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Oggi parliamo con… Seb Kirby

Da Gialloecucina

Incontriamo oggi nel salotto di Gialloecucina Seb Kirby. Ringrazio Monica R. Pelà per la traduzione in italiano della seguente intervista.

Buongiorno Seb e grazie per l’accoglienza. Cosa gradisci un Te o un espresso?

Ciao! Grazie per l’ospitalità. Recentemente ho scoperto il tè rosso per cui ne gradirei una tazza, per favore.

Ci racconti di te? Chi sei e perché leggi e scrivi?

In qualità di docente presso l’Università di Liverpool, sono stato una figura di spicco nel campo della ricerca sulle nuove applicazioni del laser, anche nel campo del restauro dei dipinti e delle opere d’arte. Ciò mi ha condotto in Italia e ha ispirato l’amore per il vostro paese e il suo patrimonio artistico.

Nel 2012, ho rinunciato all’insegnamento e alla ricerca per perseguire la mia ambizione di tutta una vita di diventare un autore e questo mi ha portato a diventare un bestseller internazionale tramite self publishing con la mia serie thriller di James Blake. Il primo libro della serie, Take No More, ha ottenuto oltre 100.000 download ed è apparso regolarmente nella classifica Top 100 di Amazon Kindle. Attraverso la collaborazione con una talentuosa traduttrice italiana, Monica R. Pelà, il primo libro della serie “La verità celata” è ora disponibile per la prima volta in italiano, in versione eBook e anche cartacea.

Come nascono le tue storie? Quanto rubi alla fantasia, quanto ad altri autori e quanto alla realtà?

L’origine de “La verità celata” può essere fatta risalire a un momento particolare. L’idea ha avuto inizio quando, come parte del mio lavoro scientifico, stavo visitando un collega a Lisbona in Portogallo e mi ha mostrato come i raggi ultravioletti possono essere utilizzati per vedere l’immagine sotto la superficie di un dipinto, rivelando il lavoro nascosto che molti artisti fanno sulla tela prima di realizzare il dipinto finale. Questo è stato il catalizzatore che ha provocato la catena di eventi ne La verità celata. Volevo approfondire cosa può succedere se questa idea dei disegni nascosti in un’opera d’arte fosse stata presentata come una metafora per l’occultamento di altri segreti.

Dove scrivi? Hai un “posto del cuore” dove trovi ispirazione?

Ho iniziato la versione inglese de “La verità celata” mentre stavo ancora lavorando presso l’Università, tanto che le prime bozze sono state scritte sul treno mentre mi recavo o tornavo dal lavoro. Ora, dal momento che sono uno scrittore a tempo pieno, scrivo soprattutto nel mio studio a casa. Tuttavia, ogni volta che viaggio scelgo il treno come mezzo di trasporto e porto con me un notebook. Quell’ambiente produce ancora alcune delle mie migliori idee!

Sei un autore che crea prima la trama del romanzo o ti lasci guidare dai protagonisti per lo sviluppo della storia?

Il processo creativo di una tale rete di intrighi è abbastanza misterioso per la maggior parte degli autori, me compreso. Stephen King parla del ‘piccolo uomo in cantina’, che appare quando si sta pensando alla prossima tessera del puzzle – e molto spesso questa arriva come una vera sorpresa per l’autore. In molti modi i personaggi della storia, che agiscono come attori indipendenti dall’autore, suggeriscono alcune soluzioni. Senza questa sensazione di mistero che accompagna l’autore nella creazione dell’opera, sarebbe improbabile creare qualsiasi sensazione di mistero anche per il lettore.

Preferisci il silenzio o ami musica di sottofondo?

Vorrei poter scrivere musica – mi piace molto il jazz (Miles Davis, John Coltrane, Tom Harrell, Keith Jarrett) e anche la classica (soprattutto Vivaldi e Bach) – ma per me il silenzio è essenziale. Sono fortunato perché vivo in una piccola cittadina di mare dove il silenzio non è difficile da trovare.

“La verità celata” è stato tradotto in italiano. Comincia la saga anche nel nostro paese. Ci suggerisci perché comprarlo?

È ricco di suspense ed emozionante, contiene molti colpi di scena che catturano l’interesse del lettore. Ma è anche un thriller intelligente che fa riflettere un po’ di più sul mondo che ti circonda.

E del rapporto con Editore ed Editor cosa puoi dirci?

Il mondo dell’editoria sta cambiando. L’epoca in cui un editore agiva come un guardiano al di sopra dell’autore sta diventando un ricordo del passato mentre il self publishing avanza in tutto il mondo. Il punto importante da enfatizzare è che nel self publishing, gli store online come Amazon o iBook di Apple o Nook semplicemente distribuiscono il libro. L’autore rimane l’editore e deve assumersi tutte le responsabilità che un editore tradizionale assume. Questo include la correzione delle bozze e l’editing, il disegno della copertina, il marketing e la promozione. Alcuni di questi compiti possono essere dati all’esterno (l’editing e il disegno della copertina, per esempio), ma molto rimane all’autore. In genere gli autori spendono tanto tempo su questi compiti quanto quello dedicato alla scrittura. Un libro non venderà se tutti questi compiti non sono svolti professionalmente. E, naturalmente, è utile avere un romanzo ben scritto e una storia interessante da raccontare.

Cosa pensi degli ebook

Mi piacciono sia gli ebook che i libri tradizionali. I due formati non si escludono a vicenda. In effetti, la crescita degli ebooks ha portato ad un aumento dell’amore per la lettura di cui hanno beneficiato anche i libri cartacei. La stessa cosa accade anche nella musica, con i formati analogici e digitali. Le persone sviluppano un interesse e godono della musica tramite il download di musica digitale, al tempo stesso cresce l’interesse per le forme analogiche come i dischi in vinile (che ora stanno vivendo un ritorno di popolarità). Per i libri sta accadendo qualcosa di simile.

Hai altri progetti in fieri?

Ho appena completato un nuovo stand alone thriller. Il titolo provvisorio è ‘Left For Dead’ e narra la storia di Tom Markland che viene ripescato dal Tamigi a malapena vivo. Quando si riprende, non ricorda né chi sia egli stesso, né cosa sia accaduto. La storia racconta la sua ricerca per trovare i colpevoli e recuperare la sua identità.

Descriviti come lettore. Quali libri compri? Hai un genere preferito o spazi a seconda del momento, dello stato d’animo?

Leggere è un buon consiglio per chiunque voglia diventare un autore. Leggere di tutto. Scoprire come scrivono gli altri. Poi fai la tua parte. Per fare un esempio in un altro campo, il grande trombettista jazz Miles Davis iniziò la sua carriera ascoltando e cercando di suonare la tromba come Clark Terry. In seguito divenne uno dei più grandi innovatori del jazz in quello strumento. La tradizione, in questo caso della tromba, è proseguita ed è stata aggiornata ai tempi nostri. Questo processo di rinnovamento è una cosa naturale nel jazz. Tali idee non sono così riconosciute per iscritto ma l’analogia è comunque un valido esempio. Quindi, sì, io leggo e ho letto molto. Vi risparmio il mio imbarazzo nel citare gli autori a cui sto pensando e con i quali farei confronti infondati con quello che ho potuto realizzare finora. Ma se dovessi scegliere tre nomi, mi piacerebbe elencare Charles Dickens, Jean-Paul Sartre e Ray Bradbury.

E se devi regalarlo un libro come lo scegli?

Direi come chiunque altro, cerco di pensare che tipo di libro potrebbe piacere. Siamo tutti diversi nei nostri gusti di lettura e questa è una buona cosa.

Un consiglio ad un esordiente che ha la sua storia nel cassetto e non ha trovato ancora nessun editore interessato a pubblicarla?

Prova con il self publishing. Questo metodo ha davvero rimosso quelle figure che fanno da intermediarie tra il proprio lavoro e il pubblico. Ma bisogna essere consapevoli che la qualità richiesta da un lavoro autopubblicato ora è molto alta, quindi bisogna essere onesto e determinato ad assumersi la responsabilità di diventare l’editore di se stesso. C’è molto lavoro da fare per raggiungere un tale livello e molto da imparare – ma c’è una comunità di autori disposti a concedere il proprio tempo per aiutare, quindi non bisogna avere paura di chiedere.

Come te la cavi in cucina? Donaci una citazione e una ricetta! E grazie per la disponibilità!

Non sono così bravo in cucina, ma ci provo. Essendo vegetariano da una vita, mi attira la cucina italiana dove c’è sempre molta scelta per chi non mangia carne come me. Recentemente ho scoperto le lenticchie umbre di montagna – piccole, marrone chiaro e dal sapore di noce. Sono costose e sono una delizia per un vegetariano. Vengono servite da sole o, con l’aggiunta di noci, possono essere usate per fare un ottimo burger. La ricetta che uso è un adattamento di quella trovata sul retro della confezione. Prendete circa 200 – 250 g di lenticchie e fatele bollire in una pentola con acqua per 15 – 20 minuti, assicurandovi che ci sia sufficiente acqua per ammorbidire le lenticchie. Durante la cottura aggiungere due gambi di sedano tritati finemente e un grande spicchio tritato o schiacciato di aglio. Agiungete anche sale marino, erbe italiane e pepe nero a piacere. Poco prima di servire, aggiungere un goccio di olio extra vergine di oliva. Deliziosa!

Grazie per avermi ospitato!



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