Diamo oggi il benvenuto su Giallo&Cucina a Monica Bartolini, Autrice de “Le geometrie dell’animo omicida” recentemente pubblicato per Scrittura e Scritture. Troverete tra i post di Dicembre la mia recensione sul libro.
Buona Lettura!
Intervista a Monica Bartolini a cura di Elio Freda
Cosa ti offro, un caffè? Un aperitivo?
Prenderei un tè bianco, grazie, niente limone né latte.
Come di consueto, ti preghiamo di presentarti al pubblico. Chi è e perché scrive Monica Bartolini?
Scrivo perché ho talmente tante cose da dire che mi verrebbe la laringite le dovessi declamarle tutte! Chi sono? Una persona che cerca di vivere con meno condizionamenti possibili e che ama sperimentare e viaggiare.
Quando e come è nata la tua passione per la lettura? Qual’è il tuo rapporto con la cucina?
Da che ho memoria, ho sempre avuto un libro tra le mani, basti pensare che a sette anni ho chiesto alla Befana un’enciclopedia piuttosto che una bambola! Cucinare, invece, è la mia passione-relax, quella che mi aiuta a far rallentare il ritmo delle mie giornate e dei miei pensieri.
“Le geometrie dell’animo omicida”. Com’è nata l’idea?
Volevo introdurre un elemento non razionale nell’impianto del giallo classico, rigoroso e logico per definizione, che rappresentasse un punto di vista del tutto originale. In tutta onestà, penso che l’idea sia scaturita dall’esigenza profonda di conciliare i due aspetti fondanti della mia personalità, la parte rigorosa e logica con quella sensibile ed intuitiva.
Ti sei ispirata a qualche persona reale per la caratterizzazione del tuo protagonista o è frutto della tua fantasia?
Il maresciallo Piscopo è stra-ordinario, in quanto immaginario, ma è innegabile che è frutto della parte di me che, pur essendo rigorosa, cerca di prendere la vita “a verso”.
Il romanzo affronta anche tematiche astrologiche. Vuoi dirci qualcosa di più in merito?
Non potevo introdurre un tema così controverso come l’astrologia senza possederlo appieno, perché non sarebbe mai riuscito credibile agli occhi del lettore l’innalzamento di tale filone d’indagine quasi al medesimo livello dell’investigazione tecnica dei Carabinieri. Quello che ho chiesto all’astrologia è stato di farmi da guida verso un approfondimento ancora maggiore della psicologia dei personaggi.
Dove/come scegli le ambientazioni?
Nei miei gialli il luogo geografico non è importante ai fini dell’intreccio e quindi quasi non lo delineo anche se, di fatto, le storie di Piscopo sono ambientate in Sicilia.
Esiste una colonna sonora che fa da sfondo alla tua attività di scrittrice?
Non posso neanche immaginare come si possa vivere senza la musica! Quando scrivo, preferisco il silenzio assoluto, ma se devo fare ricerche su internet o correggere, adoro ascoltare assoli di piano o di cornamusa.
Quali sono state le maggiori difficoltà incontrate nella stesura della romanzo?
Direi sostanzialmente una sola, ma fondamentale: rimanere equidistante dai tre filoni d’indagine per rappresentare la realtà in maniera più oggettiva possibile.
Nella mia recensione ho sottolineato che, a parer mio, la caratterizzazione dei personaggi femminili era maggiore rispetto Spada e Piscopo. Cosa ne pensi?
Su questo punto mi trovi in disaccordo perché, a cominciare dai temi natali della copertina – relativi ad un uomo o una donna – ho cercato di dar ugual voce a tutti i generi. Secondo me, Spada e Piscopo ti sembrano “sfuocati” perché non sono gli unici investigatori; il ché significa che il giallo classico mi sta diventando stretto e sto virando verso il noir.
A chi e perché consiglieresti la lettura del tuo libro?
A tutti coloro che credono che la realtà sia caleidoscopica e la verità non univoca.
Cosa puoi raccontarci a proposito della tua esperienza editoriale?
Ho percorso il primo tratto di strada in solitaria, battendo il difficile sentiero della partecipazione ai premi più disparati. E’ stato un tirocinio favoloso, però, nel quale ho avuto modo di cimentarmi in diversi sottogeneri del giallo. Mandai il primo romanzo, Interno 8, all’allora Il Filo editore e sono stata contattata immediatamente. Il lavoro era talmente buono che quell’anno lo iscrissero al Premio Azzeccagarbugli, benché io fossi un’esordiente. Il contratto era biennale e quindi tornai presto “sul mercato”. L’affermazione al Gran Giallo di Cattolica nel 2010 è stata prestigiosa ma non ha rappresentato un’accelerazione dal punto di vista editoriale, mentre essere arrivata nella cinquina del Premio Tedeschi proprio con Le geometrie dell’animo omicida è stata la mia fortuna. Ed eccomi qui nella scuderia di Scrittura & Scritture!
Che tipo di lettrice sei? Ci sono degli autori ai quali ti ispiri o che rappresentano per te un modello di riferimento?
Come lettrice, bulimica e compulsiva: non sono mai sazia di libri e non ne possiedo mai abbastanza! Come scrittrice, permettimi di risponderti con una boutade. Sono nata sotto il segno dell’Acquario e sono ascendente Bilancia, proprio come George Simenon: magari questa affinità astrale significasse possedere un briciolo del suo immenso talento!
Hai altri progetti letterari in cantiere?
Progetti in dirittura d’arrivo tre diversi (non amo concentrarmi su una cosa sola, sono vulcanica) e quello in fase di elaborazione è un romanzo giallo ambientato nella Roma di fine Ottocento.
A tua scelta: lasciaci con una citazione o con una ricetta!
Se è vero che “Ogni tazza di tè rappresenta un viaggio immaginario”, oggi vorrei condurvi in Etiopia per sorbire il tipico tè alle spezie. Mettete a bollire l’acqua aggiungendo a freddo chiodi di garofano, stecche di cannella e radice di zenzero. Raggiunta l’ebollizione, aggiungete all’acqua speziata dell’ottimo tè scuro a foglia larga (un cucchiaino colmo per ogni tazza e uno per la teiera), spegnete e lasciate in infusione minimo tre minuti. Filtrate e servite, possibilmente assieme a dolcetti di sfoglia al miele e noci. Se invece non avete ospiti e volete godervi un po’ di relax in perfetta solitudine, ecco la variante: sfilate un buon libro dallo scaffale, scegliete una poltrona comoda dove accoccolarvi con il mug bollente tra le mani e… buona lettura!