E anche stavolta Oliviero Toscani riesce a fare scandalo, col suo calendario che immortala dodici versioni del pube femminile.
Potrei dire un sacco di cose sul fatto che il calendario è stato commissionato dal Consorzio Vera Pelle Italiana — ciò che mi rimanda ad antiche reminiscenze di sapore militar-goliardico che forse una signora dovrebbe ignorare, ma a vent’anni è tutto chi lo sa…
In realtà, la cosa per me realmente scandalosa è che parecchi commentatori della cosa hanno parlato di “vagine” (fatevi un giro in rete, se non mi credete sulla parola). Ora, io non mi applicherei ad alcun tipo di pratica erotica con nessuno di questi incolti nemmeno se stessi per morire e quello fosse l’ultimo sulla faccia della Terra, e inviterei le mie consimili a fare altrettanto: perché uno che confonde ciò che sta dentro con ciò che sta fuori non mi ispira alcuna fiducia.
Aggiungo che non capisco perché ce la si debba prendere tanto col povero (e bravo) Toscani quando, nel 1866, il pittore francese Gustave Courbet azzardò ben di più dipingendo un quadro di titolo e impatto dirompenti: “L’origine del mondo”.
Cambiano i tempi, l’ipocrisia rimane.
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