"Non sapevo il suo regno, era fermo tra un bidone e una macchina dalla portiera accartocciata, con il corpo bruno e le fronde che dondolavano al vento del fiume. C'era odore di marcio e del sangue sacro degli alberi, io ero insofferente per l'acqua tiepida che mi cresceva sulla schiena, per il tramonto che chiamava le bestie e per il caldo che non si poteva respirare. Ciononostante il salice tra il bidone e la macchina mi scelse e volle raccontarmi e cominciò a dire e dire finché gli altri, imbarazzati, non mi presero per un braccio e mi portarono in pizzeria, secondo i programmi. Ci separammo come si dividono i popoli. Ognuno al proprio regno, secondo le convenienze. "