Okkupazione

Creato il 10 dicembre 2012 da Eldacar

Quando andavo al liceo (mi sono diplomato nel 1998) esistevano alcuni periodi dell'anno migliori di altri. Come per tutti gli studenti, le vacanze invernali e quelle estive, più ponti vari, erano ovviamente sacri ma c'era un momento, per molti, ancora migliore. Era quello dell'occupazione, proclamata tutti gli anni, ogni anno, ovunque, da che ho memoria. Perchè qualcosa che non va bene e un motivo per occupare, di base, si trova sempre. Badate bene: quando parlo di occupazione non mi riferisco a quella della mia scuola perchè io (dopo le elementari in pubblica) ho fatto le medie e le superiori in privata. Una roba per cui sono stato bollato figlio di papà, per anni, quando i miei, semplicemente, avevano deciso di privarsi di svariate cose per mandarmi in un istituto che tra scioperi, supplenze, cazzi, mazzi, mi garantisse almeno la metà dei giorni che prometteva a livello di istruzione.
Comunque parlavo di un momento fantastico, che coincideva con ciò che noi chiamavamo "andare a fare la spesa". Si perchè, guarda il caso, il movimento si divideva in tre categorie distinte: c'erano gli organizzatori della cosa, generalmente sfigati (guardando con gli occhi del giovane, ovviamente), generalmente bruttini e generalmente secchioni, che si sbattevano con il megafono e tiravano giù programmi e attività da fare durante il periodo incriminato (che poi oggi si trovano nella politica locale, tutti a sinistra). C'erano quelli veramente figli di papà, bellocci e parioli, che con questi litigavano: metà perchè la pensavano al contrario, metà perchè faceva fico prendere a schiaffi laggente (che poi oggi si trovano nella politica locale pure loro, tutti a destra. Quelli che menavano di più invece, in carcere). E poi c'eravamo noi. Quelli normali, usavo dire. Quelli che a 15 anni, pensavano a fare i ragazzini di 15 anni e che nell'occupazione vedevano quella grandissima opportunità di fare vacanza e di sverginare le tipe del Giulio Cesare, che adoperavano la palestra originariamente adibita a sala riunioni o sala qualcosa, come se fosse un gigantesco carnaio dove restare giorno e notte con i compagnucci o con i tipi che arrivavano da fuori (e che nel nostro caso avevano anche un nobilissimo motivo per fare sega, non potendo godere di quella grandissima cosa che erano gli scioperi, spesso nemmeno giustificabili e giustificati).
Insomma, di scuole di amici e amici di amici che avevano amiche, ne ho viste parecchie in età e il template era sempre lo stesso. La percentuale di quelli veramente interessati a fare qualcosa era sempre vicina al 3% come, penso, sia anche normale parlando di adolescenti, seppur impegnati in qualche maniera. Questo per dire, lasciando da parte l'ironia, che oggi leggere del Manzoni e trovarmi invischiato per qualche tweet in una discussione con Tito Faraci (che non ha bisogno di presentazioni) e qualche altro mi ha fatto, di fondo, sorridere. Si perchè proiettando il tutto su una scala diversa, viene fuori uno spaccato reale (e generazionale) della situazione che poi, ad oggi, resta per me il vero problema. Quando parli con persone come Tito, con una cultura stratosferica e che non hanno vissuto il '68 ma hanno raggiunto l'età per capire cose poco dopo, non c'è modo di trovarsi da nessuna parte, in ogni caso. All'epoca l'occupazione era una cosa, significava delle cose, portava a delle cose. In un contesto differente, con un mondo differente, una società differente e problemi differenti.
Oggi, è un'altra roba. Eppure, proprio, questo messaggio non passa mai ed ecco lì che spunta fuori il qualunquismo, come se valesse poi il giudizio di chi è andato a scuola nel '60 o nel '70 mentre quello di chi è uscito dopo no perchè il '68 è stato una volta sola e la Gelmini c'è oggi quindi voi che ne sapevate? Occupare una scuola (restiamo nel seminato) oggi, è un'azione di qualche importanza sociale? No. Serve solo a saltare giorni di lezione anche se, ovviamente, da qualche parte, qualcuno che farà le cose per bene ci sarà sempre e per fortuna, che magari poi eoni dopo sarà pure in grado di cambiare cose di importanza differente. Ma limitandoci a questo discorso, continua a venirmi da sorridere, pensando alle solite percentuli (sarà una deformazione professionale). Manca proprio quel contatto con la realtà che mi fa venire in mente quelli che gridavano allo scandalo perchè i giornalisti (e già qui...) nel mondo gaming, non venivano pagati come da tariffario OdG. Come se nel mondo reale, per l'appunto, la percentuale degli editori in regola in questo senso, fosse poi quella più importante. Insomma, pare che per molti la protesta studentesca fatta come l'ho vista fare io, sia una delle soluzioni per cambiare le cose. Che poi è la stessa gente che chiede il cambiamento ma pretende il posto fisso e vota Bersani facendo tornare pure il nano che, con Renzi, sarebbe quantomeno stato a casa non potendo competere dal punto di vista anagrafico. Ma solo io vedo un paese in coma irreversibile che avrebbe bisogno della guerra civile e basta? Cosa che comunque non succederà ancora finchè ci sarà da mangiare, bere, la Serie A e il Grande Fratello?
No, per capire.
Aloha!
LETTO TUTTO? BENE. ORA REGISTRATI SUL FORUM CHE FA FICO E POSSIAMO PURE LITIGARE, POI

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