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Ormai ci siamo. Quasi per scaramanzia non ho fatto l'annuncio ufficiale prima di stasera, ma sabato mattina si parte. Almeno nel mio immaginario questo è da sempre il viaggio della vita, quello che sogno da quando avevo forse 16 o 17 anni. Mi ricordo che avevo una cartina dell'Europa molto generica, la stessa che usai per il mio primo fallimentare "assalto" al Nurburgring, e che guardando su su su e ancora fino in cima fantasticavo di quanta strada mi divideva dalla mèta. Capo Nord.
Sogno questo viaggio da più di vent'anni, e sabato mattina girerò la chiave e il sogno inizierà a prendere forma concreta. Per adesso è un insieme piuttosto vago di vestiti imbustati e da imbustare che non entreranno mai nelle borse della moto, itinerari pronti e modificati mille volte, cose su cose da portare che vengono in mente ogni due secondi e che non cancelleranno mai la certezza assoluta che come la legge di Giulia sentenzia tutto l'inutile verrà portato ma sicuramente qualcosa di indispensabile rimarrà a casa.
E privo di quell'indispensabile qualcosa sabato sera arriverò alla stazione ferroviaria di Lorrach, appena fuori Basilea, e caricherò la moto sul treno che in una nottata mi porterà a Hildesheim, appena a sud di Amburgo. La stessa tratta che farò al ritorno, fra due settimane; questa è stata una decisione sofferta, perché Capo Nord è un viaggio che idealmente si sogna di fare tutto sulle proprie due ruote, ma poi la ragione ha prevalso. Ho solo sedici giorni per arrivare su e tornare giù, e in questo modo mi faccio quasi mille chilometri dormendo, sia all'andata che al ritorno. Tra l'altro l'attraversamento della Germania da fondo a cima è una cosa che ho già fatto due volte, e francamente non è una di quelle cose che uno ricorda con particolare piacere.
Alle sei e venti di domenica mattina scaricherò la moto dal treno, e conto di essere in Danimarca per l'ora di pranzo. Il vero viaggio inizia lì.
Ancora non ci credo nemmeno io...