Varietà: Leccino
Zone tipiche di coltivazione: Italia centrale
Fertilità [1]: autosterile
Principali varietà impollinatrici: Frantoio, Moraiolo,
Pendolino, Razzo, Trillo
Produttività: elevata costante
Resa media in olio [2] (%): 15,5
Tolleranza alle avversità: al freddo, al cicloconio, alla
rogna
Leccino (Leccio). Originaria dell’Italia centrale, è varietà
diffusa un po’ dappertutto grazie all’adattabilità a vari ambienti e alla buona
tolleranza al freddo, al cicloconio (occhio di pavone), alla rogna e alla carie
del legno. La vigoria è elevata e il portamento espanso e pendulo. È
autosterile [1] ed è ben impollinata da
Frantoio, Moraiolo, Pendolino, Razzo, Trillo. Entra abbastanza presto in
produzione e presenta una produttività elevata e abbastanza costante. Le olive
maturano precocemente.
Il contenuto in olio ovvero la resa media in olio [2] è del 15,5%.
Una selezione interessante è rappresentata dal Leccio del Corno, dalla produttività
elevata e costante, ma con maturazione delle olive piuttosto tardiva.
[1] Autofertile: il
fi ore può essere fecondato dal polline prodotto dai suoi stami. Autosterile:
il fi ore non può essere fecondato dal polline che produce; deve quindi venire
fecondato dal polline proveniente da piante di altre varietà (impollinazione incrociata).
[2] Ad esempio, una resa media in olio del 16% significa che
da 100 kg di olive si ricavano 16 kg di olio. Dati scaturiti da una ricerca
condotta dal Prof. Nicola Lombardo, già direttore dell’Istituto sperimentale
per l’olivicoltura a Cosenza, attraverso una serie di rilievi ripetuti per
quattro anni in un «campo di collezione» in cui tutte le varietà si trovano
nelle stesse condizioni di ambiente e di tecnica colturale.
– Varietà autofertile: significa che i suoi fiori possono
essere fecondati dal polline che essi stessi producono; quindi non c’è bisogno
di impollinazione incrociata, anche se la presenza di un impollinatore nelle vicinanze
senza dubbio migliora ulteriormente la produttività.
– Varietà parzialmente autofertile: significa che può
fornire una certa produzione anche in mancanza di impollinazione incrociata; è
evidente però che la presenza di un impollinatore migliora fortemente la
produzione.
– Entrata in produzione precoce, media o tardiva: è riferita
a un olivo coltivato con la massima razionalità in un terreno fertile.
Un’entrata in produzione precoce significa che la pianta può produrre circa 3
kg di olive prima del 4° anno di età; media, circa 3 kg al 4° anno di età;
tardiva, circa 3 kg al 5° o 6° anno di età. Questi dati sono puramente
indicativi e molto dipende per esempio dalla disponibilità di irrigazione e da
una potatura molto limitata nei primi anni.
– Produttività elevata, media o bassa: anche in questo caso
si tratta di un’indicazione orientativa e si riferisce sempre ad alberi adulti
(di 15-20 anni di età) allevati e potati con la massima razionalità e con
disponibilità di irrigazione. La produttività è considerata elevata se l’albero
produce circa 25 kg di olive; media se ne produce da 10 a 20 kg, bassa se ne produce
meno di 10 kg.
– Vigoria media o elevata: è riferita al volume che la
chioma presenta quando la pianta è allevata in terreno fertile e con razionalità
come ricordato sopra. La vigoria è media se il volume della chioma si colloca
tra 6 e 12 metri cubi (cioè, per esempio, se la chioma è alta almeno 1,5 metri
e larga e spessa almeno 2 metri), elevata se il volume supera i 12 metri cubi (cioè,
per esempio, se la chioma è alta almeno 2,3 metri e larga e spessa almeno 2,3
metri).
Fonte: SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2010 © 2010
Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.p.A.
Magazine Ecologia e Ambiente
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