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Olanda in bici, giorno 1: money money money

Da Frmagni

Bisogno di movimento, endorfine, natura. Si parte in bicicletta. Olanda, il paradiso dei ciclisti. Un benedetto low cost Ryanair ci porta a Eindhoven e fa passare senza un plissé le nostre borse da bici Vaude. Dall’aeroporto alla stazione il bus 401 costeggia casette a schiera di sofisticata ispirazione razionalista; la tradizione architettonica olandese ha prodotto anche in periferia linee invidiabili se paragonate alla fantasia discutibile dei geometri nostrani. Noto che anche qui i teenager hanno le mutande che sbucano dai pantaloni, ma anziché griffate sono decorate con stampe di biciclette. Lo prendo come un buon auspicio: non le abbiamo prenotate, si va alla ventura. Il bike rental è un po’ distante dalla stazione e un taxi costa la metà rispetto a un altro autobus: 3.50 euro a biglietto e niente tariffa oraria, è a tratta. Chiaro che poi vanno in bici! Il parcheggio fuori dalla stazione di Eindhoven sembra un monumento al ciclista, le ruote legate e ammassate si mescolano a perdita d’occhio in un mare di ferraglia. Immaginate un modello di bici di assoluta fantasia con numero di ruote a piacere, e state sicuri che qui c’è. Se però volete affittarne una, non siate altrettanto fiduciosi.
Il bike rental di Eindhoven, che raggiungiamo mezz’ora prima dell’orario di chiusura (le 18) sostiene di essere il solo in città. Data l’ora, gli crediamo sulla fiducia. È un negozio con centinaia di biciclette – molte piú di quante ne abbiate mai viste in uno italiano – ma a noleggio dà solo un modello: freno a pedale, niente cambio, ruote del 30 tarate sull’altezza media olandese (sono i più alti del mondo, dice la guida, ma non dà specifiche in confronto ai watussi). Sono tra le bici peggiori che abbia visto in suolo olandese, ed è vero che sono atterrata da due ore ma la mia esperienza ammonta già a migliaia di esemplari. Le bici a noleggio oltretutto costano 10 euro al giorno e per i bambini non ce ne sono. Maledetta mania di non prenotare. Per farla breve – anche se la cosa non lo è stata affatto – usciamo con 4 biciclette acquistate per un totale di 633 euro, circa 150 più del costo di noleggio, ma che rivendute ad Amsterdam potrebbero riportare il conto in positivo. Siamo all’inizio della vacanza, l’umore non si fa infiacchire facilmente. Dopo il battesimo delle bici (Gazelle e Amanada quelle dei ragazzi, Batavus la terza e Non-il-top-ma-quasi la mia, l’unica non di seconda mano ma con una distanza sellino-manubrio da brachitipo) approdiamo all’ufficio del turismo dove due splendide fanciulle (gli olandesi, femmine e maschi, non hanno solo il primato dell’altezza) attentano al nostro ottimismo comunicandoci che le mappe per l’itinerario che abbiamo progettato sono suddivise in 8 volumi al costo di 9.10 euro cadauno. Applichiamo la regola dell’”acquisto medio” e prendiamo solo il tratto di mezzo, poi si vedrà.
Sono le sei e quaranta e avere un sellino su cui posarsi è già di che ringraziare. Così seguiamo il planning che prevede pernottamento a Rosendaal (non prenotato, ovviamente), per portarci un po’ a Ovest e partire domani, vento in poppa. Per la modica cifra di 58 euro percorriamo un tratto in treno di un’ora (le sole bici sono 6 euro l’una) attraverso una campagna di un verde che parla chiaro: piogge copiose. Le case sono già bellissime, fattorie con tetti di paglia e spioventi da paese del nord. Eindhoven è alle spalle. Stasera la squadra della città gioca contro il Milan. Per la prima (e ultima volta) della mia vita mi sento rossonera.


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