Brian the Brain L'Integrale
Oggi, a partire dalle 16:30, Comix Factory ospiterà la terza tappa del tour italiano di Miguel Angel Martin, tour organizzato in collaborazione con NPE.Questa è la seconda volta che l'artista spagnolo onorerà Comix Factory della sua presenza. La prima volta, nell'aprile del 2013, l'incontro fu un vero successone.
Miguel Angel Martin
nel corso della presentazione del 2013
Questa volta Martin presenterà la raccolta integrale della sua creatura più amata e conosciuta, Brian the Brain.
Brian e il cervello. Quale e quanta metafora banale e potente. Brian è un bambino diverso. Per colpa di un esperimento genetico a cui la madre ha accettato di sottoporsi durante la gravidanza, Brian è nato senza scatola cranica, col cervello all’aperto, esposto alle intemperie ed alle cattiverie, più sensibile eppure più grottesco di chiunque altro. Un freak.
Brian è il crocevia di quel mondo patinato che è l’occidente, la modernità, il benessere, di cui Martín ci mostra tutti i limiti e le falsità. Da abile chirurgo qual è, l’autore affonda il bisturi, cerca le piaghe e ce le mostra asetticamente, lasciando a noi l’onere di giudicare.
Il volume, arricchito dalla prefazione di Jorge Vacca, contiene la vita di Brian da bambino, da adolescente e da adulto. La terza parte, Out of my Brain, non era mai stata pubblicata in Italia, e il prequel e l’epilogo sono inediti in tutto il mondo e appaiono per la prima volta in questo volume.
“Brian the Brain è diverso da tutti gli altri Miguel Ángel Martín: perché davanti agli libri di Martin ti inchini all’intelligenza e alla tecnica, ma rimani col cuore appeso e il cervello bloccato, e quando ti trovi davanti all’autore non decodifichi troppo e taci. Davanti a Brian finalmente ti sciogli, capisci, ripensi all’opera omnia, rivedi tutto sotto un’altra luce, ti fai spazio in mezzo ai detriti e finalmente rinfrancato di spingi ad ammetterlo: anche Miguel Ángel Martín ha sentimenti, pensieri, poesia, e un’anima. Chissà se poi è vero, se ce l’ha davvero l’anima questo autore tremendo e sornione, o se non gioca da gatto con noi topolini anche stavolta, conscio delle nostre debolezze, del nostro bisogno di favole". (Massimo Galletti)
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