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Proviamo ad analizzare con distacco la cosa e capire come sarebbe bene fare per vincere.
I contrari parlano di problemi di corruzione (Mafia Capilate), fanno gli esempi di Torino 2006 e dicono che 10 anni per costruire impianti nuovi è davvero troppo poco per la burocrazia italiana.
A loro bisogna rispondere che non bisogna piangersi sempre addosso, che bisogna provare a fare.
Le nuove regole di candidatura ci permettono di essere realisticamente pronti alla competizione.
La corruzione si spera di tenerla lontano o bloccarla in tempo, in tutte le recenti organizzazioni sportive internazionali ci sono stati problemi di corruzione, non è una caratteristica solo italiana.
Parlare di Torino in termini esclusivamente negativi è riduttivo e sbagliato.
La città è molto migliorata, è vero alcuni impianti sono sulla via dello smantellamento, ma molte altre strutture sono state sfruttate e funzionano benissimo ancora adesso!
C'è poi anche da chiedersi se il beneficio sta tutto nell'uso delle strutture o se non anche nel turismo generato. Nel secondo caso, Torino ha ampiamente coperto i costi iniziali con i flussi turistici nazionali ed internazionali, diventando la quarta città più visitata dopo Roma, Firenze e Venezia.
La troppa burocrazia potrebbe essere un problema, ma è su questo che il progetto deve lavorare di cesello. Non costruendo tutto ex-novo, ma riutilizzando e rinnovando alcuni impianti già esistenti, dislocando in altre città gli eventi, per esempio sfruttando le strutture di Torino 2006 e Expo 2015 che sono le più recenti presenti in Italia e non hanno bisogno che di ritocchi per l'occasione.
Gli ottimisti pensano che tutto sia perfetto, un gioco da ragazzi.
Attenzione, non è così. Il problema sono le "legacy", cioè le eredità date dall'organizzazione di un evento così grande.
Villaggi olimpici, siti e strutture sportive, nel momento della candidatura dovrebbero già avere un inderizzo preciso per il dopo. Dove le legacy hanno dato risultati è dove sono state messe a progetto già le possibilità di utilizzo successivo. Altrimenti avremo siti come il bob di Cesana che a breve sarà smantellato e non strutture come il PalaIsozaki o il Palavela di Torino che ancora oggi organizzano eventi sportivi e artistici.
Vale la pena allora?
A mio parere sì, bisogna provarci, ma facendo attenzione a questi punti:
1) abbassare i costi di gestione ristrutturando strutture esistenti
2) sfruttare, dove possibile, le strutture di recente costruzione
3)programmare l'utilizzo delle strutture olimpiche anche per il periodo post-olimpico (magari dandolo in gestione alle federazioni)
4)avviare una campagna di pubbliche relazioni molto forte sugli altri comitati olimpici, invitando e parlando molto con loro e promuovendo a tutti i livelli la candidatura italiana.
5)attivare l'opinione pubblica su questa iniziativa e renderla appetibile ed attesa anche dagli Italiani
6)avviare una campagna di promozione dello sport amatoriale giovanile sfruttando il sogno di diventare atleta olimpico.
così possiamo vincere, sognare ed emozionarci.
Criticai allora Monti, sostengo ora l'iniziativa di Renzi.
Di seguito una interessante piantina ipotizzata su "Gazzetta dello sport"
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