Conosco un sacco di persone che credono tutti i giorni uguali. Ne conosco parecchie, e le conosco bene: il primo sono io. Ma come si fa? Com’é possibile un simile equivoco? Come si può non vedere la grandezza del semplice e la semplicità con cui ogni giorno la vita ci guarda? Di rinvio in rinvio, illusi del dopo che arriverà dopo, siamo al servizio dei nostri progetti più di quanto quei progetti lo siano al nostro. Affidiamo così la gioia al calendario persuasi che nel frattempo, in effetti, tutti i giorni siano uguali, o contengano al massimo una piccola lezione.
Eppure ogni singolo giorno, prima che una lezione, nasconde un premio. Perché ogni giorno, in realtà, è già un premio. E premi sono l’aria, il Sole, perfino la pioggia che non smette di scendere e il profumo di caffè che dalla tazzina sale, a completare il nostro risveglio. «La vita è la più bella delle avventure – diceva Chesterton – ma solo l’avventuriero lo scopre». Eccola, la vera domanda è questa: sei la comparsa o il protagonista, il pigro o l’avventuriero? Se tutti i giorni sono uguali, nessuna ricerca ha senso. Meglio lasciar perdere, vivacchiare, fare finta di nulla.
Ma se invece c’è un dubbio – basta un dubbio anche piccolo -, che così non sia e che quel premio quotidiano ne possa nascondere uno più grande, allora vale la pena provarci. Vale la pena cercare. Vale la pena vivere ogni giorno con gratitudine e curiosità verso l’impronta decisiva. Quella che può dare una direzione non solamente al giorno che stiamo vivendo, ma anche a quelli passati e a quelli che verranno. E’ l’impronta che Qualcuno ha lasciato apposta per noi, il tassello senza il quale il nostro mosaico mancherà sempre di qualcosa, e di tutti i giorni che stiamo vivendo, un giorno, non rimarrà che l’amarezza per averi creduti uguali.