Oggi è una giornata limpida: mentre andavo a messa, ho potuto ammirare la costa. Era così limpida che si vedevano chiaramente anche le case. C’erano alcune nuvole nere all’orizzonte e, dopo tanto caldo, si sentiva l’aria fresca che accarezzava la pelle. L’orizzonte era una linea netta. Come cambia il paesaggio! Mi sembrava che fosse addirittura settembre! I crinali dei monti apparivano netti contro l’azzurro del cielo che lentamente si ricopriva di nuvole. Una pace straordinaria, come una leggera bruma, si è impossessata del mio spirito. Basta vedere un’immagine che affiora dal passato, con le stesse caratteristiche, che un guazzabuglio di ricordi accarezzano il cuore, come quando si attraversa un bosco ottenebrato dalla nebbia, dalla quale, ad un certo punto affiora la forma di una persona. Lentamente sembra emergere dalla nebbia, fino ad assumere tratti sempre più chiari e nitidi ed allora si può riconoscere la persona stessa. Sensazioni strane che accarezzano il cuore, così come quella leggera nebbia simile a fiocchi trasparenti di neve,che indugiano sui rami ossuti dei pini. Le sensazioni vanno e vengono, non sono stabili, perché noi non siamo le nostre emozioni. C’è ben altro. Esse emergono per poi sparire inghiottite nel vortice del presente. Ma noi, siamo ben altro. Siamo qualcosa di più, oltre ai nostri ricordi e le nostre emozioni. Se basassimo la vita esclusivamente su questi due pilastri, crollerebbe tutto miseramente. L’uomo d’altronde, è più colpito dall’immediato. La riflessione, lo scavare responsabilmente dentro il cuore, generano fatica e abbisognano di tanta pazienza. Si ci deve fermare per non essere travolti da quel vortice, che da una parte ci affascina, ma ci porta lontano dalla nostra razionalità, come un canotto alla deriva, sballottato dai flutti del mare, trascinato dove la linea dell’orizzonte, scompare. Eppure, quante volte, anche nel nostro piccolo, ci pentiamo delle nostre reazioni immediate! Ormai è fatto e noi dobbiamo subire le conseguenze delle nostre azioni. Non tutti sono disposti a farlo. Quando ci si trova finalmente soli, lontano dai rumori della vita frenetica, riflettiamo sulla cosa e comprendiamo che quell’azione era stata compiuta in modo inconsiderato, ma capiamo pure, che non si può più tornare indietro e cancellare l’avvenimento. O lo accettiamo, oppure nascono dei profondi sensi di colpa i quali sono così dannosi, da generare tanti sentimenti che in fin dei conti, non siamo più in grado di fermare e razionalizzare. Questi sentimenti, ci trascinano, come la corrente vorticosa dei torrenti che corrono impetuosamente verso il mare, dove la loro acqua si confonde, non ha più la sua identità. Così i sentimenti, come torrenti impetuosi, s’immettono nel mare del nostro cuore e si confondono con esso, trascinandolo, sommergendolo nella loro veemenza ormai divenuta incontrollabile. L’uomo, diciamo spesso, è un essere razionale… ma come dimostriamo così bene che siamo risparmiatori della nostra razionalità e la custodiamo gelosamente in un cantuccio, da cui difficilmente la estraiamo. Meglio essere accarezzati dal soffio del vento che scompiglia i capelli e le nostre sensazioni si confondono e le accarezziamo perché in fondo riempiono la nostra vita.