Appunto: se le uova nostrane sono tanto "sicure", vogliamo però parlare dei mangimi? Eppure, non è la prima volta che si scoprono mangimi alla diossina in giro per il continente. E Ticino Online, dalla Svizzera, rivela qualche retroscena: "Circa l'80% di tutta l'esposizione della popolazione alla diossina, che secondo l'Organizzazione mondiale della sanità si colloca sui limiti superiori dei livelli ancora accettabili, avviene attraverso i mangimi". Non sarei tanto convinta che l'Italia rappresenti una fulgida eccezione. Secondo Foodwatch poi, il governo tedesco chiude volentieri un occhio sulle attività più o meno disinvolte dei produttori di mangimi, per non appesantire con troppi controlli l'export delle carni. Inoltre, l'azienda produttrice dei mangimi non è un sottoscala di malavitosi, ma un colosso, Harles und Jentzsche, che ha rilevato gli impianti dalla Henkel e che ragionevolmente non si limita a vendere i propri prodotti ai contadini del circondario.
Le misteriose vie dei mangimi non sono di facile percorrenza, e difficilmente scopriremo se e quanto i mangimi alla diossina siano arrivati nel nostro Paese (anche in altre occasioni e da altri produttori). Intanto, però, eviterei di credere all'ameno quadretto delle galline italiche alimentate col pane secco della nonna. Il pollaio dei nostri sogni non esiste più da un pezzo...
Fonte articolo