Anche il Mussolini di Salò produsse nel novembre del 1943 il Manifesto di Verona per illudersi di tornare allo spirito originario e sansepolcrista del fascismo, ispirato e incoraggiato – la storia si ripete – da un giornalista comunista e massimalista divenuto fanatico fascista, Nicola Bombacci, che pretendeva di rilegittimare il Duce dopo il 25 luglio. Un organismo autocratico, creato e retto per quasi 20 anni da un Uomo Solo al Comando che ne ha fatto ciò che ha voluto e che si considera infallibile, vive le fasi della propria resistibile ascesa e irresistibile caduta attraverso il destino di chi lo ha creato. Primarie, concorsi di bellezza sui giornali, giochetti ai quattro cantoni fra dirigenti e cortigiani sono come mettere “lipstick on a pig”, il rossetto sul muso di un maiale, dicono gli yankees. Magari sarà un porcellino più grazioso, ma sempre un purscèl resta.VITTORIO ZUCCONI






