L’ospite di oggi, intervistata da Alessandro Noseda è Fiorella Carcerieri. Corriamo a leggere come si racconta!
Buongiorno e grazie per l’accoglienza. Ci racconti chi sei e perché leggi e scrivi?
Ritengo che leggere e scrivere siano due attività complementari. Necessariamente chi ama la lettura scrive, anche solo per diletto. Nella mia vita ho sempre letto molto, di tutto, sia per motivi di studio che per ragioni di lavoro. Tuttavia, se quattro anni fa mi avessero chiesto se vedevo, nel mio prossimo futuro, la pubblicazione di uno o più libri, avrei sicuramente risposto di no. Ma si sa, la vita riserva delle sorprese e, a volte, tutto accade repentinamente. Ho sempre svolto con soddisfazione il lavoro di traduttrice pur conservando da sempre, ben celata in fondo al cuore, una passione cui non avevo mai dato sfogo, quella della scrittura. Una passione che non credevo essere così grande. Nel 2011 ho iniziato a partecipare a svariati concorsi di prosa e poesia. Ho al mio attivo una quarantina di pubblicazioni su svariate antologie. Nel 2012 ho inviato una silloge di ottantanove poesie ad Edizioni Ensemble di Roma, raccolta che è risultata vincitrice del “Premio Matteo Blasi” . Nel marzo 2013 ha visto così la luce il mio primo libro, “SENZA RETE” http://www.ibs.it/code/9788897639688/carcereri-fiorella/senza-rete.html. Quasi in contemporanea è uscito con Edizioni Arpeggio Libero di Lodi il mio primo romanzo “AMORE LATITANTE” http://www.ibs.it/code/9788897242369/carcereri-fiorella/amore-latitante.html Non si tratta di un romanzo d’amore tradizionale, quanto piuttosto di una storia di formazione sentimentale scritta sotto forma di diario che copre diversi decenni della vita della protagonista la quale, giunta all’età di quarantanove anni, decide di fare un bilancio di quella che è stata la sua vita affettiva.
I tuoi romanzi, come nasce l’idea?
Non vi è una regola fissa, molto dipende dall’argomento che decido di affrontare. Può trattarsi di un guizzo improvviso puramente emozionale, come nel caso di “Amore latitante”, oppure di un lavoro preparato e ponderato mentalmente prima di essere trasposto su carta, come è stato il caso del mio ultimo romanzo “Con le spalle al muro”.
http://www.ibs.it/code/9788867930838/carcereri-fiorella/con-le-spalle-al.html
Dove scrivi? Hai un “luogo del cuore” dove trovi ispirazione?
Generalmente riesco a trovare la giusta concentrazione in uno spazio chiuso, nel mio studio o altrove, purché la tranquillità ed il silenzio intorno siano totali.
Preferisci il silenzio o ami musica di sottofondo?
Come già detto, il silenzio per me è l’ingrediente principale per affrontare la scrittura.
“Con le spalle al muro” è la tua ultima fatica. Dove hai trovato spunto? E’ autobiografico? Quanto prendi in prestito alla realtà e quanto è frutto di mera fantasia? Come delinei i personaggi? Segui una scaletta o ti fai guidare dalla storia?
Parto dall’ultima domanda. No, non seguo una scaletta vera a propria. Diciamo che, all’inizio, delineo mentalmente i punti cardine della trama ma poi mi faccio sostanzialmente guidare dalla storia.
I personaggi sono lo specchio, in positivo o in negativo, di soggetti da me incontrati nella vita vera. Quindi li amo o li odio, incondizionatamente. Mi succede però, a volte, di creare personaggi che rappresentano per me un’ipotetica perfezione, quello che vorrei essere stata e non sono.
Sono dell’idea che un libro, di qualsiasi genere esso sia, prenda necessariamente spunto da emozioni vissute dall’autore nella vita reale. Non potrebbe essere diversamente. Questo non significa che i fatti narrati dal romanzo siano autobiografici. Per rendere interessante il libro agli occhi del lettore, l’autore deve saper trasformare conoscenze e sentimenti personali in esperienze che risultino interessanti per il lettore. Nel mio ultimo libro i fatti narrati prendono spunto da fatti realmente accaduti ma personaggi e luoghi sono di pura fantasia.
Quali sono state le maggiori difficoltà nella stesura del romanzo?
Non ho incontrato, in generale, grosse difficoltà ma ci sono stati dei momenti in cui, ad esempio sviscerando sentimenti di dubbio e paura ed andando a scavare in profondità nell’animo di alcuni personaggi, ho dovuto portare interamente il peso di tali sentimenti e questa immedesimazione mi è costata parecchio a livello psicologico.
E del rapporto con Editore ed Editor cosa puoi dirci?
Con entrambe le figure ho avuto un rapporto eccezionale, di perfetta e totale sintonia.
Hai altri progetti?
Al momento non ho ancora in mente nulla di preciso. Sono troppo presa dalla promozione di “Con le spalle al muro”, uscito soltanto due settimane fa e che mi ha assorbito parecchie energie. Ma forse, inconsciamente, sto già pensando a qualcosa i cui contorni restano comunque, per ora, piuttosti indefiniti.
E se ti proponessere una sceneggiatura per un film? Saresti d’accordo o ritieni che i tuoi romanzi soffrirebbero nella trasposizione cinematografica?
Sarei pienamente d’accordo anzi, troverei la cosa eccitante. Mi auguro davvero che ciò possa accadere in un prossimo futuro.
Descriviti come lettrice. Quali libri compri? Hai un genere preferito o spazi a seconda del momento, dello stato d’animo? E se devi regalarlo un libro come lo scegli?
Sono una lettrice compulsiva. Non acquisto mai un solo libro alla volta, ma almeno una decina. E spesso li divoro in poche settimane. Per quanto riguarda il genere, le mie preferenze vanno alla saggistica e ai romanzi a sfondo sentimentale, psicologico e sociale. Riesco a leggere anche altri generi purché si tratti di storie saldamente ancorate alla realtà.
Anche se può sembrare strano, in genere, non regalo libri, a meno che non conosca profondamente i gusti del destinatario del dono. Sono dell’opinione che non vi sia delusione peggiore, per un amante dei libri, che ricevere in regalo quello sbagliato.
Un consiglio ad un esordiente che ha la sua storia nel cassetto e non ha trovato ancora nessun editore interessato a pubblicarla?
E’ una domanda che mi pongono spesso. Sono stata esordiente anch’io qualche anno fa, non avevo la benché minima idea di come funzionasse questo mondo. Piano piano, anche sbagliando, mi sono documentata, ho cercato e trovato. Non è stata una passeggiata e penso di avere ancora una ripida salita davanti. L’unico consiglio che mi sento di dare è di non iniziare nemmeno senza un progetto chiaro in testa e soprattutto di non considerare la pubblicazione di un libro come un gioco od un passatempo. Per produrre qualcosa di buono si deve essere disposti a mettersi completamente in gioco, incuranti della fatica, è necessaria una buona dose di umiltà ed occorre anche mettere in conto una buona dose di delusioni.
Un autore (o più) che costituisce per te un benchmark. E perché? Se ti va, ponigli il quesito che da tempo hai in mente! Magari è tra i lettori del Blog!
Ce ne sono parecchi che ammiro e che sento particolarmente “dentro”, ma più di tutti sento vicina Susanna Tamaro. Una domanda che vorrei farle? Molte, in realtà. Ma soprattutto le chiederei come riesce a descrivere con tanta perfezione i sentimenti e, a volte, le brutture dell’animo umano.
Quale suo libro consiglieresti ai nostri lettori?
Mi viene in mente l’ultimo che ho letto, “Ogni angelo è tremendo” uscito con Bompiani nel 2013 che è, in pratica, la sua autobiografia. Adoro le storie autobiografiche e quella di Susanna la stavo aspettando già da troppo tempo!
Come di consueto, lasciaci con una ricetta o con una citazione!
La citazione che ho scelto è di Primo Levi. E’ la stessa che ho voluto inserire all’inizio di “Con le spalle al muro” e che condensa in poche righe quello che è il succo della storia da me narrata:
“Se si escludono istanti prodigiosi e singoli che il destino ci può donare, l’amare il proprio lavoro, che purtroppo è privilegio di pochi, costituisce la migliore approssimazione concreta alla felicità sulla terra. Ma questa è una verità che non molti conoscono”.
Grazie per avermi ospitata!!