Godzilla (USA, Giappone 2014) Regia: Gareth Edwards Sceneggiatura: Max Borenstein Cast: Bryan Cranston, Juliette Binoche, Aaron Taylor-Johnson, Elizabeth Olsen, Ken Watanabe, David Strathairn, Sally Hawkins, Godzilla Genere: mostruoso Se ti piace guarda anche: Transformers, Pacific Rim, gli altri film su Godzilla
Un cantante non è un grande cantante senza grandi canzoni. Pensate ad Adele. Immaginate se dovesse interpretare dei brani scritti da Kekko dei Modà. Altroché Grammy. Vincerebbe una testata. Lo stesso vale al cinema. Un attore non è un grande attore senza un grande personaggio da interpretare. Vedi Bryan Cranston nei panni di Walt White nella pluripremiata e pluritelegattata serie Breaking Bad e pensi che quell’uomo potrebbe fare di tutto. Quell’uomo si merita tutti gli Emmy ed Oscar del mondo. Quell’uomo è un attore fenomenale. Poi vedi Bryan Cranston in Godzilla e pensi… Va beh, ma quand’è che inizia Better Call Saul, lo spin-off di Breaking Bad?
Non che sia degna di un Razzie Award, però l’interpretazione di Bryan Cranston in Godzilla è decisamente anonima. Sembra un attore come tanti. E l’interprete di Walt White – Walt White, cazzo! – non può apparire solo come uno tra tanti.
Con quel parrucchino in testa a metà strada tra Nicolas Cage e Antonio Conte poi non si può vedere!
Sono partito da Cranston, ma il discorso può benissimo essere esteso all’intera pellicola. Pellicola? Diciamo una rottura di balle durata due ore che parte con ritmi lenti e i soliti drammi famigliari che vorrebbero essere toccanti ma sanno solo di già visto e fino a qua sarebbe ancora una noia tollerabile. Nella seconda parte il film si trasforma invece nel classico action catastrofico, con scene tra Jurassic Park dei poveri (si fa per dire, visto che il budget della pellicola è di $160 milioni) e un film a caso di Michael Bay, giusto un po’ meno concitato e tamarro. In mezzo a personaggi umani stereotipati e a creature mostruose (che poi il Godzilla del titolo compare meno degli altri due kaiju del kazzo), non sono riuscito a trovare un solo anche vago motivo per provare interesse nei confronti del film. Colpa mia? Può darsi. O magari è colpa di un’industria che appiattisce tutto e produce una serie di prodotti per il grande pubblico uno uguale all’altro.
Sono partito da Godzilla, ma il discorso può benissimo essere esteso all’intera Hollywood. I grandi studios stanno attenti a ciò che accade intorno a loro. Seguono le pellicole indie, le serie tv più cool in circolazione, quello che capita nei Festival. Seguono tutto e cannibalizzano tutto. Prendono l’attore più fenomenale del piccolo schermo degli ultimi anni, Bryan Cranston, e lo mettono insieme a un paio tra i giovani più promettenti visti sul grande schermo di recente, il Kick-Ass Aaron Taylor-Johnson e la Elizabeth Olsen fenomenale di La fuga di Martha e Silent House. In più, a dirigere il tutto ci mettono Gareth Edwards, uno che con il suo film d’esordio Monsters aveva raccolto un sacco di elogi, assolutamente meritati.
"OOOH, quanto ce l'ha grosso, quel Godzilla...
ehm volevo dire, quanto è grosso, quel Godzilla!"
"OOOH, ce l'ha più grosso di Rocco Siffredi...
ehm volevo dire che è più grosso dei mostri di Pacific Rim!"
Hollywood fa così. Prende i grandi talenti del cinema “piccolo”, il cinema indie, e li fa giocare in serie A. Una serie A a livello di budget, di incassi e di visibilità che corrisponde però a una serie Z in termini di qualità. C’è da chiedersi perché prendere dei talenti del genere per trasformarli poi in dei mestieranti qualunque. Tanto vale a questo punto assumere direttamente un Michael Bay, che sai già che è scarso e il risultato (ai botteghini) te lo porta a casa comunque. Invece no. Per colpa di Hollywood, il Gareth Edwards sorprendente di Monsters al suo secondo film è già diventato l’ombra di se stesso. Come, e ancora peggio, quanto capitato di recente ad altri promettenti giovani registi, il cui portafogli sarà anche stato profumatamente riempito, ma cui contemporaneamente è stata svuotata del tutto la creatività. Penso a Marc Webb, che all’esordio mi aveva folgorato con lo scoppiettante e delizioso (500) giorni insieme e poi se n’è andato a dirigere gli spenti e poco amazing reboot di Spider-Man. E penso a Neill Blomkamp, autore di una delle migliori pellicole sci-fi recenti, District 9, subito dopo chiamato a fare una banale marketta commerciale per il divo Matt Damon con il banale Elysium.
Tutti registi esordienti scoppiettanti. Tutti già scoppiati al secondo film. A Garreth Edwards è andata ancora peggio rispetto ai colleghi. Ha diretto senza personalità il classico blockbuster di cassetta. Peccato che le cassette ormai siano estinte e sarebbe bello se pure i mostri alla Godzilla lo fossero. Quello che purtroppo non è estinto è il cinemone mostruoso dei mostroni giganti, dei Transformers, dei Pacific Rim e dei Godzilla. Purtroppo, a quanto pare è questo quello che vuole la ggente. È questo che vuole Hollywood. Solo, non è quello che voglio io.