Magazine Cultura
Dopo la pioggia gl’odori cambiano
e le tue parole ancor paiono
potere scalfire l’acciaio nero
delle palpebre fossili degli anni.
I ricordi si schiudono tardivi
come rose di fine autunno
o i sabati bui di inverno
illuminati da attese sante.
Sui miei palmi spalancati d’orgoglio
vedo i fallimenti della vita
risorgere come ortiche vili
dal bianco cadavere del presente.
Ogni scelta è il seme fertile
d’intricato roveto di rimpianti:
nel timore di rischiare il nulla
ho perso la via dell’opportunità.
E nella mia accogliente palude
son lontano dal mondo elettrico
delle idee che creano i sogni
oltre le montagne e l’Atlantico.