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Oggi (finalmente!!) parliamo con… Alessandro Noseda

Da Gialloecucina

Non vi nascondo che oggi sono veramente entusiasta di ospitare Alessandro Noseda. Se i contenuti di questo blog vi piacciono o vi offrono spunti di riflessione, se una delle schede pubblicate vi ha spinto ad acquistare un libro che altrimenti non avreste mai acquistato o a conoscere un Autore/Casa editrice così detti “minori” il merito è in gran parte di questa persona. Non ci siamo (ancora) mai incontrati eppure la nostra passione comune ci spinge a ricercare materiale da pubblicare per alimentare il nostro progetto e soddisfare la vostra lettura.

Alessandro Noseda è l’autore della trilogia che ha come protagonista Luca Mariani. Sfruttando l’occasione dell’uscita del terzo capitolo gli ho strappato un’esclusiva! Sperando di leggere quanto prima qualcos’altro del mio validissimo compagno di blog, vi lascio all’intervista!

 

Incontriamo al Caffè Pedrocchi Alessandro Noseda di cui abbiamo recentemente pubblicato la recensione dell’ultimo eBook ”Salvatore Caruso”.

Benvenuto a Giallo e Cucina, anche se giochi in casa! Cosa prendiamo? Un caffè? Un aperitivo?

Grazie Elio e bentrovati agli amici di Giallo e Cucina. Strano essere qui da intervistato!

Direi uno spritz! Prosecco, Campari, ghiaccio, seltz e fetta di arancia.

Come hai scelto il posto?

È uno dei miei locali preferiti, intriso della storia della città. Seduti a questo tavolino (proprio qui girarono una bellissima scena de “La giusta distanza” di Mazzacurati, ricordi?) si può gustare lo “struscio” cittadino, osservare il via vai degli avventori, comporre anche nuovi personaggi.

Presentati ai lettori. Chi è e perché scrive Alessandro Noseda?

Faccio il bancario, vivo a Padova con moglie, figlia, gatta e cane. Conseguita la laurea in legge, ho svolto il servizio militare di leva come Sottotenente nella Guardia di Finanza. Così è nato l’amore per il Corpo e la divisa. Congedatomi, mentre svolgevo la pratica legale, sono stato assunto da un Istituto bancario. Ho preferito la concretezza dello stipendio ai più entusiasmanti sogni adolescenziali.

Perché scrivo? Perché mi piace ed è – almeno per me – terapeutico! Un modo per eliminare tensione, tossine e brutte giornate, un po’ come la corsa.

Leggo anche molto, soprattutto italiani, meglio se sconosciuti o quasi. Mi piace fare scouting. Devo amaramente constatare che molti connazionali non hanno il successo che meritano, nonostante la qualità dei romanzi pubblicati. In altri Paesi – forse grazie al marketing editoriale – vengono distribuiti capillarmente, apprezzati e tradotti in più lingue.

Scrivi oramai da mesi per questo Blog in veste di collaboratore esterno ad una redazione virtuale. Come ti è saltato in mente? Sei pentito? E soprattutto: quando farai un corso di computer per non sovraccaricarmi di lavoro?

La collaborazione è nata proprio per caso. Una sintonia virtuale col curatore del Blog che mi ha cooptato in quest’avventura. Pentito? Proprio no! Mi fa molto piacere condividere consigli di lettura coi lettori e intervistare gli scrittori.

Con il p.c. ho un rapporto difficile: un amico/collega mi chiama “Stone-Age” ad evidenziare la mia predisposizione verso la tecnologia. Sono un uomo da pennino e inchiostro nell’era digitale! E poi il Capo sei tu!

Quando e come ha avuto origine la tua passione per la lettura? 

Da bambino, grazie a mamma. È stata lei a contagiarmi con la sua passione. Prima leggendomi le fiabe, poi procurandomi libri per ragazzi. Ricordo ancora “Il Giornalino di Giamburrasca”. Lo divorai! Poi ci fu il periodo dei Gialli dei Ragazzi Mondadori. Li abbandonavo solo per giocare a pallone coi compagni di scuola.

Come scegli i libri da leggere?

Mi fido del consiglio degli amici e delle recensioni di Giallo e Cucina. Come detto, di solito evito i “soliti noti” perché amo le nuove voci. Ce ne sono molte davvero interessanti.

Ascolti musica quando scrivi?

Dipende dallo stato d’animo e da cosa sto scrivendo in quel momento. Spesso sì. Adoro gli OverJazzed (li trovate anche su FB) e, quando posso, vado ad ascoltarli dal vivo nei locali. Altrimenti mi accontento dei loro CD.

Qual è il tuo rapporto con la cucina?

Di amore e odio! Di amore perché amo cucinare per familiari e amici, di odio perché sono perennemente a dieta e devo contare le calorie…

“Salvatore Caruso” è il terzo capitolo della trilogia dedicata a Luca Mariani. Com’è nata l’idea della trilogia? Non ti bastava un romanzo d’esordio?

In realtà, la storia era completa nella mia testa già dalle prime pagine. È stato un colpo di fortuna incontrare Valerio Villa de “La Ponga Edizioni” che, letto il primo, ha scommesso su di me, decidendo di pubblicare l’intera trilogia.

Ti sei ispirato a qualche persona reale per la caratterizzazione di Giulia Martini o è solo un parto della tua fantasia? E di Luca Mariani, cosa puoi dirci?

Sì. Rubo molto alla realtà, sono un attento osservatore. Tutti i personaggi sono puzzle di persone che ho incontrato. Tratti fisici o caratteriali, aspetti intellettuali, comportamentali o morali. Praticamente un moderno Victor Frankenstein.

Luca Mariani rappresenta un modello, un uomo che crede nei propri ideali e li persegue sempre e comunque, assumendosi le responsabilità e affrontando i rischi conseguenti…

Quali sono state le maggiori difficoltà incontrate nella stesura della romanzo?

Scrivere è difficile. Mettere in fila le idee che ti frullano in testa in modo che siano intellegibili al prossimo, ancora di più. Spesso lavori sullo stesso capitolo più volte. Smonti e rimonti la storia finché non ottieni il risultato voluto. Io non sono un professionista, quindi è stato piuttosto complicato. Ho avuto un’ottima editor (Valentina Sagnibene) che ha saputo darmi i consigli opportuni, senza imporre mai il proprio punto di vista.

 A chi e perché consiglieresti la lettura del tuo libro?

Una lettrice ha definito i miei romanzi “letture da ombrellone”. Questa definizione mi è piaciuta molto. Se solo sono utili a passare qualche ora di svago, a distrarre dai pensieri quotidiani e ad offrire qualche spunto di riflessione hanno superato le mie più rosee aspettative. Non scrivo per lasciare messaggi immoratli al prossimo, ma per divertirmi e, spero, divertire.

Cosa puoi raccontarci a proposito della tua esperienza editoriale?

Come accennato sopra, fortunatissima. Non credevo proprio di trovare un editore (non a pagamento) che credesse in Luca Mariani e volesse l’intera trilogia. Con La Ponga è nata un’ottima collaborazione, tanto che ha voluto anche il prossimo romanzo, un thriller ambientato a Torino che uscirà quest’estate.

Che tipo di lettore sei? Ci sono degli autori ai quali ti ispiri o che rappresentano per te un modello di riferimento?

Leggo tanto e un po’ di tutto, ma amo specialmente i noir e i gialli. Non vi tedio con un lunghissimo elenco di nomi e titoli. Da ogni autore “prendo in prestito” qualcosa. Chi va al mulino…

Come lettore, sei fermo alla carta o ami anche gli eBook?

Amo la carta, a volte scelgo gli eBook per ragioni di prezzo e spazio. Ormai casa strabocca!

Un consiglio che daresti ad un esordiente?

Non mollare mai! Fai leggere le bozze a persone fidate che mettano in luce sinceramente punti di forza e di debolezza. Scrivi, riscrivi, integra, taglia… Credici!

Domanda finale Alessandro ma tu, a differenza di tutti gli altri, NON hai scelta: lasciaci con una citazione e con una ricetta!

La citazione: «Ciò che facciamo in vita riecheggia per l’eternità» da “Il gladiatore”, perché credo sia davvero così.

La ricetta delle “Mini tortillas” l’ho rubata all’amica Gabriella, ma so che le fa piacere condividerla.

Ingredienti: 5 uova, 2 patate, 1 peperone rosso, 1 cipolla di Tropea, 1 spicchio d’aglio,4 foglie di salvia, 80 gr di grana padano grattugiato, olio extravergine d’oliva, sale, pepe.

Procedimento: lavate le verdure, sbucciate le patate, private il peperone del torsolo, dei semi e delle nervature interne e tagliate entrambi a dadini. Pelate la cipolla e affettatela fine.

Mettete tutto in un tegame con 4 cucchiai di olio, l’aglio tritato, la salvia, sale e pepe; lasciate stufare il mix per 20 minuti a fuoco basso, mescolando spesso.

Sbattete le uova in una ciotola con il grana, sale e pepe. Quando le verdure sono pronte, toglietele dal fuoco, lasciatele intiepidire e mescolatele alle uova. Versate il composto in stampini da muffin unti di olio e infornate per 10 minuti a 200 gradi.

Prosit!

Alessandro



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