E’ arrivato come ogni anno come ogni anno che io ricordi, anche il sei Gennaio, festa dell’Epifania, che tutte le feste se le porta via. Poi arriverà San Benedetto che ne riporta un bel sacchetto! Questo simpatico proverbio antico si riferisce alla festività di San Benedetto celebrata il 21 Marzo, primo giorno di primavera, spostata in seguito all’undici luglio. L’Epifania chiude il ciclo delle feste natalizie, così come l’antica data della festa di San Benedetto apre il ciclo delle feste pasquali. Oggi è una festa cristiana a tutti gli effetti, festa di precetto, le scuole e gli edifici dedicati al lavoro, sono chiusi. Possiamo chiamarla anche Epifania del Signore, cioè Gesù si rivela agli uomini. La Chiesa Cristiana vuole ricordare che Gesù si mostra ancora neonato ai Magi venuti dal lontano Oriente, attirati dalla stella cometa e fermatisi ad onorare la umile e povera regalità di questo Bambino. In tutti i paesi europei e cristiani, ci sono tradizioni antiche, come quella di accendere dei fuochi bene augurali, che dovrebbero rischiarare ed illuminare il viaggio della Sacra Famiglia in fuga da Erode, verso l’Egitto. In verità questi fuochi sarebbero pertinenti alle credenze precristiane, che celebravano il solstizio d’inverno. In base alla direzione delle fiamme del falò e delle scintille, c’era chi prediceva il futuro sull’anno appena iniziato. Forse i primi veggenti o presunti tali, nacquero proprio allora? La figura dell’oracolo è sempre molto presente nei popoli antichi di tutte le nazionalità, ed ognuno, con i propri studi ed usanze si concentrava nel predire il futuro, usando diverse metodologie. Chi guardava la luna, chi i fuochi, che studiava la terra ed i frutti che essa concedeva, chi interpretava i sogni, chi studiando gli animali ne ricavava il futuro, insomma ce n’era per tutti i gusti e tutte le popolazioni. Come dimenticarci di Nostradamus (al secolo Michel de Nostredame o Miquèl de Nostradama in occitano) o San Malachia, di Giuseppe figlio di Giacobbe che tradusse con esito positivo, i sogni del Faraone d’Egitto? Solo per citare tre nomi famosissimi! Si compiono oggi molte rappresentazioni in costume, relative all’adorazione dei Magi e allo scambio dei doni ai bambini. Uno dei personaggi più popolari legati alle leggende è proprio la nostra amata Befana, che altro non è se non una storpiatura del nome Epifania. Viene rappresentata come una vecchia strega, a cavallo di una scopa di saggina, che deposita regali e dolci all’interno di calze messe vicino ai camini, alle finestre o ai piedi dei lettini dei bambini. In Spagna i regali sono recapitati dai Magi in persona, chiamati Los Reyes. E’ tradizione preparare dolcetti speciali a forma di stella, di scopa, di calza o di Befanina. I Re Magi erano tre: Melchiorre (Melechior) chiaro di carnagione, vestito come un re medievale e anche se è il più giovane dei tre, ha barba e capelli bianchi per essersi troppo vantato della sua forza e giovinezza, quindi viene considerato il più vecchio dei tre. Poi c’è Gaspare,(Gaspar) vestito quasi uguale ma con i capelli castani. Infine abbiamo Baldassarre , (Bathesalsa o Balthasar) mitico re babilonese, moro vestito come un principe arabo. Portarono in dono a Gesù Bambino: oro, che era un dono riservato ai re e Gesù era il re dei re; incenso, come testimonianza di adorazione alla sua divinità; mirra, usata nel culto dei morti, Gesù è uomo e come tale è un essere mortale. Secondo numerose leggende arrivarono da Gesù tredici giorni dopo la sua nascita, quindi non è ben chiaro se il loro arrivo fu il 6 o il 7 gennaio. La befana lascia il carbone (dolce però!) ai bambini che si sono comportati male e dolci o giocattoli di minore importanza rispetto a Babbo Natale, ai bambini buoni. Nei paesi di lingua tedesca, la notte dell’Epifania i ragazzi girano le strade dei paesi e segnano sugli architravi delle porte con il gesso, le lettere CMB, che significano “CHRISTUS MANSIONEM BENEDICAT”, Cristo benedica la casa e sono anche le iniziali di Caspar, Melchior e Balthasar. E voi, avete ricevuto carbone o dolci quest’oggi?
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