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Olive Kitteridge Il romanzo e la serie

Creato il 01 aprile 2015 da Tiziana Zita @Cletterarie

Olive KitteridgeÈ prassi comune confrontare un libro di successo con la sua trasposizione cinematografica, o televisiva. Di solito, chi ha letto il libro prima di vedere le immagini, prova un certo fastidio o si affanna a trovare incongruenze. Non è il caso della miniserie tratta dal romanzo di Elizabeth Strout.
Con Olive Kitteridge, la Strout vince il premio Pulitzer per la narrativa nel 2009. Verrà pubblicato in Italia da Fazi Editore nello stesso anno. La miniserie Olive Kitteridge è costituita da quattro episodi, di un’ora ciascuno, ed è stata trasmessa sul canale statunitense HBO nel novembre 2014. Interpretata magistralmente da Frances McDormand, la serie è stata presentata fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia a settembre, prima di essere trasmessa da Sky a fine gennaio 2015. Veniamo alla storia. 

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Olive è una donna per certi versi insopportabile, dal giudizio tagliente e spesso severo, ma dotata della capacità di cogliere la vera natura delle cose, grazie al cinismo tipico dei depressi cronici. Insegna matematica con piglio inflessibile ed è sposata a un farmacista che dispensa più consigli che farmaci. Henry Kitteridge è, infatti, persona squisita e mite, affetto da una malattia rara, una gentilezza estrema e il “bisogno di accontentare tutti”.
La storia ripercorre il loro lungo matrimonio, segnato dalle differenti tendenze caratteriali. Ed è così che la scappatella sognata da Henry appartiene al regno della tenerezza, mentre quella fantasticata da Olive scivola verso un uomo dalla “rabbia silenziosa”, tanto che “Olive aveva visto se stessa in lui. Una volta gli aveva detto siamo fatti entrambi della stessa, cattiva pasta.”

Poi arriva la vecchiaia per i Kitteridge e, con essa, una nuova consapevolezza, quasi stupefacente nella sua semplicità: sono, ormai, due coniugi anziani.
E la Strout ce lo descrive con un lirismo brutale: “Non erano più giovani, era quello il fatto. Continuavano a ripeterselo a vicenda come non riuscissero a crederci”. O anche: “Era come se il loro matrimonio fosse stato un lungo e complesso pranzo di gala e ora fossero arrivati a quell’ottimo dessert”.

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Sullo sfondo, sia del testo sia dell’adattamento televisivo, però, c’è ben altro. È una storia profondamente americana, con le case di legno sulla baia, proprio come nelle tele di Edward Hopper.
È radicata nelle tradizioni semplici del Maine: non manca mai il sandwich alla polpa di granchio, magari grigliato col formaggio, e l’immancabile salsa di mele.

Serie e libro, oltre a spennellare uno stile di vita, trattano temi che mettono a dura prova lo spettatore e il lettore: il rapporto conflittuale con i figli, l’invecchiamento, la paura della vedovanza, il suicidio e naturalmente l’amore. Quesiti esistenziali grossi, cui la Strout non dà mai risposte banali, pur concedendoci un finale struggente.

Denise
Zoe Kazan, sceneggiatrice e protagonista di Ruby Sparks, interpreta Denise

Come ne esce un libro della levatura di Olive Kitteridge quando lo si confronta con la serie che ne è stata tratta? Alla domanda più scottante: l’affresco tratteggiato da Elizabeth Strout è stato riprodotto? La risposta è sì, indipendentemente dai cambiamenti apportati dalla regista Lisa Cholodenko.

L’incipit della serie (vedi il trailer), che non è presente nel libro, ci mostra Olive che sta per spararsi, e dà poi il via a un rewind che ci rimanda a venticinque anni prima. Si tratta comunque di una scelta azzeccata perché, per tutta la durata del libro, noi temiamo davvero che Olive finirà con lo spararsi proprio come fece a suo tempo il padre. E così, per dare quella continuità alla storia necessaria alla pellicola, ci vengono presentate le vicissitudini di Henry e Ollie (come la chiama l’affettuoso marito) in sequenza temporale, mentre il libro è strutturato in tredici racconti, narrati dal punto di vista di personaggi diversi e in epoche distinte. Olive e Henry Kitteridge sono sempre presenti in ogni capitolo, non fosse altro che per un accenno al brusco carattere di lei.

McDormand
Frances McDormand sulla terrazza del suo appartamento a Manhattan

Scavando più a fondo in questo confronto tra i due prodotti, l’unico episodio che mi pare un po’ tradire il libro è il secondo, Marea montante, dov’è narrata la storia di Kevin Coulson, figlio di una pediatra bipolare.
Kevin torna a Crosby dopo anni e incontra l’immancabile Olive. Ci viene mostrato in preda a stati allucinatori che non erano presenti nel testo. Quando la Kitteridge permane nella sua auto mangiucchiando pasticcini, lui “immagina fugacemente un elefante seduto lì accanto.” Nella trasposizione televisiva, questa diventa invece una delle tante allucinazioni da cui pare essere affetto il ragazzo. Ma questo è davvero cercare il pelo nell’uovo, cosa che la serie non merita.

Francis McDormand, premio oscar per Fargo e moglie del regista Joel Coen, è l’artefice di questo gioiello. E’ stata lei ad acquistare i diritti del romanzo cinque anni fa e ha firmato, insieme a Tom Hanks, tra i principali produttori. Ha anche contribuito alla scelta della regista e del cast, tra cui spiccano Richard Jenkins (il padre di Six Feet Under) che interpreta Henry Kitteridge, Zoe Kazan, Peter Mullan e Bill Murray.

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Frances McDormand e Joel Coen sono sposati da 35 anni

Olive è la sua creatura ed è “la sua risposta a un’industria e una società che lei trova perversa nella sua fissazione per la giovinezza” scrive il New York Times. “C’è un allarme rosso per come ci percepiamo come specie” ha dichiarato l’attrice. “Non abbiamo il desiderio di diventare adulti. L’età adulta non è un obiettivo. Non è vista come un dono. Tutti si vestono come teenager, si tingono i capelli e vogliono avere una faccia liscia e senza rughe. E’ successo qualcosa a livello culturale per cui nessuno dovrebbe avere più di 45 anni”.
Invece Olive è sgraziata, pungente, imbronciata, raggrinzita e mastica con la bocca aperta, ma Olive Kitteridge è una di quelle rare storie per cui vale davvero la pena di vedere sia la serie, sia di leggere il romanzo.


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