Nasce a Livorno nel 1985. Figlio unico, trascorre calde giornate estive in un campeggio sulla costa etrusca, tra amicizie che resistono allo scorrere del tempo e amori marchiati per sempre a fuoco nel suo cuore. È alle medie che comincia a interessarsi a giochi, hobby e letture che lo avvicinano al mondo Fantasy. La passione per l’universo fantastico cresce di anno in anno, portandolo a scrivere racconti in grado di condurlo in un luogo incantato dal quale non vorrebbe mai far ritorno. La scrittura diventa uno strumento che crea un ponte tra vita e immaginazione. Frequenta la Facoltà di Psicologia di Firenze, specializzandosi in Psicologia Sociale e delle Organizzazioni. Pian piano si rende conto che scrivere è un modo per vivere nuovi sogni, poiché quelli degli altri a volte non bastano. È fidanzato con Alessia, una splendida ragazza dagli occhi smeraldo conosciuta in quel campeggio sulla costa etrusca, ed è felice.
Titolo: Oltre il buio
Autore: Alberto Petrosino
Serie: //
Edito da: Casini (Collana: Littledreams)
Prezzo: 12,90 €
Genere: Thriller psicologico/esistenziale
Pagine: 248 p.
Voto:
Trama: Eva si sveglia al buio.
Un peso la tiene schiacciata al suolo e lei respira a fatica.
Non ricorda niente del passato né del presente. Non percepisce il suo corpo.
Urla più forte che può, ma non capisce se il grido è reale, o soltanto un riflesso della sua mente.
Poi, quando la disperazione sembra soffocarla, sente qualcosa. Si accorge che non è sola ad affrontare quello strano destino.
Altre tre persone si svegliano imprigionate nell’oscurità, in una realtà priva di ricordi.
Non possono vedersi. Non possono muoversi. Non possono toccarsi. Non hanno memoria. Non sanno come son arrivati fin là.
Solo il suono delle loro voci sembra reale.
Recensione
di Nessie
Libro di esordio dello scrittore Alberto Petrosino da definire un fantasy molto particolare e all’inizio di difficile interpretazione. L’argomento chiave del libro è la morte ma lo si intuisce solo da metà libro in poi.
La storia parte un po’ come “Saw l’enigmista“, ossia quattro persone, Seth, Eva, Moan e Leo che si svegliano trovandosi al buio, legate, incatenate che non ricordano neppure come sono arrivate lì con una variante in più ossia non ricordano più nulla del loro presente e del loro passato.
La protagonista principale è proprio Eva (la morte), una ragazza che inizialmente spaventata del buio, di trovarsi legata, paralizzata e schiacciata da qualcosa che la fa respirare a fatica, pian piano inizia a farsi forza sentendosi meno sola grazie alla presenza degli altri tre personaggi, soprattutto di Seth.Per riuscire a combattere la paura che li attanaglia i quattro disperati iniziano a raccontarsi delle storie nelle quali c’è qualcosa forse del loro vissuto che inizialmente sembrano storie assurde, fantasiose e surreali ma che poi si scopriranno avere un unico filo conduttore.
Rappresenta quindi un sommario delle vicende personali alcune più chiare e altre meno che portano il lettore a interrogarsi su vari aspetti della vita, in primis la morte.
Lo scrittore ha creato questo fantasy definito young adult anche se, secondo me, è più adatto a gente matura capace di cogliere anche delle sfumature profonde, o il significato che vogliono trasmettere i vari racconti fatti dai protagonisti.
La scrittura è chiara anche se lo stile aulico utilizzato sembra più quello che si usava nei libri del passato; i primi racconti li ho trovati poco chiari, che spingono il lettore a chiedersi “ma che c’entra questo racconto? Che vuole dire lo scrittore?”, forse anche un po’ cruenti ma apparentemente non attinenti alla situazione che stanno vivendo i quattro malcapitati e che invece avrà un senso che si comprenderà solo alla fine, aspetto per me sbagliato perché non consente così di appassionare il lettore mentre procede la lettura con il rischio di abbandonare il libro già a metà della storia.
Degno di pregio invece è il racconto ambientato sul Titanic che è quello che più mi ha colpito, dove in maniera suggestiva viene descritta la morte dei passeggeri quasi come una liberazione dalle proprie sofferenze o per ricongiungersi ai propri affetti perduti, ambita e pertanto scelta dagli stessi volontariamente, quindi una crociera della morte vista come resurrezione.
Bella anche l’idea iniziale anche se sarebbe stato meglio se la storia avesse continuato sulla scia del thriller.
Il finale è un po’ commovente anche se non si capisce bene la scomparsa di alcuni personaggi e il comparire di altri o il legame profondo che sembra esistere tra loro, a parte quello classico della vita con la morte, direi che il grosso deficit narrativo è da attribuire anche alle poche pagine che compongono il racconto.
Se dovessimo paragonarlo ad un film direi che questo libro è un cortometraggio avendo come registra David Cronenberg che crea così un aspetto visionario e del tutto particolare della morte per cui può interessare chi è amante di questo genere di film e, quindi per proprietà transitiva, di questo tipo di libri.