giovedi 19 ...continua...
Ma non deve essere uno sforzo comportarsi bene. Deve diventare un’abitudine, uno stile di vita. La vita come una preghiera.
La vita come nostro indelebile segno di Fede. Ognuno se la scelga la propria strada. Diversa per un qualcosa di piccolo, ma individuale, personale.
E’ un nostro dovere. Non pretendo che i miei figli girino con uno zaino in spalla con poche cose utili e molte immondizie.
Ci mancherebbe altro. Anzi mi preoccuperebbe, anche perché mal sopporto gli emulatori. Ma mi piacerebbe, anzi mi piace, vederli scartare una caramella e senza pensarci infilare la carta in tasca.
O magari trovarmele sotto il sedile dell’auto: buon segno, vuol dire che non l’hanno buttato dal finestrino.
Una a diciassette anni, e l’altro più di diciotto, e non mi meraviglia nel vederli sorpresi nell’osservare certe persone comportarsi in modi che neanche io condivido. Che soddisfazione! Tutto sta funzionando. Ma certo che loro sono loro. I figli sono i figli, non sono i nostri figli.
E non sono e non devono avere altri ruoli. Vivono in confronti e relazioni diverse dalle nostre. Stesso mondo, pochi anni di differenza, generazioni diverse, diverse rotte.
Noi genitori camminiamo con scarpe e per sentieri diversi. La nostra vita, le nostre battaglie hanno già avuto dei risultati. E qualcosa ci hanno insegnato, nel bene o nel male, ce l’hanno detto.
Esperienza buona, tesori per il nostro futuro. E’ come un contadino che ha alle spalle anni ed anni di semine e di raccolti, che gli hanno insegnato come è meglio fare. Loro, invece, non hanno dei risultati, perché hanno seminato solo per una, al massimo due volte, ed in pochissimi fronti. Sono al primo svolgimento.
E le risposte, il raccolto è ancora insufficiente, inconsistente. Non hanno, in sostanza, un’esperienza propria e concreta.
Solo per questo ci guardano, perché cercano una mano, una guida, un aiuto, un maestro discreto e rispettoso da seguire, ancora per un po’.
Come gli aquilotti pronti per il volo non si sporgerebbero mai dal rassicurante nido in alto sulle rocce. Guardano la madre, maestosa e saggiamente impavida, e si fidano ciecamente di lei, al punto, ad un certo preciso momento, apparentemente in una giornata uguale alle altre, di saltare dal nido nel buio dell’abisso. Seguono la madre passo per passo, non perdendola mai di vista, imitandola in tutto.
Ma un dato giorno abbandoneranno il nido senza guardarsi indietro, voleranno in ripetuti ed entusiasmanti tuffi nel blu, per i loro cieli, con la loro vita, tenendo la madre solo, ma per sempre, nel sangue.
Preziosa e determinante sarà stata l’esperienza che gli ha proferito nei primi istanti di vita, fino al primo volo.
Ecco la Natura. Ecco i nostri figli. E sono già un po’ saggi, perché spesso ci guardano, quando noi non li guardiamo. Ed è anche per questo che abbiamo il dovere morale di comportarci bene, sempre.
Sia quando siamo soli, che quando siamo in gruppo. Deve diventare un‘abitudine, comportarsi bene. Fino ad un certo punto, loro ci imiteranno. Poi si staccheranno, diventeranno autonomi, e spero, anzi ne son sicuro, saranno migliori di noi.
Certi salteranno dal nido presto, senza esitazioni. A qualcuno invece servirà un po’ più di tempo, ma basterà dargli fiducia, aiutarli, spingerli e dargli una pacca sulla spalla tutti i giorni. Fin quando la pacca sulla spalla se la daranno da soli tutte le mattine, e così voleranno.
Buona Vita MaxSolinas
MaxSolinas-Figli