Magazine Diario personale
«Non c’è nulla di vivo che non sia individuale: la nostra salute è nostra, le nostre malattie sono nostre, le nostre reazioni sono nostre, non meno nostre e individuali della nostra mente e della nostra faccia. Salute, malattie e reazioni non possono essere capite in vitro, da sole; possono essere capite solo se riferite a noi, quali espressioni della nostra natura, del nostro vivere, del nostro esserci (Da-sein). E tuttavia la medicina moderna, in misura sempre maggiore, prescinde dalla nostra esistenza, o col ridurci a repliche identiche che reagiscono a "stimoli" prefissati in modi altrettanto prefissati, o col considerare le nostre malattie semplicemente come fenomeni estranei e cattivi, senza relazione organica con la persona malata. Il corrispondente terapeutico di idee del genere, naturalmente, è l’idea che si debba aggredire la malattia con tutte le armi di cui si dispone, e che si possa sferrare l’attacco del tutto impunemente, senza un solo pensiero per la persona che è malata. Tali concezioni, che dominano sempre più l’intero panorama medico, sono tanto mistiche e manichee quanto sono meccaniche e inumane, e sono tanto più perniciose in quanto non sono realmente capite ed esplicitamente dichiarate e confessate. L'idea che gli agenti causali della malattia e gli agenti terapeutici siano cose-a-sé-stanti è spesso attribuita a Pasteur; ed è quindi salutare ricordare le parole che Pasteur pronunciò sul letto di morte: "Bernard ha ragione: il patogeno è nulla, il *terreno* è tutto".»