Ognuno di noi ha il suo personale Picasso e mai nessuno riuscirà a convincerci che quello di un altro possa essere, alla lunga, migliore del nostro.
I geni sono sempre universali: ricordo che una volta, in Mauritania, un mio collega d'università mi portò, con fare misterioso, in un angolino appartato e con voce sommessa mi comunicò che, nel suo dottorato, aveva dimostrato in maniera inattaccabile che Otello aveva un carattere mauritano - la qual cosa dimostrava senza dubbio che uccidere la fedifraga in modo così passionale avrebbe potuto farlo solo un mauritano. Aveva trovato il suo prototipo storico: non era stato poi così difficile, perché in realtà la spiegazione era sotto gli occhi di tutti, persino il nome aveva l'assonanza con quello di Shakespeare - lo sceicco al Sabir.
Mi è sempre sembrato e mi sembra tutt'ora che la genialità di Shakespeare stia nel fatto che il suo Amleto può contemporaneamente essere sia arabo, sia abreo, sia danese, sia tantissimi russi, mentre, per dire, un personaggio che Aljosha Karamazov, con la sua lancinante confessione, e cocente autoaccusa, mi è capitato - figuratevi - di incontrarlo in messo alle distese dell'Oklahoma, che bruciava dalla vergogna del suo appena confessato, e non così spaventoso, peccato, che persino lo invidiai un pochino.
(Evgenij Evtuschenko, dall'ultimo numero della rivista del Pen Club Italia)