Ci sono, a volte, dei piccoli libri, che hanno il profumo della tenerezza.
Tanto che viene voglia di leggerli sussurrando quasi, a bimbi avvolti da coperte soffici, carezzandoli, certi di fare loro un bel dono che li accompagnerà nel sonno.
“Com’è bella Panama” è un delicatissimo albo che vede i suoi natali – tedeschi – nel lontano 1978 ad opera di Horst Eckert, in arte Janosh. Recentemente è stato pubblicato in Italia dalla casa editrice Kalandraka in una versione elegante e maneggevole che conserva intatto il sapore classico, tradizionale e l’irresistibile dolcezza.
Come le figure – morbidi, lievi e gentili acquerelli, miniati quanto basta da apparire accurati senza essere carichi – anche il testo risulta amabile e garbato, capace di narrare e, insieme, accompagnare lettore e personaggi nel loro percorso attraverso la storia.
Ne risulta un racconto dolce e partecipato, ingenuo e profondo allo stesso tempo, come solo i bambini – e le loro fantasie – sanno essere.
Le suggestioni del viaggio, del sogno e dell’immaginazione utopica vengono trattate assieme al tema – sempreverde e sempre importante nel mondo infantile – dell’amicizia.
Il libro riesce a valorizzare lo slancio verso l’ignoto e il coraggio di prendersene carico, vicino alla celebrazione e al richiamo alle cose semplici, alle gioie quotidiane.
Il tutto immerso in una natura accogliente e semplice, complice e benigna, che viene incontro alla vita e la sostiene, che si fa rifugio certo e caldo.
Tigre e Orso vivono insieme, certi del loro affetto e dell’aiuto reciproco.
In uno scenario bucolico ed essenziale – fatto di casa e fiume, prato e bosco – c’è chi pesca e chi raccoglie funghi, chi cucina e chi mangia di gusto.
Tutto pare perfetto e i due animali sembrano non desiderare alcuna aggiunta alla loro deliziosa felicità.
Fin quando, un giorno, Orso non trova una vecchia cassetta di frutta a galleggiare sull’acqua del fiume.
Il contenitore ha un profumo irresistibile – banane! – e la scritta sul dorso recita “Panama”.
La compagna Tigre si lascia persuadere facilmente e così, tra una serie di incantevoli trovate – come quella del cartello indicatore appositamente costruito e puntato – i due amici partono all’avventura e alla ricerca di Panama.
Ma, come tutte le terre promesse, anche questa sa nascondersi bene e i nostri compagni, tra la dritta di un animale, il suggerimento di un altro e l’accoglienza di un terzo, finiscono per compiere il loro percorso, un po’ tortuoso e ben poco diritto, verso il raggiungimento dei loro desideri.E cosa importa se il lettore, sotto la guida attenta e bonaria dell’autore, si accorgerà ben presto dell’inghippo che la sorte riserva ai due esploratori?
Come in un cerchio magico – d’intenti e di strade – Tigre e Orso raggiungono davvero la loro Panama, quella ideale ma reale, immaginata ma concreta. E sarà semplice e familiare, ma con le migliorie che ogni viaggio, ed esperienza, posso portare.
Un albo che muove al sorriso, scalda il cuore e ha l’aurea delle verità piccole e preziose.
Pagine che danno valore a ciò che si sogna e a ciò che si ha, non negando l’uno a favore dell’altro, non svilendo i moti dell’anima a vantaggio dell’accettazione, né il reale a beneficio dell’ideale.
Tutto si integra e la crescita passa attraverso i desideri, anche quelli arditi e difficili da realizzare, e attraverso la capacità di apprezzare i propri averi, sia quelli concreti che quelli dell’anima, in un equilibrio di pulsione ed accoglienza che sarebbe davvero auspicabile riuscire a raggiungere.
Ma tra realtà e utopia c’è il cammino, e sono le esperienze che si compiono lungo la via, le persone che si incontrano, i luoghi che si vedono, che fanno sì che la prima si avvicini un pochino alla seconda, che la seconda si faccia meno lontana ed esotica.
Ed ecco che Panama diventa tanto bella perché è qui, e qui non è più solo qui perché un po’ almeno si è colorato di Panama.
Ancora, affettiva come una carezza, lungo tutto lo svolgersi della narrazione, l’amicizia tra Orso e Tigre emerge e riempie di tenerezza.
La collaborazione, l’accoglienza, la vicinanza, l’armonia, delle quali si tinge il rapporto tra i due costituiscono un bellissimo modello di unione, applicabile ad ogni legame umano, da quello tra amici a quello tra compagni di vita.
Figure piacevolissime da osservare, che raccontano di una vegetazione campestre e lacustre verdeggiante e rigogliosa, di un mondo popolato da animali contadini, casette di mattoni dal tetto rosso e utensili rurali, distese di grano, frutti della terra, grandi soli che tramontano a ricordare il ritmo delle stagioni e la vita secondo natura.
Un cenno merita la scelta tipografica di riservare dimensioni e sfumature di nero diverse ai caratteri qualora essi compongano un dialogo, una narrazione o un intervento dell’autore. Piccoli dettagli, questi, che rendono la cura di un albo e lo impreziosiscono (ignoro se fosse un dettaglio presente anche nell’edizione originale).
(età consigliata: dai 4 anni)
Se il libro ti piace, compralo qui: Oh, com’è bella Panama!