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Oltre il cilicio niente

Creato il 29 maggio 2012 da Albertocapece
Oltre il cilicio niente

Binetti cardinal

Anna Lombroso per il Simplicissimus

Ma vi ricordate i tempi peraltro non così remoti nei quali si diceva che le donne al potere avrebbero portato qualità e specificità di genere, segnate dalla sensibilità, da una compiuta sentimentalità coerente con istanze di praticità e realismo, da una vocazione all’ascolto e alla comprensione per gli altri, in specie i più deboli e vulnerabili? Vi ricordate quando una sia pur frettolosamente esplorazione nelle geografie degli scandali e del malaffare registrava una egemonia maschile attribuibile a un più ridotto spirito di servizio, a una minore preoccupazione per il futuro, a un superiore ego, forse intrinsecamente condizionato dal testosterone? Come se si trattasse solo di differenze tra uomini e donne, di disuguaglianze tra sessi e non della vecchia perenne lotta di classe, della sopraffazione ancora bestiale e sempiterna di ricchi sui poveri, cui si aggiungono altre diversità come un infame valore aggiunto per annettere iniquità a iniquità.

Non bastavano le esternazioni imprudenti intimidatorie e inopportune delle nostre ministre, indicatori di comportamenti e scelte regressive, desiderate o eseguite come un compito doveroso, incivili e discriminatrici, punitive di vocazioni, aspirazioni, talenti, garanzie e diritti. Non bastava il dispotismo della cancelliera. Ecco che la loro autorità di riferimento sovranazionale dal trono del Fondo Monetario, una donna, si dice, esprime con sgangherata e provocatoria franchezza il senso vero della loro ideologia: non provo pena per i bambini greci che patiscono la fame.. i loro genitori invece pensino a pagare le tasse. Indifferenti al fatto che il debito sia degli Stati e non dei cittadini, che l’evasione sia un fenomeno diffuso si, ma che la pressione principale sul debito pubblico e sul depauperamento dei servizi e dello stato sociale sia da addebitare a una cerchia di “infedeli” ristretta e protetta dai governi; sprezzanti dei bisogni e animosi verso gli altri, chiuse in una bolla di delirante superiorità e separatezza, le sacerdotesse del neo liberismo, come baccanti folli, diventano sbracate nell’esternazione del loro credo, ché tanto le brache sessiste, tiranniche e sopraffattrici le hanno messe alle loro teste, forgiate sui modelli di una enclave dirigente che vuole scardinare con sistematicità ottusa e un accanimento delirante l’edificio dei diritti e della democrazia.

E vi ricordate quando si diceva che la fede, quella militante, professata con la parole e gli atti, faceva diventare i fortunati possessori, vincitori di una sfida con il male, tanto da essere esempio di comportamenti virtuosi, da privati e da cittadini. Eh lo so, toccava sopportare certe intemperanze, toccava subire un bel po’ di invadenza negli affari di Stato, toccava essere indulgenti con una entusiastica vocazione all’ubbidienza cieca a certe gerarchie, toccava difendersi dall’esuberanza di una morale religiosa che voleva sostituirsi all’etica, è vero. Ma a volte noi laici eravamo ammirati, forse addirittura invidiosi di tanta cocciuta volontà di “far bene”, di tanto impegno che da intimamente devoto si declinava in comportamenti “politici” di dedizione agli altri, di solidarietà, fino al sacrificio.

Ma esagerare è diabolico, lo dovrebbe ricordare la Binetti che in tempi di crisi delle istituzioni, alla quale non si sottrae la Chiesa, con disprezzo della ragione, dello Stato e dello stato di diritto, del suo ruolo di rappresentante in Parlamento, difende con nebbiosa protervia l’intoccabilità e il primato delle regole “confessionali” della sua religione rispetto alle leggi del suo Paese. “Un sacerdote, ha sostenuto nel corso di una intervista nel corso del programma radiofonico “La Zanzara“,. non è obbligato a denunciare un pedofilo”. Che lo dica la Cei – ne abbiamo parlato qui – è indecente e deprecabile, ma che lo sostenga un parlamentare, che le leggi dovrebbe promuoverle e rispettarle in nome e nel rispetto dei cittadini, è più che scandaloso, illegittimo, delittuoso, sovversivo. Non perdo nemmeno un minuto a rilevare che una cristiana, dedita a mortificazioni edificanti tramite cilicio, della quale si magnifica il piglio da zarina nelle cure che dedica a un importante organismo vocato alla salute, di cui si registra una certa focosa mobilità nell’aderire a movimenti e partiti seguendo probabilmente indicazioni che vengono dall’alto, forse dall’Altissimo, proprio lei dovrebbe insorgere indignata contro delitti tra i più ignobili che devastano l’innocenza, riducono la speranza, feriscono irrimediabilmente l’aspettativa del futuro, mortificano per sempre l’infanzia e il bambino che è bello conservare in sé anche una volta adulti. E non mi chiedo neppure se l’omissione di denuncia valga e sia legittima anche per quanto riguardi l’autodenuncia e anche quella di latri sacerdoti probabilmente vista come una indebita e condannabile delazione, una spiata da ‘nfami, nella miglior tradizione delle cupole, mafiose o di San Pietro che siano, perché l’inclinazione di certe vocazioni è sempre quella a lavare i panni sporchi in casa.
Dovrebbero essere i credenti a manifestare scandalo per l’iniquità, l’ipocrisia e l’infedeltà ai principi delle gerarchie ecclesiastiche. Ma devono essere i cittadini a espellere dalle loro assemblee di rappresentanza gli eletti per la loro infedeltà alle leggi, allo Stato e alle sue istituzioni.


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