C’è sempre un muro davanti ai nostri occhi, un filtro, un condizionamento, una prigione. Stretti tra le pareti, vediamo la nostra meta da lontano, la rimiriamo, ma siamo troppo spesso poco disposti a fare il passo, aprire la finestra, sporgerci oltre e dirigerci avanti.
Costa fatica tutto questo, costa coraggio; meglio ripararci dal freddo in anguste e ristrette pareti di quotidiana insoddisfazione e noia.
Salvo, talvolta, soffermarci davanti a quello spicchio grigio di libertà, sospirando di altre vite, libere.
C’è sempre un mondo nuovo sopra di noi, le cui radici ci entrano dentro e anelano ed attingono alla nostra linfa. Sono mondi in cui splende il sole e noi, da sotto, li rimiriamo.
Ma siamo sempre troppo distratti dal solito ripetersi degli atti quotidiani, della paura della solitudine, del nuovo, e preferiamo rannicchiarci sotto il nostro buio tetto, tra disordinati eventi e pareti ormai ammuffite di vita piuttosto che provare a prendere una scala e guardare di sopra, oltre noi.
Chiara