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VEDI A QUESTO LINK TOPIC PRE-GDL PER LA TRAMA E LA BIOGRAFIA DELL'AUTRICEUna lettura interessante che prosegue l'analisi, più o meno attenta, dell'universo dei sequels austeniani (vedi “GdL Mr Darcy takes a wife”, le recensioni sulla Trilogia della Aidan, i primi romanzi della Bebris, e lo spinoff di Syrie James)...ma cosa accade se, di questi famigerati seguiti, ci troviamo a leggerne il primo in assoluto?Il percorso ideale per un'analisi di tale neo-genere, avrebbe dovuto intraprendere questo titolo per primo, data la sua particolarità unica che lo vede pubblicato un secolo fa (scritto nel 1913 / prima edizione 1914 - Holden & Hardingham, London), e dopo un secolo esatto dall'uscita del suo principale oggetto d'ispirazione: Orgoglio e Pregiudizio (1813).La (quasi) sconosciuta Sybil G. Brinton, a mio modesto avviso, intraprese questo primo esperimento in un momento storico ancora acerbo, non ricettivo, orfano di un pubblico capace di comprendere il carattere celebrativo/innovativo del suo romanzo, ciò ha condotto probabilmente all'immediato tramonto della sua esperienza letteraria (vedi biografia), rispedendo nel limbo un testo tutt'altro che mediocre, au contraire, artefice di un vivace gusto narrativo.Old Friends and New Fancies, come già detto, riprende dal romanzo più amato della Austen, Pride and Prejudice, esattamente a 100 anni di distanza dalla sua pubblicazione (1813)...forse la Brinton sentì l'esigenza di celebrare il primo anniversario?! In questo caso, dovremmo riconoscerle, oltre al primo sequel austeniano, anche la corona di Prima Janeite della storia...!
Ciononostante, come rimarca il sottotitolo “an imaginary sequel to the novels of Jane Austen”, i luoghi, i personaggi, gl'intrecci sono tratti da tutti i sei romanzi canonici, molto coraggiosamente fatti convergere in un'ipotetica trama dagl'esiti insperati, quanto felici.Credo di parlare a nome di tutte le partecipanti al GdL, affermando che la curiosità iniziale verso questo titolo ha preso origine dalla sua peculiarità in qualità di “opera prima”; uno stato di sospensione ed attesa ci ha lasciate in silenzio nei primi capitoli; ed una trama inaspettatamente funzionale e decisamente scorrevole ha finito per coinvolgerci sino all'inevitabile lieto fine.Detto ciò, è facile indovinare la valutazione di questa lettura, indiscutibilmente il primo e, forse, proprio per questo, il migliore dei sequels austeniani
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Miss Georgiana's ReviewLost in Austen- Molto prima che Amanda Price si perdesse a Longbourn;- Prima dei tempi sospetti in cui la televisione ed il cinema potessero influenzare l’immaginario collettivo con i personaggi austeniani che automaticamente vengono personificati da questo o da quell’attore;- Prima che gli sceneggiatori ci influenzassero con la loro interpretazione dei romanzi;- Prima del boom dei sequel e degli spin-off, spesso inquinati da presenze aliene di zombie e di vampiri,Sybil G. Brinton, nel lontano 1913 scriveva quello che è da considerarsi il primo sequel di Pride and Prejudice e non solo, ma anche di Mansfield Park, Persuasion e compagni, con una lingua che è più giovane di un secolo, ma tuttavia decisamente più vicina all’originale.Il risultato è un romanzo fresco e gradevole, che si legge con piacere, e ci fa ritrovare là dove li avevamo lasciati (tranne uno, ahimè!) i personaggi di tutti i sei romanzi di Jane Austen… tanto che a volte ci si perde (da cui il titolo della recensione).Infatti, la Brinton, per non dover inventare dei nuovi personaggi, come è stato ampiamente fatto in seguito, con risultati discutibili, li ha riciclati.Ma c’è una pecca: poiché i personaggi appetibili erano già tutti accasati, soprattutto quelli femminili, la Brinton è costretta a trasformare Mary Crawford in un modello di virtù, cosa che, a mio modesto parere, non è affatto (ma io potrei essere influenzata dall’immagine cinematografica di Embeth Davidtz, o anche no).Tanto per cominciare in questo romanzo i coniugi Darcy sono relegati ad un ruolo di secondo piano: Elizabeth si vota alla sua nuova attività di Matchmaker (non disperate, anche Mrs Knightley non ha perso il vizietto!), Darcy diventa assolutamente marginale, per cedere il posto ai veri protagonisti del romanzo: Georgiana ed il Colonnello Fitzwilliam.Il romanzo si apre infatti con la rottura del loro fidanzamento e la conseguente ricerca di un partner ideale per entrambi.La presenza di tanti personaggi austeniani risparmia alla Brinton il disturbo di doverci descrivere e, soprattutto, farci comprendere il carattere di nuovi acquisti, tuttavia, come nel già citato caso di Mary Crawford, il loro comportamento non risulta coerente con il modello creato dalla penna della maestra.
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Mrs Sylvia-66's ReviewAlle origini di tutti i derivati austenianiI motivi di curiosità verso questo derivato da JA sono moltissimi e tutti ne giustificano ampiamente la lettura.Innanzitutto, perché, secondo quanto la casa editrice Sourcebooks dichiara in copertina, questo è il primo derivato austeniano della storia: la data di prima pubblicazione, infatti, è il 1913 (un secolo esatto dopo P&P!). A buona ragione, dunque, lo possiamo ritenere antesignano e fondatore di un intero genere, divenuto oggi fenomeno editoriale assai prolifico.
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Miss @Silvia Bennet's ReviewIn questo romanzo si avvera un mio sogno: vedere tutti i personaggi austeniani interagire tra di loro!Old Friends And New Fancies è un romanzo delizioso, il primo sequel austeniano della storia! Pubblicato nel 1913, mescola in maniera intelligente diversi personaggi provenienti dai sei romanzi austeniani; l’azione si svolge tra Bath, Londra e Pemberley e tutto parte dalla rottura del fidanzamento tra Georgiana Darcy e il Colonnello Fitzwilliam. La Brinton si dimostra dotata di quell’ironia che manca a quasi tutti gli odierni sequel austeniani e che invece dovrebbe essere il primo motivo che spinge una scrittrice a cimentarsi nel difficile compito: esserne dotata.
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