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Di lì comincerà però lo sfacelo, almeno per l’opinione pubblica, tra i fiumi di alcool, droga, alcool, storie lesbo, arresti, ingressi e uscite dalla rehab, casini famigliari vari e qualche film non proprio riuscito: l’evitabilissimo remake “Herbie – Il super maggiolino”, le commedie così così “Baciati dalla sfortuna” e “Donne, regole e tanti guai!” e un annunciato cameo nel prossimo “Natale in Sudafrica” cui però non voglio credere, perché ci saranno pure modi migliori per pagarsi la droga che non fare un film di Neri Parenti, anche se Belen probabilmente conosce i giri giusti per procurarsi la roba.Nonostante questo la carriera di Lindsay è comunque proseguita anche con ruoli in film validi e lavori per grandi registi: “Bobby” sull’omicidio di Bob Kennedy, “Chapter 27” sull’omicidio di John Lennon (che sia fissata con gli assassini di personaggi famosi?), l’ultimo film di Robert Altman “Radio America”, lo spettacolare “Machete” di Robert Rodriguez (di cui qui sotto vi propongo una scena assolutamente a caso).
In attesa di vederla nel temibile, fin dal titolo, “Incinta o quasi”, ho allora recuperato il criticatissimo “Il nome del mio assassino”, film che ha una media voto ridicola su Internet Movie Database (3,6!) e nel 2008 ha fatto incetta di Razzie Awards, gli Oscar per le pellicole più brutte. Qui Lindsay interpreta di nuovo un duplice ruolo ed è riuscita ad aggiudicarsi il Razzie di peggior attrice per entrambe le parti, un vero record!
Il nome del mio assassino(USA 2007)Titolo originale: I know who killed meRegia: Chris SivertsonCast: Lindsay Lohan, Julia Ormond, Neal McDonough, Brian Geragthy, Gregory Itzin, Jessica RoseGenere: noir?Links: IMDb, mymoviesSe ti piace guarda anche: Boxing Helena, Inseparabili
Amate Lindsay Lohan? La odiate? In entrambi i casi avete delle buone ragioni per vedere questo film: se la amate, Lindsay è sempre maledettamente sexy (anche quando a un certo punto le vengono amputati un braccio e una gamba) e interpreta un’altra volta un ruolo doppio, di cui uno è quello di una spogliarellista! Se invece la odiate, vi divertirete a vederla torturata alla grande.
“Il nome del mio assassino” è certo un film porcata, ammettiamolo subito: confuso, sconclusionato, assurdo in maniera assurda. Detto questo, secondo me non è stato completamente compreso dalla critica che lo ha massacrato. E forse non è stato capito nemmeno dal regista stesso, perché questo in realtà non è un thriller-noir serio, questa è una parodia del genere. Poco importa che questo Chris Sivertson forse non ne avesse l’intenzione, ma il film è estremamente divertente nel suo susseguirsi di situazioni improbabili e senza senso, con qualche tentativo di imitare persino nientepopodimenoche David Lynch.
La storia è quella di Aubrey, una studentessa modello aspirante scrittrice che viene misteriosamente sequestrata da un pazzo maniaco. Quando la ritrovano, ha un braccio e una gamba amputati ma soprattutto crede di essere un’altra persona: Dakota, una spogliarellista parecchio sboccata e zoccola. In un misto tra un thriller, un soft porno, un noir non riuscito e una parodia (questa riuscita) di un noir, ci sono un sacco di scene che fanno veramente morire dal ridere e di trovate che lasciano a bocca aperta per lo stupore, fino a un finale davvero ma davvero pessimo. Però come si fa a voler del male a una porcata così ben congegnata?
Talmente uno scult totale da risultare quasi un cult.(voto 6+)
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