PADOVA. Oggi dovrebbe essere la giornata giusta per la nascita del nuovo Padova. Giuseppe Bergamin e Roberto Bonetto stanno cercando di velocizzare il più possibile le procedure per dare un'anima definita alla società, che chiederà l'ammissione al campionato di serie D dopo la mancata iscrizione del Calcio Padova 1910 alla Lega Pro, con la scomparsa del Biancoscudo dal professionismo. A mezzogiorno è prevista la stesura dello statuto societario, che verrà poi valutato dal sindacoMassimo Bitonci, ieri assente per l’intera giornata. In mattinata il primo cittadino incontrerà nuovamente i due imprenditori per approvare il piano della newco e dare così il suo “via libera”. Un benestare fondamentale, visto che sarà proprio Bitonci a scrivere alla Federcalcio, indicando la nuova società come rappresentativa di Padova e chiedendo l'iscrizione, anche in sovrannumero, alla prossima serie D, iscrizione che Bergamin e Bonetto dovranno completare versando 300 mila euro a fondo perduto.
Nome e stadio. A meno di intoppi, oggi conosceremo anche il nome della nascente associazione. Fino a ieri sera c'era ancora incertezza su questo fronte, con gli stessi Bergamin e Bonetto che hanno provato a tastare il polso ai tifosi prima di decidere la denominazione. Una denominazione, in ogni caso, provvisoria, visto che è nelle loro intenzioni rilevare nome e logo del vecchio Acp, una volta fallito. I nomi più probabili sono:Biancoscudati Padova e Fc Padova.
L'orecchio è teso ai tifosi anche per quel che riguarda la questione stadio. Abbandonata la suggestione di tornare all'Appiani (si sarebbe dovuto fare un campionato in deroga, potendo ospitare al massimo un migliaio di appassionati), molti hanno espresso il desiderio di abbandonare il freddo Euganeo per trasferirsi al Plebiscito, più agibile, a norma per la categoria e soprattutto con gli spalti a ridosso del campo. Così potrebbe essere alla fine, fermo restando che andranno eseguiti lavori di ammodernamento dell'impianto e andrà completamente rifatto il manto erboso. L’Euganeo resta comunque in lizza, anche se è già a disposizione dell’Atletico San Paolo.
La società. Bonetto e Bergamin sono, dunque, i personaggi attorno ai quali ruoterà il Padova futuro. Oggi, o al massimo domani, i due presenteranno anche il proprio business plain triennale al sindaco. Un piano che, è giusto sottolinearlo, non prevede follie economiche per un ritorno immediato in Lega Pro. La volontà è quella di una gestione molto oculata, che rispetti i parametri della categoria dal punto di vista degli ingaggi dei giocatori e poggi su una struttura societaria piuttosto snella. Un direttore generale, un allenatore (continua a circolare il nome di Claudio Ottoni, ex capitano della serie A) e nessuna doppia figura. Per il primo anno si parla di unbudget tra il milione e il milione e duecentomila euro.
Ma chi affiancherà i due principali attori già in scena? Sembra confermato il nome di Walter Tosetto come socio di minoranza (da capire se entrerà subito o in una second fase), mentre ci sono maggiori dubbi suGiampaolo Salot. Il progetto prevede comunque di coinvolgere varie forze cittadine anche a campionato in corso, mentre Bernardinello e Nicolazzi hanno dato il loro assenso a finanziare la Scuola calcio, così come facevano con il vecchio Padova. Di sicuro un 10% delle azioni sarà riservato ad associazioni di tifosi. Anche per questo nelle ultime ore sono frequenti i contatti tra i rappresentanti del tifo organizzato e Aldo Tomat, promotore dell'azionariato popolare che ha riscosso grande successo nell'ultimo mese, per far confluire il tutto in un’unica associazione.Verso il concordato? Sin qui, le notizie sulla nuova realtà. Ma c’è da fare i conti ancora con ciò che resta del Padova 1910, e con il suo presidente Diego Penocchio, inibito ieri dalla Disciplinare per 40 giorni, con penalizzazione di un punto alla Spa biancoscudata da scontare in caso di partecipazione ad un campionato della Figc (tutto ciò per le irregolarità nei pagamenti degli stipendi di gennaio e febbraio ai propri tesserati, inerenti a contributi Inps e ritenute Irpef). I debiti, sportivi e non, della società sono pesantissimi e, se non si trova una soluzione in fretta, lo spettro del fallimento è concreto. I legali dell’imprenditore bresciano e quelli della Unicomm di Marcello Cestaro si sarebbero incontrati nei giorni scorsi per studiare una sorta di concordato con i creditori, giocatori e tecnici compresi. Non è possibile dire quante probabilità di andare a buon fine abbia tale iniziativa, ma la volontà della vecchia e nuova proprietà sarebbe quella di raggiungere un’intesa con tutti i soggetti interessati. Quanti milioni di euro potrebbero servire? Dai 4 ai 5. La domanda, però, è la solita: chi ce li metterà?
Fonte: mattinopadova.gelocal.it