L’ospite di oggi, è la “mamma” del commissario Antonio Mariani. Ultima fatica, Mariani allo specchio. Andiamo a conoscerla meglio nell’intervista a cura di Alessandro Noseda.
Ci apre le porte della sua cucina Maria Masella
Benvenuti!
Buongiorno e grazie per l’invito a pranzo! Non sapevo fossi appassionata anche di vini e cucina! Partiamo col piede giusto! Cosa prepari?
Sto preparando cima alla genovese, per domani, perché è un piatto che deve riposare un giorno.
Posso darti una mano? Intanto ci racconti chi sei e perché leggi e scrivi?
La mano ci vorrà di sicuro per sostenere la sacca di carne mentre la farcisco e soprattutto mentre la cucio. E’ un piatto difficile e lungo, perfetto per una chiacchierata. Chi sono? Anni 66, genovese, laurea in matematica, ex insegnante. Lettrice appassionata, leggere è una necessità fisica. Ho sempre desiderato scrivere, ho cercato di nasconderlo, di ignorarlo, ma ho ceduto e ho cominciato a proporre quanto avevo scritto. Nel 1986 ho inviato un racconto al Mystfest, è piaciuto, è stato pubblicato, anzi Laura Grimaldi, mitica editor di Segretissimo, mi ha consigliato di continuare. Ho continuato a scrivere, ma nei ritagli di tempo: noir, romance, fantascienza… Senza contare i racconti per riviste, ho pubblicato circa 25 romanzi.
Perché hai accettato di accordare un’intervista a Giallo e Cucina? È un Blog che segui?
Ho scritto, e pubblicato, tredici noir il cui protagonista si chiama Antonio Mariani, un giorno trovo su fb una richiesta di amicizia firmata “Luca Mariani”. Ovvio che dico sì, curiosissima di conoscere un Mariani “vero” e non di carta. Scopro che anche quel Mariani è di carta e per curiosità passo al blog. Divertente.
I tuoi libri, come nasce l’idea?
Nei modi più impensati! Mi capita di aver voglia di scrivere una storia con un particolare tema, ma poi arriva un niente che funziona come “carta moschicida”: idee, impressioni, voci, ricordi trovano una giusta collocazione. Celtique: volevo far ritornare un personaggio di Primo, percorrendo l’autostrada da Spezia a Viareggio (percorsa centinaia di volte) ho avuto la curiosità di scoprire come si chiamano i “posti” dove tagliano il marmo. Segherie: ed è nata la storia. Mariani allo specchio: il salone di bellezza sulla nave da crociera, e pure il bel parrucchiere identico a Banderas giovane! Non ve li posso elencare tutti, penso che due esempi siano sufficienti.
Dove scrivi? Hai un posto deputato dove ti trovi?
Studio, scrivania. Se sono in vacanza, qualsiasi posto è buono.
Carta e penna o direttamente al p.c.?
PC e senza scaletta.
Preferisci il silenzio o ami musica di sottofondo?
Preferisco quello che capita, ma non metterei mai musica di sottofondo (a volte subisco quella dei vicini). Perché si sappia, sono stonata e non ho orecchio. Apprezzo le parole e allora mi distraggo.
Quando scrivi segui una scaletta o ti fai guidare dalla storia?
Come ho appena scritto, niente scaletta. Inizio un noir senza sapere chi è l’assassino o perché ha ucciso.
Quali sono state le maggiori difficoltà nella stesura?
La difficoltà maggiore è sempre dosare le informazioni e regolare i tempi, forse questa difficoltà è amplificata dalla scelta della prima persona (il commissario) e dal tempo presente, con i capitoli scanditi a giornate o mezze giornate.
E del rapporto con Editor ed Editore cosa puoi dirci?
Direi buono, anzi amichevole con l’Editore. La mia cara Michela Volpe da anni mi fa editing impeccabili, rispettando il mio stile e individuando frasi ripetute o poco chiare o giorni troppo pieni, o personaggi che cambiano cognome.
Hai altri progetti letterari in divenire?
Sempre. Scrivo un romance e un Mariani all’anno, vari racconti e un romanzo per me. Ho appena finito un romance e a giorni inizio il Mariani.
Descriviti come lettrice!
Amo i classici, alcuni sono ormai compagni di vita: La Certosa di Parma, Guerra e Pace, Persuasione, Assalonne Assalonne!, Via dalla pazza folla, Una questione privata…
Quali libri compri?
Possibilmente evito i rilegati, troppo pesanti. Quando entro in una libreria sono peggio di un goloso davanti ai dolci. Romanzi, testi teatrali, saggi… Evito fantasy, horror, giovani adulti, misticheggianti.
Hai un genere preferito o spazi a seconda del momento, dello stato d’animo?
Non posso leggere noir quando lavoro a un noir, non posso leggere romance quando sono su un romance. Dopo aver escluso i generi citati prima, seguo l’umore.
Se devi regalarlo un libro come scegli?
Un compromesso fra quello che piace a me e quello che spero piaccia. Per anni, “come volontariato”, ho fatto la bibliotecaria nel liceo in cui insegnavo, dicevano che avevo fiuto nei consigli.
Un consiglio a chi ha una storia nel cassetto e non ha trovato ancora nessun editore interessato a pubblicarla?
Pazienza e riti scaramantici.
Ami la carta o apprezzi anche gli eBook?
Carta, mi piace il contatto fisico. Non ho mai letto in eBook, devo acquistare un Kindle, continuo a rimandare.
Ti piace presentare i tuoi libri al pubblico?
Sì, tantissimo. Che siano quattro gatti, capita!, che sia un teatro pieno, capitò!, che siano ragazzi o terza età… Il mestiere di insegnante mi ha abituato al contatto umano.
Una domanda che non ti hanno mai fatto (e cui avresti voluto rispondere) e una che t’ha messo in difficoltà?
Penso che mi abbiano chiesto di tutto, la fantasia dei lettori è non inferiore a quella degli scrittori. Sono sempre in difficoltà quando mi chiedono un parere sui libri dei colleghi, soprattutto se sono anche amici o quasi.
Come consuetudine di Giallo e Cucina, ti chiediamo di chiudere con una ricetta ed una citazione!
Citazione: come ho scritto delle canzoni seguo le parole. De André “Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori.”
Ricetta, quando sei arrivato, ero impegnata con cima alla genovese, che si può fare soltanto a Genova, perché richiede uno stallo particolare… Molto, molto laboriosa, e richiede un aiutante che regga la sacca mentre si versa il ripieno e si cuce. Infatti mi hai dato una mano, ma eri così intento che non te ne sei accorto. Ripiego su un classico della mia cucina estiva: acciughe fritte. Acciughe non troppo grosse e grasse, possibilmente del mar Ligure (la camogline sono le migliori), con testa piccola e niente striscia blu sul dorso, devono essere argentee. Togliere testa e interiora, torsione rapida del polso! Lavarle bene perché il sangue è amaro. Farle scolare. Setacciare la farina. Olio extra vergine, abbondante, in padella. Infarinare premendo bene e friggere subito, appena l’olio accenna a fumare. Tirare su con schiumarola, asciugare con carta da cucina, salare e mangiare. Importante: non lasciarle infarinate, diventano umidicce.
Vino? Pigato.