oggi è un buon giorno per morire

Da Galadriel
"Oggi è un buon giorno per morire!" Quante volte ho sentito questa frase. Mi ricorda il vecchio indiano, nel film "Piccolo grande uomo" di Arthur Penn, che avendo assistito alla strage di donne e bambini da parte dei "bianchi", non vuole più vivere e si fa accompagnare da Dustin Hoffman, nel cimitero degli indiani dicendo: " lasciami qui oggi è un buon giorno per morire".
Mi ha sempre affascinato e incuriosito sapere il giorno della mia morte, perciò mi sono informata se c'era un modo per sapere questa fatidica data che segna la fine di questa esperienza. Esiste una vasta letteratura sull'argomento, e mi sono letta tutto dal librettino del saputello alla moda, che guardando la tua data di nascita crede di sapere la tua di morte, a il "libro Tibetano dei morti" una serie di istruzioni sui sei metodi di liberazione. E si! Perchè morte, per gli orientali, vuol dire liberazione, dalla materia, dal Karma almeno per quella vita che si è appena vissuta. Ma la parte più speciale, più fascinosa ed intrigante è stata quella della ricerca del luogo ove andare per morire. Un luogo, come Shanballah, ove ti rifugi con la tua ombra lasciando il tuo corpo in un sonno, come dormiente, fino a che senza la tua ombra il corpo muore. Può decidere di rifugiarsi in quel luogo, ogni anima che sappia la strada e che capisca che il suo compito, per quella vita, è concluso. Una sorta di eutanasia.
Nel film "Il piccolo Buddha" di Bertolucci, l'anziano Rinpoce, dopo aver assolto al suo compito di ritrovare il piccolo Lama e averlo istruito per il futuro, si ritira in meditazione dopo aver inalato con una narice sola l'ultimo alito di vita si rifugia in quel luogo e abbandona alla morte il suo corpo. 
Ecco, secondo me, quello sarebbe il modo migliore di lasciare questa vita, e si potrebbe scegliere il giorno e l'ora per fare quel viaggio e si potrebbe dire :" Oggi è un buon giorno per morire!"

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