Sappiamo tutti che non si capita per caso ad Ohrid (Ocrida in italiano), antica città gioiello artistico e architettonico tra le colline in suggestiva posizione panoramica sulle rive del lago omonimo, nel sud-ovest della Macedonia, la porta sud dei Balcani, al confine con l’Albania. Ma, trattandosi di un luogo di straordinaria bellezza e importanza storica, l’unico sito protetto dall’Unesco in questa giovane e minuscola nazione e sua principale attrattiva turistica, forse vale la penna di andarci appositamente. Anche se è un po’ complicato arrivarci, non tornerete sicuramente delusi, perché oltretutto si mangia e si beve bene e a poco prezzo, per la gioia del corpo e dello spirito.
Situata a 690 m di altezza e dominata dalle imponenti mura merlate medievali risalenti al X sec., Ohrid costituisce uno dei siti storici d’Europa con più lunga continuità abitativa, diecimila anni di sovrapposizione umana dal Neolitico ad oggi passando per Illiri, Greci, Romani, Bizantini e Ottomani, assai importante in epoca paleocristiana e bizantina in quanto ubicata lungo la via Egnatia che collegava Bisanzio e l’Oriente con il porto di Durazzo sull’Adriatico, in età medievale uno dei maggiori centri culturali, artistici e religiosi della penisola balcanica e delle terre slave, sede di una delle più antiche università del mondo (fondata nell’ 893) da cui nacque l’alfabeto cirillico, e anche per breve periodo attorno al 1000 capitale dell’impero bulgaro. Di sfuggita fu pure la capitale della Macedonia di Filippo II, il padre di Alessandro il Grande, che da qui partì nel 338 a.C. per conquistare la Grecia, poi il mondo. I turchi ottomani la dominarono dal XIV sec. fino al 1912; ad essi deve un certo aspetto levantino. Narra una leggenda che in epoca medievale possedesse 365 chiese tra grandi e piccole, una al giorno per questa Gerusalemme slava; oggi sono parecchie di meno, ma ancora con ampia scelta. Da non perdere assolutamente Plaosnik, basilica del V sec. restaurata nel 2002 con pavimento in vetro per permettere la visuale della chiesa sottostante, l’imponente cattedrale di Santa Sofia del XI sec., prima chiesa con stupendi affreschi bizantini, poi moschea e oggi sala per concerti dalla straordinaria acustica, il ben conservato anfiteatro, creato dai Macedoni per spettacoli teatrali, poi modificato dai Romani per il combattimento dei gladiatori. In tutto potrete ammirare ben 2.500 m2 di pregevoli affreschi di varie epoche e 800 icone bizantine realizzate tra VII e XIX sec., la seconda più ricca collezione al mondo di icone dopo quella di Mosca. In un paese grazioso, con stradine tortuose e case bianche con porte in legno. Ma il vero capolavoro, quello che da solo merita il viaggio, è la romantica e isolata chiesetta duecentesca di Sveti Jovan a Kaneo, su una rupe a picco sul lago, con una strana cupola ad ombrello di stile armeno. Il monumento più fotografato in assoluto della Macedonia, il suo emblema turistico per antonomasia.
Non meno interessante dal punto di vista naturalistico il lago omonimo, condiviso con l’Albania (1/3 albanese, il resto macedone) e grande quanto il nostro Garda. Si tratta di un lago di origine tettonica, tra i più antichi e profondi della regione balcanica (2 milioni di anni e 294 m), formato da acque trasparenti come i laghi alpini, ma che quando si agita sembra quasi un mare con onde nere e minacciose. Benchè contengano scarse sostanze nutrizionali, grazie al suo isolamento ed alle condizioni stabili le sue acque oligotrofiche accolgono un gran numero di specie animali e vegetali con un elevato novero di specie endemiche e relitte, fino a veri fossili viventi, tanto da farne un laboratorio ecologico evolutivo. Vi sono stati scoperti molluschi gasteropodi vecchi di 30 milioni d’anni, oltre a pesci come la trota di Ohrid (in estinzione), il coregone, il gobione e il triotto. Ospita anche le enigmatiche anguille, che dal lontano Mar dei Sargassi viengono a vivere qui per una decina d’anni, per poi tornare al luogo di origine per deporvi le uova prima di morire. Il luogo è tanto bello che il maresciallo croato Tito, capo della Jugoslavia, si fece costruire una residenza sulle sue sponde. Ohrid costituisce uno dei rari casi al mondo dove l’Unesco protegge contemporaneamente un sito per i suoi aspetti culturali e naturalistici. Neanche a dirlo, la cucina locale si basa principalmente sul pesce fresco di lago.
Unico specialista da 35 anni per le vacanze in tutte le nazioni dell’ex Iugoslavia, e quindi anche per la negletta Macedonia, è l’operatore “il Piccolo Tiglio” (tel. 0381. 72 098, www.ilpiccolotiglio.com), in grado di costruire qualsiasi itinerario per visitare Ohrid. Vi si può giungere via terra e mare da sud, attraverso la Grecia, da nord attraverso la Serbia, e da ovest attraverso l’Albania. Esiste anche un volo low cost della Wizzair da Bergamo alla capitale Skopje, distante 170 km. Da visitare nelle vicinanze c’è la ricostruzione del villaggio palafitticolo neolitico, con i reperti rinvenuti, il monastero cinquecentesco di Sveti Naum presso il confine albanese, il tradizionale villaggio di pescatori di Trpejca, e il parco nazionale di Galicica che separa il lago di Ohrid da quello analogo di Prespa, dove nidifica il pellicano riccio. In estate Ohrid è sede di due importanti manifestazioni culturali: in giugno-luglio il Festival balcanico di danze e canti popolari, in giugno-agosto il Festival Estivo con musica classica, opera, balletti e jazz. In Macedonia gli italiani entrano senza visto.
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Giulio Badini