Oggi la Lettonia

Creato il 20 agosto 2010 da Basketcaffe @basketcaffe

La Nazionale Italiana torna a Bari per la seconda giornata di ritorno del Qualifying Round per il prossimo Europeo, l’avversaria è quella Lettonia che all’andata segnò il passo falso, forse il più pesante, della squadra guidata da Pianigiani. Come tutti ricorderete una confusionaria Italia fu sconfitta 69-68 in un roccambolesco ultimo minuto dalla giovane selezione baltica, capace anche di vincere nettamente la sfida contro la Finlandia. Questa Lettonia non è quindi da sottovalutare, anche se i passi avanti fatti dai nostri nelle ultime gare fanno ben sperare contro una formazione che sicuramente per esperienza e tasso tecnico non può certo competere con gli Azzurri.
All’andata, una partita nervosa e giocata più di spada che di fioretto, fu favorevole alla giovanissima ma arrembante formazione di coach Ainars Bagatskis… più per demeriti di Mordente e compagni che per le abilità dei biancorossi. Il 4/18 al tiro dalla distanza non può essere una scusa, soprattutto se pensiamo che i nostri avversari fecero anche fatto peggio (4/19), così ci si affaccia a questa sfida fondamentale con fiducia ma consapevoli che bisognerà sudarsi la vittoria per continuare a sperare nella qualificazione diretta.
Gli uomini da tenere maggiormente sotto osservazione sono la guardia Janis Strelnieks che viaggia alle rispettabilissime cifre di 11.8 punti, 5.2 rimbalzi e 5 assist a gara; e Rihard Kuksiks, devastante tiratore che ne mette 16.4 a sera con un clamoroso 55.9% da tre punti, ed un high di 24 punti con 7/14 dai 6 e 25.
Coach Pianigiani deve però guardare all’interno del suo spogliatoio per far tenere la rotta giusta al veliero Azzurro che sembra finalmente aver trovato il vento buono.

Coach Simone Pianigiani analizza in maniera esauriente il momento degli Azzurri:

“Mancano tre gare alla fine del girone di qualificazione e saranno tutte e tre importanti. La partita di domani contro la Lettonia servirà a stratificare la fiducia dei nostri giocatori, come costanza di rendimento, di atteggiamenti, una tappa importante nel nostro processo di crescita di un gruppo che ha cominciato un nuovo corso. Ho sempre ragionato in questi mesi oltre il risultato. La Nazionale deve essere riconoscibile per il tipo di lavoro che fa e il nostro obiettivo è di alzare ogni giorno l’asticella e cercare di fare meglio. Anche dopo le tre sconfitte non abbiamo mai perso di vista questo obiettivo, anche quando abbiamo perso di un punto con la Lettonia (69-68) a Riga. Quella gara, oggi, forse è da rivalutare, perché rispetto alla prima partita in casa con Israele ci fu una tenuta migliore per tutta la gara, però i Lettoni presero 14 rimbalzi più di noi. Abbiamo lavorato sulle imperfezioni e in Israele uno dei motivi della nostra vittoria è stato proprio il fatto che non solo abbiamo preso più rimbalzi, ma l’abbiamo fatto proprio con le guardie, a testimonianza del fatto che siamo cresciuti tutti. Questa nostra qualificazione è la testimonianza di una crescita continua, stiamo lavorando per costruire qualcosa che vada al di là anche delle partite di quest’anno e guardi in toto alla qualificazione pensando, perché no, all’Additional round del prossimo anno. Poi, è ovvio vogliamo fare risultato, vogliamo vincere. E’ normale. Bari ci ha dato una splendida ospitalità finora. Sentiamo il calore del pubblico anche nelle piccole cose quotidiane. La città ha la possibilità di vedere una Nazionale in crescita. Noi daremo il 110 per cento, sono sicuro che Bari apprezzerà e non farà mancare il proprio apporto. La Lettonia è una squadra molto forte, giovane, corre sempre in contropiede, tutti gli esterni hanno facilità a segnare e tirare da tre, hanno faccia tosta e sono veramente temibili, ma noi giochiamo per vincere. Le vittorie servono ad alimentare il nostro percorso di crescita, a dare la conferma tangibile ai giocatori della bontà del lavoro svolto. Siamo una squadra che si sta scoprendo, che sta scoprendo il proprio valore nel medio termine. Siamo una squadra futuribile: ad esempio Bargnani ha 25 anni, Belinelli 24, Aradori ha 22 anni. Sono il cuore della nostra pallacanestro. C’è bisogno di tempo per crescere ed imparare, al di là delle sconfitte. Io lavoro con questa prospettiva


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