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Okkupazione

Da Leragazze

OkkupazionePochi giorni fa si è conclusa la tradizionale occupazione del liceo che frequenta mio Figlio.

Dico tradizionale, perché queste forme di protesta degli studenti italiani, che vanno dalla cogestione all’autogestione, all’occupazione, sono ormai come le sagre di paese, come la scampagnata fuori porta di pasquetta, come fave e pecorino per il primo maggio. E si traducono (se va bene) nella sospensione della didattica per una settimana.

Se va male ci sono i danni da riparare (e pagare). Già perché in situazioni come queste non è facile impedire l’ingresso nelle scuole occupate a personaggi esterni che anche cavalcando il malcontento degli studenti, possono aizzarli a compiere atti vandalici senza utilità.

Grazie al cielo questo da noi non è avvenuto. I ragazzi hanno istituito turni di sorveglianza e pulizia; hanno addirittura ripulito i bagni dalle scritte precedenti; insomma: si sono comportati come dei piccoli delinquenti gentiluomini!

Hanno organizzato incontri con giornalisti, sindacalisti, gruppi musicali (!) e writers con i quali hanno discusso di politica, economia e mondo del lavoro. Intanto gli studenti contrari all’occupazione organizzavano lezioni pubbliche in piazza.

Io, sarà l’età, ma continuo a non capire il senso di queste occupazioni.

Mio Figlio Grande è stato nel gruppo che ha votato a favore nonostante il Marito e io non condividessimo il suo punto di vista.

E questo non tanto perché l’occupazione è illegale: se fosse funzionale allo scopo non avremo nessun timore di appoggiarli e aiutarli in prima persona a portare avanti anche un’azione contro la legge. Ma riteniamo che obiettivo della protesta non debbano essere i docenti e la dirigenza scolastica, che sono colpiti, al pari dei nostri figli, dai tagli alla scuola.

L’obiettivo dovrebbero essere invece governo e ministero della P.I. Sono 30 anni infatti che a novembre, quasi come facesse parte del calendario scolastico, si attuano queste forme di contestazione e nonostante questo in Italia si continuano a spender soldi per le scuole private e a tagliare i fondi per la scuola pubblica. Già perché non bastavano i 10 milioni di euro che il governo Monti con la spending review ha elargito alle scuole private. No! Il 15 novembre scorso grazie a un emendamento del PD (sic!) è stato sbloccato un ulteriore finanziamento per le scuole private di 223 milioni di euro. E nonostante io abbia 2 figli su 3 che frequentano una scuola privata, dico che qui non basta l’occupazione: serve la rivoluzione!

Quindi nonostante appoggi nel merito le richieste degli studenti e le loro proteste, il metodo continua anno dopo anno, occupazione dopo occupazione, a lasciarmi perplessa.

Credo che si dovrebbero trovare forme di protesta alternative ed efficaci, necessariamente in accordo con gli insegnanti e dirigenti scolastici; sia perché ci sembra inutile assumere posizioni in contrasto con il corpo docente, sia perché l’obiettivo è condiviso e comune a entrambi i “fronti”.

In casi come questi porsi contro i propri insegnanti mi sembra si configuri come una guerra tra poveri; il motto divide et impera dovrebbe insegnarci qualcosa.

In ultimo, il fatto che i ragazzi abbiano gestito bene l’occupazione della loro scuola, con giudizio e saggezza, non ne fa certo degli eroi. Il Marito (bancario) per spiegare la sua posizione a nostro Figlio, ha usato una metafora, che secondo me è calzante: è come se dei rapinatori gentiluomini svaligiassero con molta educazione una banca, trattando in guanti bianchi gli ostaggi, senza far danni, anzi ripulendo tutto per benino, e devolvendo perfino la metà del bottino in beneficenza.

Forse avrebbero degli sconti di pena, ma non certo l’impunità.



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