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Oggi si è compiuta questa Scrittura (3° domenica TO anno C)

Creato il 26 gennaio 2013 da Ambrogio Ponzi @lucecolore

27 gennaio 2013 Oggi si è compiuta questa Scrittura (3° domenica TO anno C)
3° DOMENICA TEMPO ORDINARIO ANNO C
Antifona d'Ingresso Sal 95,1.6 Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore da tutta la terra;
splendore e maestà dinanzi a lui,
potenza e bellezza nel suo santuario.


Colletta

 
O Padre, tu hai mandato il Cristo, re e profeta, ad annunziare ai poveri il lieto messaggio del tuo regno, fa che la sua parola che oggi risuona nella Chiesa, ci edifichi in un corpo solo e ci renda strumento di liberazione e di salvezza. Per il nostro Signore Gesù Cristo...
Prima Lettura Ne 8,2-4.5-6.8-10 Leggevano il libro della legge e ne spiegavano il senso.Dal libro di Neemìa In quei giorni, il sacerdote Esdra portò la legge davanti all’assemblea degli uomini, delle donne e di quanti erano capaci di intendere. Lesse il libro sulla piazza davanti alla porta delle Acque, dallo spuntare della luce fino a mezzogiorno, in presenza degli uomini, delle donne e di quelli che erano capaci d’intendere; tutto il popolo tendeva l’orecchio al libro della legge. Lo scriba Esdra stava sopra una tribuna di legno, che avevano costruito per l’occorrenza. Esdra aprì il libro in presenza di tutto il popolo, poiché stava più in alto di tutti; come ebbe aperto il libro, tutto il popolo si alzò in piedi. Esdra benedisse il Signore, Dio grande, e tutto il popolo rispose: «Amen, amen», alzando le mani; si inginocchiarono e si prostrarono con la faccia a terra dinanzi al Signore. I levìti leggevano il libro della legge di Dio a brani distinti e spiegavano il senso, e così facevano comprendere la lettura. Neemìa, che era il governatore, Esdra, sacerdote e scriba, e i leviti che ammaestravano il popolo dissero a tutto il popolo: «Questo giorno è consacrato al Signore, vostro Dio; non fate lutto e non piangete!». Infatti tutto il popolo piangeva, mentre ascoltava le parole della legge. Poi Neemìa disse loro: «Andate, mangiate carni grasse e bevete vini dolci e mandate porzioni a quelli che nulla hanno di preparato, perché questo giorno è consacrato al Signore nostro; non vi rattristate, perché la gioia del Signore è la vostra forza». - Parola di Dio
Salmo Responsoriale Dal Salmo 18
- Rit. : Le tue parole, Signore, sono spirito e vita.

La legge del Signore è perfetta,
rinfranca l’anima;
la testimonianza del Signore è stabile,
rende saggio il semplice. - Rit.
I precetti del Signore sono retti,
fanno gioire il cuore;
il comando del Signore è limpido,
illumina gli occhi. - Rit.
Il timore del Signore è puro,
rimane per sempre;
i giudizi del Signore sono fedeli,
sono tutti giusti. - Rit.
Ti siano gradite le parole della mia bocca;
davanti a te i pensieri del mio cuore,
Signore, mia roccia e mio redentore. - Rit.

Seconda Lettura 1Cor 12,12-30 [ forma breve 12,12-14.27] Voi siete corpo di Cristo e sue membra, ciascuno per la sua parte.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Fratelli, come il corpo è uno solo e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche il Cristo. Infatti noi tutti siamo stati battezzati mediante un solo Spirito in un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti siamo stati dissetati da un solo Spirito.
E infatti il corpo non è formato da un membro solo, ma da molte membra. Se il piede dicesse: «Poiché non sono mano, non appartengo al corpo», non per questo non farebbe parte del corpo. E se l’orecchio dicesse: «Poiché non sono occhio, non appartengo al corpo», non per questo non farebbe parte del corpo. Se tutto il corpo fosse occhio, dove sarebbe l’udito? Se tutto fosse udito, dove sarebbe l’odorato?
Ora, invece, Dio ha disposto le membra del corpo in modo distinto, come egli ha voluto. Se poi tutto fosse un membro solo, dove sarebbe il corpo? Invece molte sono le membra, ma uno solo è il corpo. Non può l’occhio dire alla mano: «Non ho bisogno di te»; oppure la testa ai piedi: «Non ho bisogno di voi». Anzi proprio le membra del corpo che sembrano più deboli sono le più necessarie; e le parti del corpo che riteniamo meno onorevoli le circondiamo di maggiore rispetto, e quelle indecorose sono trattate con maggiore decenza, mentre quelle decenti non ne hanno bisogno. Ma Dio ha disposto il corpo conferendo maggiore onore a ciò che non ne ha, perché nel corpo non vi sia divisione, ma anzi le varie membra abbiano cura le une delle altre. Quindi se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui. Ora voi siete corpo di Cristo e, ognuno secondo la propria parte, sue membra. Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri; poi ci sono i miracoli, quindi il dono delle guarigioni, di assistere, di governare, di parlare varie lingue. Sono forse tutti apostoli? Tutti profeti? Tutti maestri? Tutti fanno miracoli? Tutti possiedono il dono delle guarigioni? Tutti parlano lingue? Tutti le interpretano? - Parola di Dio
Vangelo Lc 1,1-4; 4,14-21
Oggi si è compiuta questa Scrittura .
Dal vangelo secondo Luca
Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, così anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto. In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode. Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l’unzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertà gli oppressi
e proclamare l’anno di grazia del Signore».
Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». - Parola del Signore
RIFLESSIONI
  • Stasera abbiamo la grazia di sentire la Parola che spiega la Parola. I vari volti, che la Parola assume, ci dicono che la Parola di Dio rivela la Potenza della Parola di Dio.
Noi siamo sollecitati ad ascoltare la Parola, ad assumerla in tutta la sua forza e la sua onnipotenza. Detto in termini essenziali: la Parola di Dio è una Parola che crea, che non si limita a dire, ma produce; e chiede al discepolo di prendere sul serio la Parola.
  • Nella prima lettura, la Parola apre nuovi orizzonti per il popolo che si era smarrito: dopo l’esilio, quando il popolo era disperso e il tempio distrutto, si apriva una fase nuova, consentita dal ritrovamento, tra le macerie del tempio, della tavola della legge.
È un momento straordinario in cui il popolo ritrova la sua identità grazie alla potenza della Parola ritrovata. Questo ci indica il criterio di fondo: la Parola di Dio è il fondamento della vita e pone le basi per la vita della comunità. Il popolo, dopo decenni di esilio, quando si trova di fronte all’annuncio della Parola si commuove. Non è questa una commozione superficiale e banale, ma è la presa di coscienza del ritrovato fondamento. La Parola annuncia il progetto di Dio, la sua volontà di fare dell’uomo il suo interlocutore e di fare, della vita del popolo ebraico, un testimone fedele del senso dell’esistenza, della grazia e dell’alleanza. La Parola rinvenuta porta il popolo a ritrovare la sua vocazione, la sua identità e insieme il bisogno di condividere e di aprirsi ai poveri. In sintesi: la Parola rilancia la vita di comunione e l’attenzione ai poveri.
  • Nella seconda lettura si ha un approfondimento teologico da parte di Paolo sull’incidenza della Parola nel generare la comunione e la vita comunitaria, in cui ciascuno ha una parte, necessaria ma non assoluta o unica, perché ci deve essere spazio per tutti a seconda dei vari carismi, grazie, attitudini, situazioni.
Dio è comunione e con la Parola genera la comunione. Questo messaggio è molto importante, perché la comunione non è opera nostra, ma è la vita, vissuta sulla base della Parola, che genera un’intesa straordinaria tra le persone e, di conseguenza, una risposta ai bisogni. La Parola dice come viverla e per questo ne dà anche la forza. La vita di comunione non è possibile senza alimentarsi continuamente con la Parola: non è frutto del nostro semplice impegno, ma è un dono che riceviamo. Questo dono genera l’impegno, ma il suo fondamento è la grazia. Se vogliamo vivere la comunione, bisogna alimentarsi della Parola. La Parola di Dio creò il cielo e la terra; e fin dalle origini era Padre, Figlio e Spirito Santo, sia pure tutto avvolto nel mistero. Ed a tutt’oggi la forza della comunione continua ad essere fondata ed alimentata dalla Parola.
  • Il Vangelo ci porta la Parola di Gesù con un particolare decisivo che Luca inserisce all’inizio: l’oggi di Gesù.
Gesù stesso legge la Parola, nella sinagoga, all’assemblea radunata facendo un passo avanti: non è più la Parola che raccomanda, che invita, che promette, ma è la Parola che si compie oggi. «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».
  • Ora ascolteremo la lettura di alcuni brani paralleli.
Prima abbiamo cantato ‘Come la pioggia e la neve…’. La pioggia e la neve che scendono dal cielo sono un dono di Dio; e non scendono a vuoto, ma portano frutto. Questo, per noi, non vuol dire sedersi ed aspettare tranquillamente, ma implica una collaborazione di obbedienza e di fiducia. Come e quanto noi contiamo sulla Parola? Teniamo presente che la Parola ha volti diversi: c’è la Parola di esortazione, c’è la Parola morale, c’è la Parola che invita alla conversione… Sono queste, insieme ad altre, tutte azioni della Parola, ma tutte si fondano sul principio che la Parola è dono di Dio Venire alla lettura biblica è solo l’inizio di un serio lavoro sulla Parola. Occorre l’ascolto, la riflessione, l’attualizzazione, ma soprattutto la fiducia nella potenza della Parola. Dio non parla invano. Gesù è il di Dio che viene incontro a noi e ci chiede di aderire e di affidarci. Non mi posso semplicemente accontentare di andare alla lettura biblica: anche se è una grazia, non è il fine. Il fine è il traguardo di una vita coerente vissuta alla luce della Parola con l’aiuto della potenza del Signore. Il credente autentico si fida di Dio. E la Bibbia è piena di esperienze e di esempi in cui Dio capovolge le attese per far brillare prospettive e possibilità nuove.
Come infatti la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra,
senza averla fecondata e fatta germogliare,
perché dia il seme a chi semina
e il pane a chi mangia,
così sarà della mia parola
uscita dalla mia bocca:
non ritornerà a me senza effetto,
senza aver operato ciò che desidero
e senza aver compiuto
ciò per cui l'ho mandata. ( Is. 55,10-11)
In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
( Gv. 1, 1-3)
Dopo aver purificato le vostre anime con l'obbedienza alla verità per amarvi sinceramente come fratelli, amatevi intensamente, di vero cuore, gli uni gli altri, rigenerati non da un seme corruttibile, ma incorruttibile, per mezzo della Parola di Dio viva ed eterna.
E questa è la parola del Vangelo
che vi è stato annunciato. ( 1 Pt. 1,22-25)
Come gruppo radunato ad ascoltare la Parola e come singoli siamo chiamati ad interrogarci sulla fede in questa Parola, ad aiutarci a cogliere i richiami fraterni che derivano dalla Parola e ad essere fedeli all’ascolto e all’accoglienza dell’azione di Dio. Dovremmo essere più attenti a richiamarci ad una modalità più fedele. Il nostro modo di ascoltare la Parola è d’accordo con questa esigenza? Abbiamo altri suggerimenti per non cadere in un ascolto della Parola intellettuale o morale? Qui ci è proposta la comunione. Oggi si è compiuta questa Scrittura (3° domenica TO anno C) Affidiamo al Signore questo richiamo, perché se molto riceviamo, molto dobbiamo mettere a disposizione. Raccomanderei di pensare durante la settimana alla Parola di oggi, in modo che sia accolta e custodita per essere attuata.

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