Incontriamo per un aperitivo Diego Collaveri, papa’ del commissario Botteghi. Intervista a cura di Alessandro Noseda.
Buongiorno Diego e grazie per il tuo tempo! Raccontaci di te. Chi sei e perchè scrivi?
Nasco come musicista da giovanissimo, ho cominciato che avevo una quindicina di anni, come chitarrista e arrangiatore. Ho avuto una bella carriera in EMI music, affiancando numerosi artisti italiani, seppur breve perché ho dovuto interrompere a causa di problemi personali. La scrittura penso sia nata lì, con testi di canzoni, ma solo quando questa avventura musicale è finita l’ho indirizzata alla narrativa e alla poesia, ottenendo dubito ottimi riscontri. In breve tempo è stata una escalation che mi ha sballottato da scrivere poesie e racconti, a sceneggiature teatrali, spettacoli comici, fino ad arrivare alla sceneggiatura di cortometraggi. L’altra mia grande passione è sempre stato il cinema e in poco tempo mi ritrovai a lavorarci come sceneggiatore (4 anni alla Fandango), così decisi di approfondire e studiai molto scrittura cinematografica, storia della cinematografia e regia, lavorando al tempo stesso sui set di registi italiani da cui ho appreso molto. Durante quel periodo ricevevo spesso contatti di case editrici che volevano pubblicassi un volume con loro, ma l’ho fatto solo nel 2010, quando mi sentivo abbastanza maturo, col primo libro Anime assassine – i casi dell’ispettore Quetti (una raccolta di racconti). Ho capito subito che il noir era il mio “abito”, anche se la curiosità e la voglia di misurarmi con altri generi mi ha spinto a scrivere e pubblicare altre forme di romanzo. Scrivo perché è la cosa che amo di più fare, è come l’aria che respiro e non riuscirei a farne a meno.
L’odore salmastro dei fossi e’ la tua ultima fatica. Perchè leggerlo?
Si tratta del primo noir ambientato nella mia città, Livorno, dove la città stessa è uno dei protagonisti. In molti mi hanno detto che il personaggio del commissario Botteghi è molto incisivo e Livorno ne esce come è nella realtà, quindi direi che son ottimi motivi per leggerlo.
Come lettore quali libri acquisti?
Da qualche anno ho ripreso a insegnare cinema e dall’anno scorso tengo un corso di scrittura per il cinema presso la scuola Carver di Livorno, quindi le mie letture sono quasi sempre saggistiche. Adoro il cinema sotto qualsiasi aspetto ed essendo un arte di gruppo ha innumerevoli sfaccettature e professionalità che non basterebbe una sola vita per conoscerle tutte.
Ti piace presentare i romanzi in pubblico? Qual e’ la domanda che ti ha messo in difficolta’, quale quella che piu’ ti e’ piaciuta, quale quella che nessuno ti ha ancora posto?
Amo presentare i libri in pubblico, mi da il senso del contatto col lettore e l’interscambio che si crea è unico. Più che una domanda che mi ha messo in difficoltà ricordo una terribile esperienza durante un festival, dove il relatore che mi aveva affiancato la direzione fu scarsamente professionale e invece di presentare il libro si mise solo a criticarlo, in pessimo modo oltretutto, volto quasi a prendermi in giro. Pensate che gente tra il pubblico prese le mie difese senza nemmeno conoscermi.
La domanda che più mi è piaciuta me la fece un ragazzo delle medie durante un incontro con le scuole a San Gimignano; mi chiese se, visto il mio passato musicale, quando scrivevo era come se mettessi su carta ancora le note. Mi sono commosso.
Beh, si dice che la domanda che nessuno ti ha ancora posto sia sempre la prossima. eheheheh in realtà non saprei rispondere.
Altri progetti editoriali in fieri?
Per adesso mi concentro su L’odore salmastro dei fossi. Ho già un seguito nel cassetto, quindi ne parlerò a tempo debito con la casa editrice. Sono molto grato a Fratelli Frilli Editori, sia per questa occasione sia per la professionalità con cui curano i loro prodotti. Essere con loro è già un grosso traguardo.
Un consiglio a chi legge e ha il suo romanzo nel cassetto?
Non smettete mai di leggere, qualsiasi genere vi appassioni. Se avete un romanzo nel cassetto, proponetevi. Se amate scrivere, allenatevi a farlo. Cercate di capire bene il vostro rapporto con la scrittura, misurate le vostre capacità e studiate, è una cosa che ripaga sempre.
Grazie per la bella chiacchierata. Ora, come tradizione di Giallo e Cucina ti tocca pagare pegno: vogliamo una citazione ed una ricetta che ami!
Per la citazione, visto che adesso conoscete la mia passione per il cinema, immagino capirete perché sarà tratta da celluloide e non carta
“Senza libertà di scelta non c’è creatività. Senza creatività non c’è vita” (William Shatner – Capitano Kirk, Star Trek serie classica, stag.1 ep.22)
Per la ricetta propongo una variante al timballo di maccheroni (che adoro).
Mentre si fa cuocere i maccheroni si prepara un ragù molto denso, ricco di cipolla)a me piace con questo sapore predominante). Poi si prepara una sfoglia di pasta brisé e la si adagia su di una teglia rotonda, dove si versano i maccheroni mischiati col sugo, che verranno ricoperti da un’altra sfoglia di pasta brisé per chiudere il tutto. Mettere in forno fino a cottura e poi gustare :-)