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Oggi compio 5 mesi su Twitter

Creato il 01 ottobre 2012 da Franzrusso @franzrusso

Sono solo 5 mesi ma sembrano passati anni. Perché ho imparato alcune lezioni che non valgono, soltanto, per la comunicazione sul Web. Saper ascoltare, impegnarsi, rispettare gli altri. Condividere la conoscenza, non essere invidiosi, non nascondere la propria faccia. Essere trasparenti. E saper rispondere alle critiche. Una piccola esperienza ma vere e proprie lezioni di vita

% name Oggi compio 5 mesi su TwitterOggi compio esattamente 5 mesi su Twitter. Mi sembra molto strano sia passato così poco tempo perché Twitter oggi è un compagno irrinunciabile: la principale delle mie fonti d’informazione, un luogo d’incontro tra amici e il collega di lavoro con cui parlo più spesso. Ho usato apposta la parola “parlare”, perché su Twitter non si sta mai in silenzio, né quando si legge né quando si scrive. Le voci sono inarrestabili. La mia stessa voce – col passare dei giorni – è diventata più forte e chiara. Non sono affatto una Social Media Expert. Sono una psicologa che, negli anni, ha abbandonato il lavoro clinico per occuparsi di comunicazione. E non penso di poter insegnare nessuna verità rara. Forse, però, condividendo la mia esperienza di questi mesi, qualche consiglio lo posso dare e, soprattutto, posso mettere in luce la potenza di questo Social Network. La bellezza e la potenza di poter comunicare sul Web ad un numero infinito di persone.

La prima cosa che ho fatto, una volta iscritta a Twitter, è stare a guardare. Osservare come le persone si muovono, scrivono, interagiscono. Studiare i post più segnalati, salvare nei preferiti i tweet più utili e geniali. Leggere, leggere e leggere. Perché, quando si entra in una comunità nuova, prima di parlare bisogna saper ascoltare.

Poi, lentamente ho preso coraggio. E mi sono costruita un’immagine. Gli esperti parlano di “Personal Branding”. Ecco il secondo passo fondamentale. Non parlo della biografia di 160 caratteri. Mi riferisco a quell’identità della tua persona a cui, nei mesi, devi imparare ad essere coerente. La propria identità è fondamentale per farsi riconoscere dagli altri e comunicare davvero qualcosa.

Come dire che le idee chiare dobbiamo prima averle noi, se vogliamo che qualcuno ci ascolti. Così si fa, nel mondo degli adulti, per farsi rispettare.

Una cosa in cui ho sempre creduto, occupandomi di “comunicazione”, è che per farti ascoltare devi metterci la faccia. Una foto, bella o brutta di te, significa questo: permettere agli altri di guardarti e di farti entrare in casa loro per quello che sei. Scegliete, però, una foto che vi rispecchi. Non raccontate frottole su di voi, perché le persone lo capiscono se le imbrogliate. La gente sente tutte le vostre stonature. E la credibilità di quello che comunicate parte da chi dimostrate di essere.

Pronti? Via! Ora pensate a cosa volete parlare a chi vi ascolterà. Ai vostri Follower, per intenderci. Certo, tutto dipende dai vostri interessi e dalle vostre competenze. Ma non abbiate paura di osare qualcosa di più. Non esiste una comunità che vi concederà di imparare di più di quella che popola il Web. E non tanto o non solo perché il Web è di tutti, ma perché è estremamente flessibile. Estremamente indulgente: vi permetterà di fare e di essere quello che volete. A patto che rispettiate alcune condizioni. 

Prima in assoluto, la trasparenza.

Il primo errore, sui Social Network, è che sia facile mentire e che lo si debba fare per avere successo.

Psicologicamente, ne abbiamo bisogno.

I Social Network – in alcune barzellette oggi – sono ritenuti la psicoterapia moderna.

Perché fingendo di sapere e di essere più di quello che realmente siamo, aumenta la nostra autostima. E poi è un circolo vizioso, perché all’inizio la gente ci crede. Molto in fretta sul Web, diventiamo diversi e migliori rispetto a quello che siamo. In fretta. Ma non a lungo.

L’immagine di sé di cui parlavo, se nel medio tempo non è rispettata, se non c’è sincerità, s’incrina. E va a finire che il danno lo subiamo solo noi: tutti gli altri se ne accorgono, al massimo storcono un po’ il naso, ma vanno avanti lo stesso. Senza di noi.

I Social Network funzionano come una specie di cassa da risonanza: se quello che dici è genuino, piaci a tutti, raggiungi testa ed emozioni di gente lontanissima e (inspiegabilmente) interessata a te.
Se menti, cade tutto di te. In una frazione di secondo.

Sono rimasta allibita dalla velocità in cui mi è stato segnalato anche un solo mio tweet sbagliato dai miei Follower. Come se l’attenzione su di me non smettesse mai: luci sempre accese.

Così è il Web. Ti permette molto, forse tutto, ma se sbagli ti taglia le gambe.

Non fare mai finta di non saperlo, se coi Social Network ci vuoi lavorare!

La cosa migliore da fare se sbagli? Riconoscerlo, rispondere a chi te lo fa notare, non snobbare mai chi ti critica.

E’ un’altra condizione necessaria: interagire, sempre. Appena puoi, anche se non sai come rimediare.
Se non sai, chiedi.

La trasparenza paga. Come paga l’onestà. Dire, per esempio, “Scusa, guarda, non lo so. Tu che ne dici?”. E’ questa la partenza di una condivisione costruttiva. Non è importante quanto sai. Ma quanto sei sincero sul tuo sapere. E’ per questo che amo tanto Twitter. Nella sua immediatezza, porta all’estremo questa necessaria onestà intellettuale.

Perché parlo di “onestà”, ora?

Se leggi un tweet che ti piace molto, che riporta a un link veramente interessante, non fare finta di averlo scoperto tu! Riporta la fonte e cita sempre chi l’ha scritto, magari aggiungendo una parola di commento. 140 caratteri sembrano tanto pochi, ma sono moltissimi se lo vuoi. Si chiamano Mention e Retweet, ma si chiama prima di tutto condivisione di conoscenza.

Naturalmente, ci sarà qualcuno che ti criticherà sempre e comunque. Ma che pensavi? I Social Network ti spediscono in etere, ma non ti rendono immortale. Chi mi innervosisce di più è chi polemizza senza aver nemmeno letto l’articolo che ho scritto e postato. Solo perché il mio tweet lo ha stuzzicato, provocato. Più spesso perché vuole solo dire la sua. Uno dei principali limiti umani sul Web è che tutti, sempre, si sentono presi in causa. Tutti sono protagonisti. E questo è bello e giusto, ma non per forza è necessario parlare.

Non per forza dire la propria è una mossa intelligente: o perché non aggiunge nulla di nuovo a una sana condivisione o perché rivela, in fondo, la propria ignoranza.

Legittimo non sapere. Male ostentare e per poi rivelarsi fuori luogo. Ancora peggio, intervenire se non ci si è presa nemmeno la briga di leggere gli articoli online. Quello che ho imparato a fare comunque, nel mio piccolo, è rispondere.

Rispondere sempre. Non per ribadire la mia opinione, ma per riconoscere che un altro la pensa diversamente. E’ in questo che sta il vero dialogo.

E magari anche con un pizzico di umiltà in più, rispetto a quello che si usa fare.

Puoi essere su Twitter da anni, essere un Social Media Guru con migliaia di Follower, ma non è detto che tutti quelli che ti criticano siano “Troll”, nati apposta per darti contro. Non è detto che nella vita non abbiano nulla da fare che venirti contro. Qualcosa sempre la puoi imparare anche tu, magari anche solo a saper rispondere bene. 

E saper rispondere alle critiche di una società immensa a cui ti esponi è la chiave vincente. Riformulare le domande, non lasciar cadere i commenti, chiedere perché.

Essere diretti e sinceri è la cosa migliore che possiate fare. E vi porterà lontano, nella vita reale come su questo stupendo pianeta che è Twitter.

 


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