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Oggi e domani siamo tutti plutoniani

Creato il 13 luglio 2015 da Ilgrandemarziano
Oggi e domani siamo tutti plutonianiDomani, martedì 14 luglio 2015, alle ore 13:49:57 (ora italiana), la sonda New Horizons passerà a soli 12.500 km da Plutone e, a 85 anni dalla sua scoperta, scriverà la Storia dell'Astronomia e quindi anche della cultura umana, mostrandoci da vicinissimo per la prima volta nella storia un pianeta transnettuniano, cioè un corpo celeste oltre l'orbita di Nettuno.
Nessuna sonda infatti aveva mai visitato Plutone prima d'ora e, trattandosi di un corpo celeste eccezionalmente distante dal Sole (mediamente 36.530.000.000 km) e nello stesso tempo molto piccolo (soli 2368 km di diametro), le migliori immagini che si potevano ottenere dalla Terra, anche con i telescopi più potenti come l'Hubble Space Telescope, erano al massimo una sfera luminosa con tutt'al più qualche ombra.
Oggi e domani siamo tutti plutonianiPiuttosto curiose sono le circostanze della sua scoperta. All'inizio del XX secolo si riteneva che ci dovesse essere un ulteriore pianeta, oltre a quelli già conosciuti, la cui influenza gravitazionale potesse spiegare certe anomalie che si registravano nell'andamento dell'orbita di Nettuno. Sofisticati calcoli teorici potevano dare indicazioni su dove andare a puntare i telescopi per vedere se c'era effettivamente qualcosa. Il metodo, cosiddetto delle Perturbazioni, era già stato utilizzato con successo per scoprire Nettuno.
Così, nel 1929 un giovane ricercatore di nome Clyde Tombaugh fu assunto al celebre Osservatorio Lowell a Flagstaff in Arizona proprio con il compito di trovare questo fantomatico Pianeta X. E, dopo numerosi calcoli, studi, ricerche e, soprattutto, esami di lastre fotografiche di medesime porzioni di cielo riprese in date differenti, il 18 febbraio 1930 Tombaugh fece effettivamente bingo! confrontando due foto riprese il 23 e il 29 gennaio del medesimo anno (qui sotto, vedete le due foto in questione e Plutone, indicato dalla freccia, lo si nota effettivamente spostato sullo sfondo delle stelle fisse).
Oggi e domani siamo tutti plutonianiL'astronomo trovò il nuovo pianeta quasi esattamente nella posizione indicata dai suoi calcoli teorici, peccato però che, negli anni a venire, successive e più accurate osservazioni dimostrarono che Plutone aveva una massa troppo piccola per influenzare gravitazionalmente l'orbita di Nettuno, dunque non poteva essere il Pianeta X che Tombaugh stava cercando. Plutone fu dunque scoperto per puro caso, solo perché si trovava nel posto giusto al momento giusto, e per questo è uno dei più classici esempi di quella che gli inglesi chiamano serendipity (all'italiana serendipità). Per la cronaca, l'anomalia delle orbite di Urano e Nettuno fu spiegata alla fine degli anni '80, quando la Voyager 2 fornì misurazioni più precise delle masse dei due pianeti, consentendo di ricalcolare le orbite e scoprendole, con i nuovi dati, prive di anomalie.
Oggi e domani siamo tutti plutonianiMa la curiosa storia di Plutone non finisce qui, perché a metà degli anni '90, quando gli strumenti e le tecniche osservative divennero abbastanza sofisticati da spingersi più lontano nello spazio, nuovi corpi celesti di dimensioni comparabili allo stesso Plutone (tipo Quaoar, Sedna ed Eris) furono scoperti oltre l'orbita di Nettuno, in quella zona di spazio che nei primi anni '50 era stata ipotizzata e battezzata come Fascia di Kuiper. A questo punto divenne evidente che gli oggetti non potevano essere tutti assimilati al rango di pianeti, come Mercurio, Venere, Terra, Marte, Giove, Saturno, Urano e Nettuno. E il 24 agosto 2006 - e non senza dibattiti e proteste (nella foto a fianco la protesta al declassamento di Plutone, in primo piano con gli occhiali il figlio di Tombaugh) - l'Unione Astronomica Internazionale ratificò la nuova classificazione, inserendo Plutone, Quaoar, Sedna, Eris (ma anche, tra gli altri, Cerere e Vesta) e gli altri "piccoli" corpi celesti sferici, ma non in grado di "ripulire" le vicinanze della loro orbita (non dotati di massa sufficientemente grande), nella categoria dei pianeti nani.
Domani dunque si fa davvero la Storia. La New Horizons farà il suo cosiddetto fly-by, un passaggio ravvicinato (la sonda pertanto non entrerà in orbita), dopo più di nove anni e mezzo di viaggio. Ma le prime straordinarie immagini ravvicinate di questo nuovo mondo e del suo satellite principale Caronte, le vedremo uno o due giorni dopo, in quanto la trasmissione dati è particolarmente lenta a causa della scarsa potenza disponibile (tra 0,6 e 1,2 kbit/s). Dopodiché le osservazioni continueranno, naturalmente, almeno fino a fine anno. Quando poi Plutone non sarà di nuovo più di un puntino anche per la New Horizons, ci sono buone possibilità che la sonda venga diretta verso un nuovo obiettivo, e possa tra due o tre anni effettuare un nuovo fly-by vicino a un altro oggetto della Fascia di Kuiper, per continuare così la sua missione e arrivare là, dove nessuna sonda è mai giunta prima. E, per favore, non venite a chiedermi che cosa diavolo ci andiamo a fare.

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