Magazine Asia
Ciao Flavio, grazie innanzitutto della tua disponibilità. Che ne diresti d'iniziare parlandoci un pochino te, di cosa ti piace fare ma soprattutto di cosa ti ha portata ad approcciarti alla scrittura e che ruolo ha quest'ultima nella tua vita?
La mia vita è simile a quelli di molti altri. Mi sono innamorato di una ragazza a 15 anni, ci siamo scritti lettere appassionate per 5 anni senza mai incontrarsi e un giorno lei si è presentata a casa mia. Dopo due anni di convivenza ci siamo sposati e dopo 12 mesi abbiamo divorziato. Ho frequentato i locali di ballo latino americano, fatto amicizia con zingari e poi ho incontrato una donna talmente diversa dal mio girovagare da sposarla e farci una figlia meravigliosa. Nel frattempo ho quasi sfiorato il fallimento economico, ho avuto i mobili di casa pignorati e sono risorto in un nuovo lavoro. Sono stato per sette anni consecutivi campione di Subbuteo della mia provincia e ho giocato al torneo di Montecarlo, Madrid e Edimburgo. Ho minacciato di morte il mio vicino di casa e ho curato un passero aggredito dal mio gatto.
Una vita come tante.
La scrittura è stata la conseguenza. Avevo scritto delle cose attorno ai vent'anni e prima ancora tenevo una specie di diario di racconti spaziali con protagonisti i professori dell'istituto tecnico. Ancora oggi sembra che sia il testo più letto dagli studenti.
Poi un buio di vent'anni. Mi sono svegliato e ho scritto il mio primo libro "il cavaliere bianco" e poi "il campione di subbuteo". Fino a Eve che ritengo sia il lavoro più maturo.
"Eve" è il titolo del tuo romanzo, da cosa ti è nata l'idea di questa storia?
Un caro amico che aveva letto i libri precedenti mi ha consigliato di scrivere qualcosa per le donne. Al primo impatto gli ho dato del matto, donne? cosa significa scrivere per le donne? Mi ha spiegato che il mio tratto era sprecato per il lettore maschile che in pratica non legge. Invece le donne sono più attente e soprattutto più lettrici. L'idea mi ha ronzato nella testa fino a prendere corpo.
Ti va di parlaci un pochino della trama?
Eve è un transessuale. Bella, talmente bella che chi non la conosce crede sia una donna. Non è la storia di un trans emarginato, Eve è perfettamente integrata nella società. Lavora in un negozio di abbigliamento e ha un fidanzato di quindici anni più vecchio. Tutto molto bello. Un giorno il fidanzato la scarica di colpo, senza una spiegazione e lei si ritrova un debito parecchio corposo lasciatole dal fidanzato. Come farà una bella ragazza come lei a ripagare il debito? Riuscirà a riparare il proprio cuore ferito? Ricordiamoci che se all'apparenza è una donna, sotto sotto non lo è.
Com’è stato scriverlo? Quali sono stati i momenti più importanti e quali gli aspetti che hai cercato di valorizzare e far emergere maggiormente in questa storia?
Scriverlo è stato magnifico. finalmente mi sentivo libero dagli schemi e potevo muovere la protagonista lungo il filo della storia lasciando semplicemente le cose accadere.
In questo romanzo ci sono tutti i sottoeroi della mia testa. Truffatori, zingari, bariste. Sono loro il profumo della storia, oltre a Eve che si è rivelata un personaggio molto potente. In questa storia ho cercato di trasmettere un messaggio, non una morale, ma come una spiegazione. Volevo spiegare alle donne come sono fatti gli uomini e quale miglior personaggio di un trans. Un corpo di donna con una mente maschile. Istinto e ormoni.
Il punto forte di questa storia è proprio il trans che non viene descritto nell'emarginazione. Eve è integrata nella società, non si prostituisce e non si droga. Eppure entrerà in un circolo di esperienze più grandi di lei.
Si dice che, di solito, prima di essere scrittori si è anche lettori. Sei d'accordo con quest'affermazione? Quanto è importante la lettura nelle tue giornate? Quali sono i generi che maggiormente ti affascinano?
King, uno dei maestri di tutti noi, scrive quattro ore e legge quattro ore. Questo sarebbe il mio sogno. Non si può scrivere senza essere dei forti lettori, chi dice il contrario è un pessimo scrittore e gli auguro una vita di aggettivi ridondanti. I miei favoriti sono diversi autori. Per la trama e l'intreccio ho una passione per Jeffery Deaver, colleziono i suoi libri e ne ho anche uno con dedica. Per lo stile il signor Wallace è inarrivabile. Infinite Jest è stile allo stato puro, ne leggo un paio di capitoli al mese. La storia magari non ha un grande senso, ma come vede le cose lui. Purtroppo non ha retto il talento e si è ucciso.
King è il maestro e non serve aggiungere nulla. Ci sono pezzi migliori e pezzi peggiori, ma rimane il maestro.
Poi ci sono i russi, un grande capitolo a parte. Dostojevski è il mio prediletto e il suo "delitto e castigo" è un must per ogni autore. Mi piace meno "Guerra e pace" di Tolstoi, ma sono gusti personali. La mia libreria Anobii dice che ho letto 122 libri in tre anni, c'è di tutto. Adesso sto leggendo Joe Abercrombie e mi piace molto.
Hai già progetti di scrittura futuri in testa?
A Gennaio presenterò Fòbal, un romanzo su un quarantenne che riforma la squadra di calcio di quando era ragazzo. Un libro decisamente per i maschietti. Attualmente sto scrivendo "il principino della truffa", il titolo è provvisorio, ma credo sarà un lavoro degno di nota. Spero.
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