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Oggi parliamo con… Antonio Pagliaro

Da Gialloecucina

Ragazzi, non sapete con quanto piacere oggi accogliamo nuovemente nel salotto virtuale del blog Antonio Pagliaro. L’intervista, curata da Alessandro Noseda, ci svela alcuni retroscena sul suo ultimo lavoro, “Il bacio della Bielorussa”. Colgo l’occasione per rinnovare l’invito a non perdervi questo noir veramente ben scritto! Ringrazio Antonio per il tempo dedicatoci! Buona lettura!

 

Ci accoglie nella sua casa di Palermo Antonio Pagliaro, ora in libreria con “Il bacio della bielorussa” – Guanda Ed. (di cui vi abbiamo recentemente parlato in queste pagine). Buongiorno Antonio e grazie per l’invito a pranzo. Cosa prepari?

Preparo un falafel di ceci e patate, un piatto che ho scoperto da poco e che mi piace molto.

Mentre cucini ci racconti brevemente chi sei e perché leggi e scrivi?

Sono uno scrittore che ama la prosa asciutta e il dialogo, che detesta orpelli e didascalie, cresciuto coi gialli classici inglesi (che però non mi piacciono più tanto) ma poi appassionatosi a J.P. Manchette e al noir francese che considera un modello. Scrivo perché è una passione diventata un mestiere.

I tuoi romanzi: come nasce l’idea? Da cosa trai spunto? Quanto prendi in prestito dalla realtà quotidiana e quanto è parto di fantasia?

Ogni romanzo nasce da un’idea diversa. Spesso dalla cronaca, ma non sempre. Scrivere un romanzo richiede tempo e documentazione.

Come affronti la sfida? Hai il mito del delitto perfetto?

No, almeno finché non mi sarà indispensabile liberarmi di qualcuno. Il tempo lo ritaglio fra mille altre cose. Per la documentazione, il web aiuta molto. Un tempo avrei perso giornate in biblioteca, oggi accedo a quasi tutto ciò che mi serve da casa.

Quali sono state le maggiori difficoltà nella stesura del romanzo? Come delinei i personaggi? Segui una scaletta o ti fai guidare dalla storia?

Il linguaggio di Franz è stato difficile da rendere, e ho studiato molto. Per il resto se non ricordo male, e potrei anche ricordare male, è stato un romanzo scritto in modo molto fluido, senza grandi difficoltà o blocchi. C’è una scaletta per tutto, ma difficilmente sopravvive fino alla fine del romanzo. Molte idee vengono in corso d’opera. Anche alcuni personaggi nascono in corso d’opera.

E del rapporto con Editor ed Editore cosa puoi dirci?

Il romanzo era già maturo quando è arrivato nelle mani dell’editor di Guanda. Lo avevo rivisto tante volte, e avevo avuto i consigli di Giulio Mozzi, che ritengo il più bravo editor italiano (oltre che un magnifico scrittore). Quindi l’editor ha avuto poco lavoro. L’editore ha fatto una bella copertina.

Dove scrivi? Hai un posto preferito? Carta e penna o direttamente al p.c.?

Prendo appunti su carta, ho alcuni taccuini, ma il romanzo lo scrivo la pc.

Preferisci il silenzio o ami musica di sottofondo? Che musica ascolti?

Dipende dal momento. Ascolto spesso musica classica che mi rilassa, oppure Pink Floyd. Una delle mie passioni più recenti sono gli Archive.

Descriviti come lettore? Quali libri compri? Hai un genere preferito o spazi a seconda del momento, dello stato d’animo? E sedevi regalarlo un libro come scegli?

Sono un lettore severo che può interrompere un libro alla terza riga. Autori a cui mi ispiro: come ho detto prima, il noir francese, soprattutto J.P. Manchette e il tedesco Ferdinand von Schirach, oltre al mio conterraneo Sciascia. Regalo solo i libri che mi piacciono.

Cosa pensi degli eBook? Avvicineranno gli italiani alla lettura? Perché da noi si legge così poco?

Penso che siano un’opportunità, anche se io amo avere una grande biblioteca piena di carta, e non file in un lettore. La biblioteca la ritengo anche indispensabile per i bambini, che devono toccare i libri e giocarci per amarli. Perché si legge poco è una domanda troppo difficile.

Un consiglio ad un esordiente che ha la sua storia nel cassetto?

Nel 99% dei casi, è bene tenere il cassetto chiuso. Nel restante 1%, trovare qualcuno molto severo che legga e dia consigli mirati, poi mandare a poche case editrici selezionate con cura. Gli invii a tappeto costano e servono a poco.

Ti piace presentare i tuoi libri al pubblico? Una domanda che non ti hanno mai fatto (e a cui avresti voluto rispondere) ed una che t’ha messo in difficoltà?

Le presentazioni sono un male necessario. Non ci sono domande a cui vorrei rispondere che non mi hanno fatto, in genere non amo rispondere alle domande. Tuttavia non mi ricordo di essere stato messo in difficoltà.

Un autore (o più) che costituisce per te un benchmark. E perché? Già citati prima: J.P. Manchette e Ferdinand von Schirach, e Leonardo Sciascia. Quale loro libro consiglieresti ai nostri lettori?

Uno a caso dei tre autori appena citati, ma non l’ultimo di von Schirach un po’ deludente.

Grazie per il tempo che hai voluto dedicarci. Come consuetudine di Giallo e Cucina, ti chiediamo di chiudere con una ricetta ed una citazione!

Visto che chi sta leggendo è già su internet, fa meglio a cercare la ricetta altrove. Io non sono bravo. Una citazione: Tutti i nodi vengono al pettine. Quando



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