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Oggi si celebra il 40esimo anniversario dall’indipendenza della Papua Nuova Guinea, uno dei paesi più “fragili” al mondo

Creato il 16 settembre 2015 da Stivalepensante @StivalePensante

Il 16 settembre del 1975 la Papua Nuova Guinea riuscì ad ottenere l’indipendenza dall’Australia, che fino ad allora dominava la parte orientale dell’isola. Nonostante questo l’Australia è uno dei maggiori partner commerciali della Papua Nuova Guinea, che nel 1920 ricevette un mandato dalla Società delle Nazioni per governare l’ex territorio tedesco. La Nuova Guinea fu occupata dal Giappone nel 1941, ma durante gli ultimi mesi della seconda guerra mondiale venne riconquistata dagli australiani e dagli americani. Dal 1945, così, tornò nelle mani degli australiani fino al 1949 quando venne affidata ad una tutela internazionale. Anno dopo anno, la Papua Nuova Guinea ottenne prima l’autogoverno il primo dicembre 1973 e conquistò l’indipendenza il 16 settembre 1975. Oggi è il quarantesimo anniversario da allora. Attualmente la Papua Nuova Guinea è un paese instabile, tra i più fragili al mondo a causa della sua frammentazione politica, economica e sociale, e l’Australia teme che ciò abbia ripercussioni sul suo territorio.

Un'immagine della capitale Port Moresby (dreamzmedia.wordpress.com)

Un’immagine della capitale Port Moresby (dreamzmedia.wordpress.com)

La Papua Nuova Guinea dal 1920 governata dall’Australia, durante la seconda guerra mondiale occupata dai giapponesi. Il Commonwealth d’Australia ricevette un mandato dalla Società delle Nazioni per governare l’ex territorio tedesco in Nuova Guinea nel 1920. Fu amministrato con questo mandato fino a che l’invasione giapponese del dicembre del 1941 portò alla sospensione dell’amministrazione civile australiana. Durante la seconda guerra mondiale, infatti, le isole settentrionali e gran parte della costa del nord caddero sotto il controllo dei Giapponesi, che proseguirono la loro avanzata verso sud, fino a quando vennero bloccati dalle forze alleate. Nel 1945 gran parte del territorio sottratto venne riconquistato, ma i Giapponesi mantennero saldamente le loro posizioni in Nuova Irlanda e in particolare a Rabaul, in Nuova Britannia, dove scavarono 500 km di gallerie; queste ultime roccaforti si arresero solo alla fine della guerra. Dopo il conflitto la metà orientale della Nuova Guinea fu restituita all’Australia e diventò il Territorio di Papua e Nuova Guinea.

Dopo la seconda guerra mondiale, liberati da australiani e statunitensi, si passa ad una tutela internazionale. In seguito alla resa dei giapponesi nel 1945 fu ripristinata l’amministrazione civile di Papua e della Nuova Guinea e sotto il Papua New Guinea Provisional Administration Act(1945-46), Papua e la Nuova Guinea furono unite sotto un’amministrazione congiunta. Il Papua and New Guinea Act del 1949 sancì formalmente la posizione della Nuova Guinea sotto una tutela internazionale e confermò l’unione amministrativa con la denominazione di Territorio di Papua e Nuova Guinea. La legge prevedeva un Consiglio legislativo (istituito nel 1951), un sistema giudiziario, un sistema di pubblica amministrazione e di amministrazione locale. L’Assemblea legislativa sostituì il Consiglio legislativo nel 1963 e la prima sessione della Camera si inaugurò l’8 giugno 1964. Nel 1972 il nome del territorio fu mutato in Papua Nuova Guinea.

Il lavoro dell’Australia, della Banca mondiale e le prerogative per rendere indipendente il paese. Il mutamento della politica australiana nei confronti di Papua Nuova Guinea ebbe inizio con l’invito da parte del governo australiano alla Banca mondiale ad inviare una missione a Papua Nuova Guinea per studiare misure per lo sviluppo economico e la preparazione politica. La missione pubblicò una memoria nel 1964, descrivendo il quadro economico generale sul quale intervennero successivamente, anche dopo l’indipendenza, le politiche economiche. Le elezioni del 1972 portarono alla formazione di un governo presieduto da Michael Somare, che promise di portare il paese all’autogoverno e alla successiva indipendenza. Papua Nuova Guinea ottenne l’autogoverno il primo dicembre 1973 e conquistò l’indipendenza il 16 settembre 1975. Alcuni giorni prima dell’indipendenza, l’isola di Bougainville decise di separarsi dal resto del territorio, proclamando la Repubblica delle Salomone Settentrionali. Un anno dopo fu accordato un compromesso, che concedeva notevole autonomia all’isola. In seguito Bougainville tornò ad avanzare le sue pretese di secessione, e periodicamente continua a tentare di raggiungere l’indipendenza, ma – anche se la vicenda è talvolta sfociata in ribellioni sanguinose – senza successo.

Dal 1975 la Papua Nuova Guinea segnata da frammentazione politica, economica e sociale. Michael Somare, capo del partito Pangu Pati, che aveva guidato il processo indipendentistico, fu confermato nel 1977, ma tre anni dopo un’ondata di scandali sconvolse la scena politica e decretò la fine del governo, il cui potere fu ceduto al Partito Progressista del Popolo di Julius Chan. Il ritorno di Somare del 1982 durò solo tre anni, dopo che il Parlamento votò nel 1985 la sua sfiducia, vista la mancata soluzione delle problematiche di natura economica. Da allora in poi si sono succeduti premier, partiti e governi, senza che nessuno riuscisse concretamente a risolvere i problemi del paese. La via diplomatica non ha funzionato, intrecciando la scena politica in fragili accordi tra partiti e coalizioni, spesso non rispettati. La condizione di instabilità che ne è derivata ha gettato Papua Nuova Guinea in un clima generale di insicurezza. Una marea di partiti politici, coalizioni di governo, mutevoli alleanze fra i partiti e voti di fiducia tracciano, così, un quadro di notevole instabilità. Una legge tesa ad assicurare la stabilità dispone che i governi siano immuni da voti di fiducia, prima nei primi 18 mesi di mandato, ora nei primi 30.

Una rivolta secessionista sull’isola di Bougainville causò 20 000 vittime in 9 anni. La ribellione incominciò nella prima metà del 1989, le ostilità culminarono in un massacro nell’ottobre del 1997 e un cessate il fuoco permanente fu sottoscritto nell’aprile del 1998. Un accordo di pace fra il governo e gli ex combattenti fu stipulato nell’agosto del 2001. Una forza regionale di monitoraggio della pace e una missione di osservatori ONU controlla la situazione che prevede un’amministrazione ad interim che si prefigge la consegna di tutte le armi, l’elezione di un’amministrazione provinciale e l’organizzazione di un eventuale referendum sull’indipendenza. In quegli anni, nel luglio del 1999, il primo ministro Bill Skate si dimise dopo aver provocato un incidente diplomatico, per aver riconosciuto Taiwan quale entità politicamente separata dalla Cina. Dopo i tentativi falliti di riformare un esercito sedizioso fatti dal successore, sir Mekere Morauta, nell’agosto 2002 è stato eletto per la terza volta primo ministro Sir Michael Somare tra brogli e violenze.

I rapporti sempre più “freddi” tra Papua Nuova Guinea a Australia. Sebbene siano state mantenute strette relazioni dall’epoca dell’indipendenza e l’Australia rimanga il maggior partner commerciale e umanitario di Papua Nuova Guinea, i rapporti hanno recentemente mostrato segni di cedimento. In una visita di stato del marzo del 2005, al primo ministro Somare fu chiesto di sottoporsi ad un controllo di sicurezza e di togliersi le scarpe al suo arrivo all’aeroporto di Brisbane. Le richieste di scuse del governo papuano non furono accolte dall’Australia. Inoltre, emersero alcuni problemi in un lotto di aiuti umanitari australiani. Un programma da 760 milioni di dollari australiani per sconfiggere criminalità e corruzione a Papua Nuova Guinea prevedeva l’invio di 200 poliziotti a Port Moresby e l’insediamento di 40 australiani nell’amministrazione civile. Quando il primo contingente di polizia arrivò, la corte suprema di Papua Nuova Guinea sentenziò che il programma di aiuti era incostituzionale e i poliziotti dovettero tornare in Australia.  A causa della difficile situazione economica lo stato ha abolito l’istruzione gratuita e anche il sistema sanitario ora è a pagamento. Inoltre, per mancanza di denaro, lo stato non può dislocare poliziotti e soldati su tutto il territorio per contenere l’alto indice di criminalità, rendendo così le zone più esposte a rischi.

In rapporto alle dimensioni di molte altre isole-stato del Pacifico, Papua Nuova Guinea è molto vasta e i suoi problemi hanno una risonanza maggiore. È sottosviluppata e soggetta, come detto, a colpi di Stato, è devastata dal flagello dell’HIV e dalla corruzione. Al 2007 l’Australia ha intensificato il programma già avviato di cooperazione per la politica, gli indirizzi economici, il controllo delle frontiere e l’amministrazione della giustizia. La politica estera papuana si è occupata di stringere buoni rapporti con gli altri Paesi dell’Oceania durante la gestione di Chan, mentre Somare ha sempre guardato all’area asiatica, è infatti per opera sua che il paese è un osservatore dell’ASEAN, l’associazione delle nazioni del sud est asiatico. Oltre a essere osservatore di tale organismo, Papua Nuova Guinea appartiene al Commonwealth, all’ONU, all’APEC e alla Comunità del Pacifico.

Per approfondire maggiormente l’attuale situazione economica, politico e sociale della Papua Nuova Guinea cliccare qui.


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