Magazine Diario personale
Oggi sono stato testimone di uno spettacolo meraviglioso.
Una cosa normale , assolutamente quotidiana ma proprio
perche normale e quotidiana di solito non ci presto attenzione.
Ero fermo al semaforo di Via foggini quando sono scesi dalla tramvia
una mezza milionata di ragazzini urlanti, felici, allegri.
Vanno ad una scuola là vicino. Di questo mezzo milione mezzi hanno
effettivamente attraversato con il verde, ma l'altra metà era ancora in mezzo alla strada quando è scattato il rosso.
Io ero fermo al semaforo, accanto a me un'uomo come tanti nel suo bel suv, dall'altra parte una donna
che stava nervosamente armeggiando con il cellulare,dietro di noi un'impasto omogeneo e uniforme di quotidianità,
altri me, altri uomini col suv, altre donne al cellulare in mano, tutti uguali e davvero brutti al cospetto di quei ragazzi.
I ragazzi in mezzo alla strada che ora avevano il rosso
non è che si siano preoccupati più di tanto, anzi non hanno neanche notato l'omino rosso del semaforo
che li ammoniva a sbrigarsi o tornare indietro, magari hanno anche rallentato il passo consapevoli
dell'immunità che gli conferisce quel periodo della vita.
Ma la cosa stupefacente è che noi che avevamo il verde eravamo testimoni improvvisamente di uno spettacolo naturale e meraviglioso.
Nessuno si è azzardato a suonare il clacson, nessuno voleva togliere lo sguardo da quello spettacolo
così normale ma allo stesso tempo così bello, che di solito la quotidianità ci nasconde. In religioso silenzio abbiamo guardato il nostro passato attraversare la strada
con la stessa allegria di quei ragazzi, abbiamo riconosciuto i vecchi cari compagni di classe,
abbiamo rivisto tutte le promesse fatte a noi stessi , e tutte le certezze che si hanno a quell'età.
Tutte cose che in genere si perdono via via andando avanti con gli anni in una nebbia silenziosa e confusa
che inghiottisce ogni cosa, sogni , amici, e certezze.
Non si poteva davvero interrompere quello spettacolo con un rumore terreno e osceno come quello di un clacson.