“Bambini cari, oggi volevo parlare con voi della libertà. Una parola molto importante, molto celebrata, ma assai poco compresa .
Cominciamo con il dire se un animale messo in una gabbia può essere considerato libero…cosa rispondete?”
“No, maestro, non può essere considerato libero. Se sta in una gabbia è naturale che non è libero”
“Giusto, allora possiamo dire che ogni forma di prigione priva la persona o l’essere vivente qualsiasi della propria libertà di movimento? “ “Sì” “ Ma lo priva solo della propria libertà di movimento?”
“No, la persona messa in prigione viene privata anche della propria libertà di scelta, cioè non è più libero di fare nulla, deve stare fermo sempre nello stesso posto, fare le cose che gli dicono di fare, e basta.”
“Dunque la persona che viene messa in prigione non è più una persona normale, perché le persone normali e libere possono decidere del proprio tempo, del proprio spazio, dei propri desideri, delle proprie necessità…è questo che intendete dire?”
“Sì, è questo che intendiamo dire. Una persona messa in prigione è come un animale messo in gabbia, con la differenza che l’animale soffre di meno perché ha meno esigenze di libertà di noi uomini, di noi persone, di noi bambini…”
“Cosa intendi dire, caro Marco, che gli uomini sono diversi dagli animali perché hanno un grado di consapevolezza/ragione maggiore? Perché noi persone abbiamo un cuore e una mente che ci fa sentire in maniera più dolorosa la privazione della libertà?”
“Sì, l’animale agisce per istinto e per lui l’istinto è tutto; l’uomo agisce per ragionamento, per sentimento, e anche per istinto, ma non solo. Non che gli animali non hanno sentimenti, anche gli animali hanno sentimenti, ma sempre per istinto, non per coscienza e conoscenza…”
“Mamma mia, che parole grosse, difficili, conoscete; e sono contento che voi le conosciate, parole come la coscienza e la conoscenza. Cosa dunque fa di un uomo qualcosa di assolutamente specifico? Il suo essere in grado di conoscere, di capire, di scoprire, di comprendere…in altre parole il suo cervello…giusto?”
“Sì, giusto”
“Bene, il suo cervello, che non è un semplice organo meccanico ma una macchina complessa e perfetta che presiede il comportamento umano, ogni sua percezione, sensazione, stimolo e impulso. A seconda di quello che abbiamo nel cervello, la persona è in grado o non in grado di fare determinate cose… ossia è il cervello che come una stazione di comando detta gli input, le reazioni agli stimoli e così via…
Questo motore così prezioso, se è ben ordinato, funziona correttamente, se è mancante di qualche componente chimico-organica o se sovra dosato della stessa, ha invece delle disfunzioni, ha delle anomalie celebrali, dalle quali conseguono difetti comportamentali dovuti non a problemi di natura etico-morale ma a problemi di natura meramente chimico-organica. Ci siamo bambini, comprendiamo questo ragionamento o lo trovate troppo difficile?”
“No, maestro, credo di avere capito; se voglio fare la torta e mi manca la farina senza la quale la torta non può essere fatta, è ovvio che non potrò fare la torta o che verrà fuori una torta che sarà una vera schifezza. Così che se devo fare un dolce che richiede 100 grammi di zucchero mentre io ne metto 6oo, è ovvio che alla fine farò un dolce immangiabile dal tanto risulterà zuccherato…”
“Brava Lucia, ho visto che hai capito perfettamente. Torniamo allora al problema iniziale della libertà. Una persona che ha un problema cerebrale può essere considerata libera? E’ libera, per il solo fatto di non stare in prigione? E’ libera cioè di scegliere e vivere una vita normale?”
“No, non è libera, è malata, e chi è malato è condizionato dalla propria malattia. E’ come se fosse anche lui in una specie di prigione, cioè di obbligazione, di condizionamento, di impedimento…”
“Perfetto, allora ci sono tanti tipi di prigioni; prigioni con le sbarre, prigioni senza le sbarre; ogni cosa produce una costrizione, priva la persona della propria totale libertà…”
“Si, maestro, è così, e allora ci sono mille prigioni nel mondo…”
“Per esempio, Pietro? Raccontiamone qualcuna…”
“Per esempio, la povertà, perché ci impedisce di comprare quello che serve…”
“E poi ancora?”
“Per esempio, quando veniamo obbligati a fare quello che non vogliamo”
“E’ vero, anche quella è una prigione, cioè quando la volontà non è libera di dire di no sotto la minaccia della morte, per esempio, come accade nelle guerre, durante le persecuzioni, quando si viene torturati, quando siamo oppressi, quando siamo degli ostaggi, quando siamo ricattati…”
“In che senso , maestro si può essere ricattati?”
“Quando per esempio ci viene detto: “O mi consegni i soldi o ti ammazzo il figlio…” questo è un ricatto, cioè si chiede qualcosa di sbagliato per non essere causa di qualcosa di ancora più sbagliato.”
“Come è complicato e doloroso il problema della libertà, signor maestro; e pensare che quando siamo effettivamente liberi noi nemmeno ci accorgiamo d’esserlo. Per noi è tutto così normale, tanto che buttiamo via il nostro prezioso tempo in cose banali e stupide, anche ingiuste, a volte, mentre c’è chi muore per mancanza vera delle cose indispensabili…”
“E’ vero , bambini, ma ci siamo dimenticati di un’altra forma di prigione”
“Quale?”
“Quella di chi ha veramente tutto e non si contenta mai…”
“In che senso questa può essere una prigione?”
“Vedi, Luigi, chi ha tutto e non si contenta mai è prigioniero di se stesso, del suo egoismo, della sua sete di potere, della sua voglia di protagonismo, sempre e comunque…è disposto a sacrificare l’affetto dei suoi cari alla sua sete di successo, al suo bisogno d’essere sempre in prima fila…è per natura un infelice che rende infelici le persone che gli stanno intorno…nemmeno si accorge di quello che ha e che rischia di perdere.”
“Come si può essere così stupidi, maestro?”
“Solo l’uomo può essere tanto intelligente e tanto stupido, nello stesso tempo. Con la nostra intelligenza possiamo fare cose grandi e belle, ma anche cose terribili e brutte. Ma questo non è più un problema legato alla mancanza di libertà, bensì legato alla mancanza di valori. Domani, bambini miei, parleremo dell’importanza dei valori, ossia della differenza tra il bene e il male.”
“Bene maestro, io però intanto dico che sono molto molto felice d’essere libero e ringrazio le persone che mi vogliono bene perché proteggono la mia libertà…”
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