L’ospite di Alessandro Noseda di oggi è Ilaria Tuti. Buona Lettura!
Buongiorno e grazie per l’accoglienza. Ti va di raccontarci perché leggi e scrivi?
Buongiorno! Grazie a voi per questo spazio!
I tuoi romanzi, come nasce l’idea?
Nei modi più vari. A volte è nato prima il titolo della storia, come nel caso de La bambina pagana, racconto con cui quest’anno ho vinto il premio Gran Giallo città di Cattolica e che uscirà a dicembre nei Gialli Mondadori, in appendice al romanzo Tutto quel blu di Cristiana Astori. Cercavo una storia diversa dal giallo classico, che fosse ricca di connotazioni arcane e ambientazioni suggestive. Ho visualizzato il titolo, che contiene già in sé la vera protagonista del racconto, e da quello è nato tutto il resto. Altre volte, invece, mi ispiro alle notizie che più mi incuriosiscono, ai temi che più mi impressionano. Cerco di creare nella mia mente una grande visione fatta di emozioni e personaggi forti, e di tradurla, poi, in una storia organizzata secondo una precisa scaletta.
Dove scrivi? Hai un “luogo del cuore” dove trovi ispirazione? Carta e penna o direttamente p.c.? Preferisci il silenzio o ami musica di sottofondo?
Ho da poco organizzato il mio nuovo angolo scrittura e ne vado fiera! Scrivo su un tavolo antico, tarlato e scalfitto dal tempo e dalle esperienze. Ho sempre desiderato una scrivania così, piena di storia. Nel bellissimo Un’idea di felicità, Luis Sepulveda racconta che scrive su un vecchio tavolo da panettiere regalatogli da un amico. Dice che ancora può sentire l’odore del pane che il suo amico ha preparato per chissà quante persone, e soprattutto l’amore che ci ha messo nel suo lavoro. Fa bene circondarsi di oggetti vissuti, antichi, che qualcuno ha costruito con le proprie mani e la propria bravura, e chissà quanti altri hanno usato nella loro vita. Ho tre taccuini che riempio con appunti, bozze di scalette e appunti su dialoghi. Adoro scrivere le annotazioni su carta, ma la prima stesura è sempre fatta a computer. La musica mi ispira molto e quasi tutte le mie storie hanno la loro colonna sonora.
Dove trovi gli spunti per le tue storie? Quanto prendi in prestito alla realtà e quanto è frutto della tua fervida fantasia? Come delinei i personaggi? Segui una scaletta o ti fai guidare dalla storia?
La prima domanda che mi faccio è: di che cosa voglio scrivere? Deciso il genere, mi chiedo ancora: che cosa posso raccontare di originale? L’obiettivo è sempre quello di indagare storie ancora non sentite, o di farlo in un modo diverso da chi mi ha preceduto, utilizzando prospettive non scontate. Così penso a situazioni non banali, magari un po’ misteriose, comincio a tratteggiare i personaggi, a buttare giù una prima scaletta (necessaria, perché è facile perdersi). Quando i personaggi iniziano a muoversi da soli nella mia mente, allora capisco che sono sulla strada giusta, perché significa due cose: la storia funziona e mi appassiona; i personaggi sono credibili e interessanti. Cerco di usare molto la fantasia, ma sempre nell’ottica della credibilità di quanto scrivo: il lettore deve pensare che quanto sta accadendo nella storia è verosimile, anche se si parla di fantascienza!
Quali sono state le maggiori difficoltà nella stesura di un romanzo?
La ricerca della coerenza interna di una storia è la parte più delicata, e vale per ogni genere e tipo di storia, sia in forma di racconto, che di romanzo. La maggiore difficoltà, per me, resta però trasporre su carta l’idea con la stessa potenza e la stessa fascinazione con cui è nata nella mia mente, farla arrivare al lettore con la medesima intensità. È un lavoro che richiede dedizione alla tecnica e paziente ricerca stilistica. Non sempre mi riesce.
E del rapporto con Editor ed Editore cosa puoi dirci?
Ho avuto la fortuna di vedere alcuni miei lavori editati da Franco Forte, direttore editoriale delle collane da edicola Mondadori. Leggere i suoi appunti e riflettere sui suoi suggerimenti sono state lezioni impagabili. Ho imparato moltissimo e spero di avere ancora molte altre occasioni del genere. L’Editor è il braccio destro dell’autore, lo guida, lo consiglia, lo aiuta a vedere punti forti e difetti del suo lavoro. Indirizza i suoi sforzi in modo più efficace e produttivo. L’Editore… qui si apre un mondo. Ce ne sono di serissimi e altri meno seri, altri ancora che bisognerebbe evitare come la peste e che di editore hanno solo il nome. L’editoria italiana è una giungla, ma orientarsi dopo un po’ diventa facile.
Hai altri progetti in fieri?
Tantissimi. Due thriller fantascientifici, un giallo storico, uno storico sentimentale e molte altre storie che ho segnato nei miei taccuini per non dimenticarle!
E se ti proponessero una sceneggiatura per un film? saresti d’accordo o ritieni che i tuoi romanzi soffrirebbero nella trasposizione cinematografica?
Ne sarei onoratissima, perché quando scrivo, e ancor prima, quando progetto una storia, la immagino sempre come un film, con le scene che si susseguono e i protagonisti che si muovono davanti alla cinepresa, che è il mio occhio critico e che sarà, poi, quello del lettore.
Descriviti come lettore? Quali libri compri? Hai un genere preferito o spazi a seconda del momento, dello stato d’animo? E se devi regalarlo un libro come scegli?
Compro un’infinità di libri, di ogni genere, più di quanti abbia tempo di leggere e stipare in casa. Un tempo mi sforzavo di arrivare alla fine di ogni storia, ora, invece, non mi vergogno di dire che se un libro non trova il mio gradimento, lo abbandono senza rimorsi. Il tempo che dedichiamo a noi stessi è così risicato, che sarebbe un peccato sprecarlo con qualcosa che non ci dà piacere. Spazio dal thriller a tinte noir alla fantascienza, dallo storico al sentimentale, fino alla narrativa così detta più impegnata, che spesso, però, mi lascia con l’amaro in bocca, perché tratta sempre di tematiche piuttosto malinconiche, dei grandi problemi dell’uomo, insomma. Ne acquisto molti anche per documentarmi sulle storie che intendo scrivere. Regalo i libri a seconda del vissuto della persona, o, più in generale, in base a ciò che mi ispirano, ma sempre libri con tematiche positive.
Un consiglio ad un esordiente che ha la sua storia nel cassetto e non ha trovato ancora nessun editore interessato a pubblicarla?
Iscriversi al forum Writers Magazine Italia e mettersi alla prova con i suoi contest. Si impara tantissimo e ci confronta con persone davvero valide, sotto tutti i punti di vista. E poi, sono contest che danno visibilità e la possibilità di vedere i propri lavori pubblicati. Grazie alle selezioni della WMI ho pubblicato sei romanzi brevi, tre horror per la collana The Tube e tre di fantascienza per la collana Chew-9, tutti editi da Delos Digital.
Ti piace presentare i tuoi libri al pubblico?
No, per un problema tutto mio di timidezza. Vivo la “ribalta” come se fosse uno shock anafilattico e parlare in pubblico diventa difficile.
Un autore (o più) che costituisce per te un benchmark. E perché?
Donato Carrisi, perché come autore di thriller non ha nulla da invidiare ai più grandi nomi del genere e, soprattutto, perché ha un modo di scrivere che riesce a coniugare l’azione con l’introspezione, la prosa con il lirismo, e riempie di fascino e di un forte potere evocativo ogni passaggio dei suoi romanzi. Da brividi la sua descrizione della stanza 13 dell’obitorio di Stato in L’ipotesi del male, un incipit a mio parere inarrivabile. Gli invidio ogni parola che ha scritto.
Se ti va, ponigli il quesito che da tempo hai in mente! Magari è tra i lettori del Blog!
Non so che cosa darei per vedere come nasce una pagina di un suo romanzo. Solo una, e potrei già imparare tantissimo.
Quale suo libro consiglieresti ai nostri lettori?
Tutti!
Grazie del tempo che hai voluto dedicarci.
Grazie a voi!
Prima di salutarci ti chiediamo, come consuetudine di Giallo e Cucina, di lasciarci con una ricetta ed una citazione!
Sono vegana, ma i vegani non si nutrono solo di erbetta! Ora cuciniamo dei buonissimi muffin alla zucca.
Tempo preparazione: 10 minuti
Tempo di cottura in forno: 25-30 minuti
Ingredienti per 12 muffin:
300gr di farina di frumento integrale per dolci
100 gr di zucchero di canna naturale
1 cucchiaino di: lievito in polvere, bicarbonato di sodio e cannella
½ cucchiaino di: zenzero, noce moscata, pepe della Giamaica
1 pizzico di sale
250 gr di polpa di zucca cotta al vapore e passata
125 ml di acqua
80 ml di mousse di mele
50 gr di noci tagliate a pezzetti
Preriscaldare il forno a 180° C. Disporre i pirottini su una teglia (oppure usarne una antiaderente).
Mescolare bene la farina, lo zucchero di canna, il lievito, il bicarbonato e le spezie in una terrina. Aggiungere la zucca, l’acqua, le noci e la mousse di mele. Mescolare fino a quando gli ingredienti saranno tutti amalgamati.
Riempire gli stampini fino all’orlo e cuocere in forno per 25-30 minuti. I muffin saranno pronti quando avranno una consistenza morbida e se premuti riprenderanno la forma iniziale. Lasciare raffreddare 30 minuti prima di servire.
Adoro le citazioni, sono brevi pensieri illuminanti. La mia citazione preferita è di George Bernard Shaw e la faccio mia ogni giorno, ogni volta che mi pongo un nuovo obiettivo che magari all’inizio mi sembra irraggiungibile: “Alcuni vedono le cose come sono e dicono: perché? Io sogno cose non ancora esistite e dico: perché no?”