Oltre a partecipare ad alcune delle attività programmate nell’ambito delle manifestazioni Festivol (Trevi) e UNTO (Assisi), la partecipazione in prima persona al primo Blog Tour “A ciascuno il suo frantoio” mi ha fatto tornare la voglia di scoprire e informarmi meglio circa cose che non conoscevo. O che credevo di conoscere, per poi rendermi conto che di fronte alla domanda “Cosa vuol dire?” non sono riuscita a dare una risposta del tutto convinta e convincente.
In questo caso, la domanda che ha dato vita a ricerche e approfondimenti è venuta da mia cugina, che mi ha accompagnato nella nostra due giorni in Umbria e a un certo punto mi ha chiesto: “Di preciso cosa vuol dire Presidio Slow Food?”. Girovagando per Trevi, infatti, abbiamo notato che la manifestazione “Frantoi aperti” non è solo un modo per celebrare l’olio extra vergine di oliva, il cosiddetto oro liquido dell’Umbria, ma è anche un’occasione per conoscere e gustare alcuni prodotti tipici della regione che ben si sposano con l’olio novello: i prodotti dei Presìdi Slow Food.
Tutela delle biodiversità agroalimentari locali; rispetto dell’ambiente e delle tradizioni culturali; valorizzazione delle piccole produzioni di qualità; educazione all’alimentazione, al gusto e al piacere connesso al cibo: sono questi i valori fondamentali che stanno alla base della filosofia slow food. Attive a livello internazionale, Fondazione e Associazione operano affinché siano conservate le specificità del cibo locale e delle tradizioni contadine promuovendo le virtù di un cibo tradizionale, sostenibile e di qualità.
Uno degli strumenti principali con cui viene portato avanti questo progetto sono i Presìdi Slow Food: se ne contano oltre 350 in tutto il mondo, vedono coinvolti più di 10.000 produttori e hanno lo scopo di valorizzare i territori, dare sostegno ai saperi produttivi tradizionali che rischiano di scomparire e salvare dall’estinzione razze autoctone e varietà di ortaggi e frutta.
Ad oggi sono 201 i prodotti italiani identificati dal marchio “Presìdio slow Food”. Di questi, divisi tra legumi, ortaggi e salumi e derivati carnei, 6 sono prodotti in Umbria:
- Fagiolina del Trasimeno
- Fava cottòra dell’Amerino
- Roveja di Civita di Cascia
- Sedano nero di Trevi
- Cicotto di Grutti
- Mazzafegato dell’alta valle del Tevere
Nella giornata passata a Trevi, quindi, io e mia cugina abbiamo avuto modo di assaggiare alcuni di questi prodotti. A Villa Fabri, presso la sede dell’Associazione Strada dell’Olio DOP Umbria, abbiamo preso parte alla degustazione di Presìdi Slow Food umbri: assaggiando la vellutata di sedano nero di Trevi, ingentilita da un filo di olio DOP a crudo, ci siamo ripromesse di riprovarla a casa quanto prima;
- insalatina tiepida con Ciccotto di Grutti profumato all’arancia, Sedano nero di Trevi e olio novello;
- gnocchi di semola con fonduta di toma brigasca profumata al serpullo;
- spezzatino di agnello nostrale con carciofi violetti (che noi abbiamo sostituito, non essendo amanti dell’agnello, con salsicce e costine alla brace);
- semifreddo alle castagne con crema di cachi.
Se ci sono dei prodotti Slow Food della vostra regione di cui andate particolarmente orgogliosi o se volete aiutarmi nel mio approfondimento, fatevi avanti e segnalatemeli