piega del tempo, solo questo.
La morte si mangia tutto
riappaccifica e custodisce.
Devi fare come la morte:
essere netta nelle azioni
non permettere ai folli di discutere
il tuo schifo deve essere netto.
(Sebastiano Aglieco, dal poemetto per il teatro FERRAMONTI DI TARSIA)