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9 marzo 1959 - Viene venduta la prima Barbie, bambola destinata ad avere un enorme successo commerciale
La storia di Barbie (scrive Bordone Francesca su Filosofia e dintorni) inizia nel 1938, quando due giovani sposi, Ruth ed Elliot Handler, vanno a vivere a Los Angeles.
Le varie vicende professionali che coinvolgono la coppia portano, nel 1945,
alla nascita del nome "Mattel" dove "Matt" sta per Mattson ed "el" per Elliot.
Hardol Mattson, amico di Elliot, lavora con lui nel garage di casa, trasformato in un vero e proprio laboratorio.
Qui producono manufatti di legno ed in seguito anche mobili per case di bambole.
Ruth collabora attraverso le sue idee, avviando la Mattel verso una produzione rivolta sempre più al mondo dei giocattoli. Vorrebbe anche iniziare a produrre le bambole. Lei aveva già in mente l'immagine "moderna" della bambola ideale: gambe lunghe, vita sottile, busto florido e tratti del volto
dettagliati. (...)
La Mattel decide di usare il vinile come materiale di produzione e questo la porta a trovare nel Giappone un ottimo alleato, dove risiedevano numerose industrie specializzate nella lavorazione di questo materiale.
Negli anni che vanno dal 1957 al 1964 la produzione di Barbie si espanderà da Hong Kong alla Corea.
Il nome è suggerito da quello della figlia degli Handler, Barbara.
Il 9 Marzo del 1959, (questa e' la data ufficiale della nascita di Barbie) realizzarono la prima Barbara Millicent Roberts (nome completo di Barbie).
Barbie debutta ufficialmente in occasione della fiera del giocattolo di New York. La bambola si preannuncia già come un fenomeno commerciale senza precedenti: durante il 1959 vengono
vendute più di 350 mila Barbie al prezzo di 3 dollari ciascuna.
Tale trionfo si deve in gran parte alla geniale intuizione di Ruth Handler, cioè commercializzare una bambola con ampio guardaroba fatto di abiti e accessori venduti separatamente. (...)
Per lei sono stati creati oltre 4800 accessori: abiti per ogni
occasione (compreso un abito da sposa), completi di lingerie e di biancheria da notte, scarpe, borse,
gioielli, mobili, camper, tende, automobili e persino … una bara tutta rosa.
Barbie ha avuto 14 cani, sette cavalli, due gatti, un pappagallo, un panda ed un delfino.
Le Barbie si dividono in due categorie: quelle contenute nelle "Pink Box" (confezione) destinate al gioco e quelle create per essere collezionate. Un mondo vasto e incantato, soprattutto per la serie da collezione, a "tiratura limitata" che ogni anno si arricchisce di nuove proposte; Barbie non solo
ha indossato abiti che hanno caratterizzato piu' di quattro decenni di storia della moda ma è andata oltre: alcuni tra i più importanti stilisti hanno creato splendidi capi di alta moda appositamente per
lei.
Stilisti famosi si cimentano ogni anno nella creazione di capi destinati alla bambola piùpopolare di tutti i tempi : dall'estroso Bob Mackie, all'originale Moschino e ai raffinati Givenchy,
Yves Saint Laurent, Christian Dior, Versace, Donna Karan e Armani ...
Barbie e psicologia:
La comparsa della bambola Barbie nel 1958-59, pochi anni dopo Lolita, sembra aver provocato una rottura nelle pratiche sociali connesse all'infanzia e alla socializzazione delle bambine.
In questo studio ho cercato di individuare il significato e le implicazioni di tale cambiamento, ovvero della sostituzione della bambola-bambina con una bambola-donna.
In Francia erano già esistite alcune bambole modelle come Bleuette, nel primo Novecento, e molte altre, sembra, fin dal XIV secolo.
In questo senso Barbie potrebbe semplicemente rivelare l’esistenza di un ciclo di vita delle bambole, un ciclo in cui la bambola-bambina si alterna con la bambola-modella.
Tuttavia, l’originalità di Barbie si afferma per molte altre caratteristiche del tutto nuove: il suo aspetto sexy
da pin-up; un successo incontrastato da oltre trent’anni; la natura simbolica del suo personaggio e infine la sua diffusione a livello mondiale.
La bambola è un gioco per piccoli in due sensi: è un
gioco che viene giocato dalle bambine e che ha tradizionalmente per oggetto un bambino.
Ma la bambola è anche un gioco da adulti, perché la bimba si proietta nel futuro per identificarsi tradizionalmente nel ruolo materno.
Con Barbie invece la bambola assume un’età indefinita: è
un’adolescente presunta e una donna di fatto. Il suo aspetto fisico non inganna nessuno, e tanto meno l’universo che le si è costruito intorno nel corso degli anni e che le conferisce un’identità
adulta.
Sorge allora il problema del rapporto tra la bambina e la bambola, perché la bambina non assume più il ruolo di madre, ma quello di donna. Quale tipo di donna?
Con la bambola Barbie la funzione di genitore scompare. Non ci si aspetta più che la bimba giochi alla madre e nella vasta
famiglia che circonda Barbie i genitori sono completamente assenti. (...) Da “La bambola Barbie” di Marianne Debouzy
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