Si respira aria pesante in questo paese. Non solo per il caldo.
No, tranquilli, non ho intenzione di parlarvi di politica, di economia e di massimi sistemi, bensì di cose più spicce. I tipici argomenti di cui chiacchieriamo da queste parti.
L’italiano è un po’ menefreghista e disfattista. Crede che senza spintarelle non si arrivi da nessuna parte, che i progetti non “sponsorizzati dall’alto” siano destinati a morire nella culla. Crede nell’inutilità di dedicarsi a progetti creativi o artistici, perchè “con l’arte non si mangia“. Quante volte ce lo siamo già detti?
Insomma, un pessimismo cosmico che viene trasformato subdolamente in fatalismo: siccome le cose vanno così, adattiamoci e facciamo altro.
Ma le cose vanno davvero così? Purtroppo sì. Ce lo siamo già detti tante volte.
Quindi hanno ragione i fatalisti a lasciar perdere tutto? Magari anche no.
Su Plutonia parliamo di intrattenimento, di scrittura, di libri e di cose molto “giocose”. Roba inutile, per molti. Chissà perché allora venite a cercarmi per sapere com’è il film sugli Avengers, o per scaricare qualche inutile ebook di fantascienza o d’orrore.
Anche tra i veri appassionati in molti è filtrata oramai l’idea che certe cose devono rimanere a livello di sfizio giovanile, di passatempo. Laddove – fuori dallo Stivale – esiste una vera e propria cultura riguardante la narrativa di genere, i fumetti, i giochi di ruolo, qui si ha quasi vergogna a dichiarsi appassionati di queste cose.
Un po’ come la storia dell’italiano che non compra ebook, che non finanzia i progetti autogestiti, che non fa donazioni spontanee ai blogger etc etc. Tiro l’acqua al mio mulino? Pensatela un po’ come preferite.
Comunque sono affermazioni fin troppo vere, per carità. Ultimamemente però apprezzo di più chi cerca di cambiare le cose che non chi si crogiola in eterno nel fatalismo. A volte il pessimismo coglie anche me, eppure credo che l’unico modo per cambiare le cose sia tentare di educare la gente a realtà diverse. Perché sono in molti, là fuori, ad avere un cervello e a farlo funzionare. Basta solo dare un po’ di olio agli ingranaggi.
Credo che il compito di blog come Plutonia (ma anche di molti esimi colleghi che ben conoscete) sia proprio quello di fornire olio e carburante a certe riflessioni che magari da sole non partono, oppure ad alcuni meccanismi di cui in Italia pochi parlano.
Poi ok, “noi italiani siamo fatti così”. Ma si può anche cambiare, eh. Non per questa nostra generazione, forse per la prossima.
Magari qualcosa è pure già cambiato.
Qualche segnale c’è stato in questa stagione che va dal settembre 2011 ad agosto 2012. Parlo sempre dei nostri settori di competenza, che di tematiche più grandi se ne occupano altri più preparati del sottoscritto.
La gente ha iniziato a interessarsi agli ebook, a scaricare e a comprarli, a dispetto delle solite idiote diatribe di cui ho promesso di non parlare più. C’è stato anche un incremento della domanda di storie mature per quel che riguarda la fantascienza, l’horror, il fantasy. I lettori sono più esigenti – a volte anche troppo, ma questo è un altro discorso – più consapevoli.
C’è anche un lieve ma lodevole ammorbidimento dei toni per quel che riguarda le discussioni su scrittura, editoria etc. Le sole badilate tirate a casaccio hanno stancato un bel po’ di gente, che ora preferisce cercare posti dove si costruisce qualcosa, e non solo dove si distrugge.
Sono segnali piccolissimi, che in giornate storte si percepiscono a malapena.
Vale la pena amplificarli e parlarne.
Vale la pena ringraziare chi lascia un feedback o un commento abbandonando i toni professorali di chi, per atteggiamento, sembra saperla sempre più lunga di chi scrive.
Vale la pena ringraziare chi si sbatte per offrire importanti supporti a blogger e scribacchini: grafici, impaginatori, fotografi, editor.
Mi piace pensare che le cose nella nuova stagione miglioreranno ancora. Mi piace pensare che ci sarà un’atmosfera ideale per raggiungere traguardi sempre più importanti, senza star lì a pensare che siamo in Italia, i lettori sono pochi, gli editori cialtroneschi e che nessuno o quasi paga. Alla faccia di chi si occupato solo di denigrare o, peggio ancora, a plagiare i progetti altrui nella speranza di far fessa la gente.
Ho una brutta notizia per voi altri, furbetti del quartiere: non passerete.